Marco Lombardo “sfida” il Parlamento :“Il mio testo scritto da un algoritmo”
Le agenzie di tutto il mondo battono la notizia, e si coglie con mano che il tema dell’Intelligenza Artificiale che irrompe nella nostra vita è già realtà e presente. La “beffa istituzionale” del senatore Marco Lombardo è solo il chiavistello ideale per aprire al mondo esterno la cassaforte dei misteri dell’AI.
di Pino Nano
Venerdì 02 Giugno 2023
Roma - 02 giu 2023 (Prima Pagina News)
Le agenzie di tutto il mondo battono la notizia, e si coglie con mano che il tema dell’Intelligenza Artificiale che irrompe nella nostra vita è già realtà e presente. La “beffa istituzionale” del senatore Marco Lombardo è solo il chiavistello ideale per aprire al mondo esterno la cassaforte dei misteri dell’AI.

“Questo testo è stato scritto dall’intelligenza artificiale, e nessuno di noi sarebbe stato in grado di distinguerlo da un testo prodotto dall'intelligenza umana. L’intelligenza artificiale può migliorare la nostra vita quotidiana, ma come possiamo garantire che non crei nuove disuguaglianze e divisioni nella società?   È ora di aprire un dibattito serio per esaminarne potenzialità ed eventuali rischi”.

Solo un intellettuale come lui, senatore della Repubblica e filosofo insieme, professore intelligente moderno sofisticato, a tratti anche eccessivamente elitario, avrebbe potuto osare così tanto, e alla fine ha costretto i giornali di tutto il mondo a parlarne.

La notizia ha già fatto il giro del mondo della comunicazione.

L’altro giorno, in aula, si discute del “disegno di legge di ratifica degli accordi Italia-Svizzera sui lavoratori frontalieri”, tema molto marginale rispetto a temi di maggiore “consumo” o interesse generale, ma per il senatore di Azione Marco Lombardo -calabrese di Martone, la sua famiglia viene da lì, suo padre è stato storico Procuratore della Repubblica a Catanzaro- è l’occasione ideale per lanciare al mondo della politica italiana, e non solo italiana, una delle provocazioni più affascinanti del momento.

Chiamato a intervenire per “Azione-Italia Viva”, il gruppo che rappresenta, il giovane “professore-senatore” Marco Lombardo legge un testo inappuntabile, dettagliato, pieno di riferimenti normativi e legislativi, che solo un accademico come lui avrebbe potuto scrivere, e invece alla fine del suo intervento il giovane guascone calabrese confessa di aver letto un testo non suo, scritto invece grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale, con l’ausilio di una società specializzata in questa materia, Engineering, che ha certificato che sul testo non c’è stato nessun intervento manipolato da parte dell’uomo, frutto dunque di un algoritmo, il famoso ChatGpt 4, “un testo per giunta incompleto, fermo al 2021, quindi non aggiornato, ma nessuno dei presenti per fortuna se ne è accorto”.

Una provocazione in piega regola, una sfida intellettuale-aperta al mondo della politica, ma soprattutto un monito e un allarme insieme, che solo un giovane non legato ai vecchi schemi della politica tradizionale poteva permettersi in aula. Forse se Marco Lombardo avesse chiesto un consiglio a suo padre, giurista di grande spessore e tradizione, gli avrebbe suggerito di non farlo.

“Ne è uscito un testo coerente – dice Marco Lombardo - perché con le informazioni che abbiamo fornito all’algoritmo il ‘flusso di pensieri’ non poteva discordare da quelli che erano i concetti che volevamo esprimere. L’unico problema, che però non ho corretto per mostrare i limiti del sistema, è quello del telelavoro, perché ChatGPT non è aggiornato e non dispone di informazioni sull’ultima negoziazione. Non sono intervenuto sul testo perché volevo che i colleghi si chiedessero se si sarebbero mai accorti che non fosse stato scritto da un uomo ma da una macchina, da un sistema che un domani potrebbe alterare il processo democratico”.

Ma eccolo il mantra del giovane senatore.

“È da un poi che mi occupo di questi temi, mi hanno sempre appassionato gli algoritmi digitali - spiega Marco Lombardo- li studiavo già quando ero assessore al lavoro e all’economia del comune di Bologna: fummo i primi a stipulare la carta dei lavori digitali. La provocazione nasce perché ho trovato abbastanza surreale che anche di fronte all’appello lanciato dagli stessi fondatori della tecnologia e dopo quello che è accaduto recentemente in Usa, dove, durante un’udienza, un avvocato ha citato precedenti inesistenti prodotti dall’AI, il Parlamento italiano non cogliesse il tema. Ho così deciso di far intervenire direttamente l’AI in aula, scegliendo un tema non divisivo come potrebbero essere gli armamenti o il ponte sullo Stretto, ma soprattutto non su un tema digitale, perché volevo far capire che l’applicazione di questo algoritmo non riguarda solo la transizione digitale. Mentre il settore Educational si interroga su come capire se un compito in classe o una tesi di laurea è prodotta con l’AI o è frutto della mente dello studente, mentre il mondo assicurativo e quello economico ormai utilizzano da tempo gli algoritmi, volevo far capire che la politica non può essere esente”.

Le agenzie di tutto il mondo battono la notizia, e si coglie con mano che il tema dell’Intelligenza Artificiale che irrompe nella nostra vita è già realtà e presente. La “beffa istituzionale” di Marco Lombardo è solo il chiavistello ideale per aprire al mondo esterno la cassaforte dei misteri dell’AI.

“Con l’intelligenza artificiale abbiamo fatto un salto di qualità e adesso le macchine sono in grado di sostituire anche i lavori intellettuali. Voi giornalisti correte grandi rischi, ma anche noi parlamentari. Qualcuno potrebbe dire ma perché dobbiamo pagare così tanto delle persone quando basta un piccolo investimento in una macchina per produrre tutte le leggi del mondo, magari anche meglio di quelle prodotte dal Parlamento. Il punto è proprio questo, regolare l’intelligenza artificiale. Il problema è che non si può regolamentare un fenomeno che non si conosce. In Italia non si è aperto un dibattito vero sui pericoli dell’innovazione. C’è un testo molto interessante del filosofo Luciano Floridi che invita proprio a studiare come compensare le due intelligenze: quella artificiale e quella umana. È chiaro che l’algoritmo produce in base alle informazioni che gli diamo. Immagini le conseguenze di questa cosa anche sul fronte della sicurezza interna».

“Il problema - spiega ancora il senatore Marco Lombardo - è che oggi bisogna discutere di queste cose: è oggi che l’Europa sigla accordi con gli USA sull’uso consapevole dell’AI e noi non possiamo rimanere indietro come legislatori. C’è un evidente rischio sull’alterazione dei processi decisionali e sull’utilizzo manipolato dell’AI nella diffusione di informazioni false o di propaganda. È un altro degli aspetti che entra nello spazio della decisione politica. E poi, ovviamente, ci sono le opportunità: se noi dobbiamo andare a legiferare sulle politiche del lavoro, come facciamo a non considerare il fatto che oggi molti di loro operano su piattaforme digitali che avranno sempre più a che fare con algoritmi? È quello che di cui mi sono occupato anche in con la “Carta dei Diritti Fondamentali dei Lavoratori Digitali”. Lì ci siamo chiesti: ‘e se gli algoritmi hanno applicazioni discriminatorie?’. Oggi questo vale per esempio per i modelli assicurativi, quando le analisi predittive prodotte con gli algoritmi generano modelli discriminatori su una certa parte della popolazione che poi non viene assicurata. Il nostro compito è impedire che questo accada".

E alla domanda che gli fa un cronista parlamentare in rete “Ma è possibile che qualche discorso di Biden o di altri Capi di Stato siano stati elaborati dall’algoritmo?” il giovane guascone calabrese sorride, ma dice e non dice: “ Non ho la prova di questo e non posso rispondere a questa domanda, ma non escluso che questo sia potuto accadere, o sia accaduto, e non solo in America ma in ogni altra parte del mondo”.

 

Come dire? Attenti a non credere a tutto ciò che ci viene letto in pubblico anche dai potenti.


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