Marta Cartabia apre le porte segrete della #CorteCostituzionale ai giornalisti e alla gente comune

Corte Costituzionale, da oggi sul sito online la relazione (anche in podcast) della presidente della Corte Marta Cartabia sull’attività del 2019.Una vera e propria lectio magistralis sull’applicazione del diritto, e sulla difesa e il rispetto dei principi fondamentali della Costituzione in tempo di Covid. Ma anche una sorta di guida per chi volesse visitare il palazzo della Corte.

di Pino Nano
Giovedì 30 Aprile 2020
Roma - 30 apr 2020 (Prima Pagina News)

Corte Costituzionale, da oggi sul sito online la relazione (anche in podcast) della presidente della Corte Marta Cartabia sull’attività del 2019.Una vera e propria lectio magistralis sull’applicazione del diritto, e sulla difesa e il rispetto dei principi fondamentali della Costituzione in tempo di Covid. Ma anche una sorta di guida per chi volesse visitare il palazzo della Corte.

La Presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia presenta al Paese la tradizionale “Relazione annuale sull’attività della Corte costituzionale”, in cui si possono leggere le principali linee di tendenza della giurisprudenza costituzionale, e che da oggi potrete trovare in maniera integrale sul sito online della Corte costituzionale, insieme a una versione ridotta, anche in Podcast, e alla versione in lingua inglese con Executive summary. La relazione prende le mosse proprio dall’emergenza sanitaria, che ha costretto la Corte a rinviare la tradizionale Riunione straordinaria, con la successiva conferenza stampa, per illustrare l’attività dell’anno precedente. “In questa situazione di isolamento- precisa la Presidente- dare conto dell’attività della Corte nell’anno 2019 ha un che di paradossale. Quello appena concluso è stato l’anno della grande apertura della Corte costituzionale alla società civile e alla dimensione internazionale. «Apertura» è stata la parola d’ordine a palazzo della Consulta. La Corte ha aperto le sue porte, oltre che per permettere al pubblico e ai giornalisti di assistere alle udienze pubbliche, anche per consentire la visita del Palazzo da parte dei cittadini”. Marta Cartabia non esita a riconoscere che la Corte e soprattutto la sua Presidenza ha posto molte energie per sviluppare una comunicazione capace di raggiungere non solo gli operatori del diritto e gli specialisti, ma anche il pubblico generale: “Ha moltiplicato i comunicati stampa. Ha rinnovato il sito internet. Si è resa presente sui social. Ha ulteriormente sviluppato la comunicazione in lingua inglese, con una più assidua traduzione delle sentenze, dei comunicati stampa e dei principali documenti della giustizia costituzionale. Ha partecipato a numerosi incontri con altre Corti costituzionali e con le Corti europee. Ha organizzato seminari di studio. Ha ricevuto visite e delegazioni di altre Corti. Di più: la Corte non ha solo «aperto il palazzo», ma è uscita”. Ma la Corte, a differenza di come eravamo abituati un tempo- aggiunge la Presidente- “È uscita per raggiungere i giovani nelle scuole d’Italia, come peraltro già accadeva da qualche anno, anche se in modo meno strutturato; è uscita per incontrare la realtà delle carceri con visite di storica importanza, che sono tutte documentate analiticamente sul sito online della Corte e, con una selezione d’autore, anche dal docufilm Viaggio in Italia. La Corte costituzionale nelle carceri prodotto da Rai cinema e Clipper Media, per la regia di Fabio Cavalli. E ancora, è uscita per farsi conoscere da tutti e per portare ovunque i valori della Costituzione, attraverso la proiezione del suddetto docufilm in ogni angolo del paese e persino all’estero”. Nella parte centrale del suo discorso Marta Cartabia sottolinea che il 2019 è stato “un anno di grande dinamismo, tanto negli orientamenti della giurisprudenza della Corte, quanto nelle sue attività non giurisdizionali (vi invito a consultare in proposito i documenti predisposti dalla Segreteria generale e dalla responsabile della Comunicazione, pubblicati unitamente 3 alla consueta relazione sulle attività giurisdizionali della Corte e ai dati statistici elaborati dal Servizio studi). Poi, improvvisamente, è venuto un momento di stasi e di chiusura, imposto da un frangente drammatico della storia del paese e dell’umanità”. Il Covid e le sue regole hanno posto dei fremi anche alla Corte Costituzionale, e la sua Presidente non ha difficoltà a riconoscerlo: “Ora, tutto ha subìto un forte rallentamento. È un tempo quasi sospeso. In questa contingenza, le Istituzioni della Repubblica assicurano la continuità delle funzioni loro affidate, limitando le attività all’essenziale e alle questioni urgenti, indifferibili. C’è un tempo per ogni cosa e ogni cosa è bella al suo tempo, si potrebbe dire prestando eco alla millenaria saggezza del libro Qoelet. Il tempo del «Viaggio in Italia» della Corte è stato bruscamente interrotto e molte altre attività culturali e internazionali già programmate nel segno dell’apertura dell’Istituzione sono state rinviate. Quel tempo che, per alcuni versi, abbiamo detto sospeso, non appartiene però solo al passato, non è un tempo perduto: alcuni suoi frutti si schiudono anche in questo tempo ritrovato e presente”. La “stagione” Cartabia alla Corte, nel corso della fase di «apertura» della Corte ha prodotto risultati importanti. La Presidente dice: “E’ stata portata a termine l’approvazione di alcune rilevanti modifiche strutturali del processo costituzionale. In seguito a un seminario svolto a palazzo della Consulta nel dicembre 2018 e proseguito in un ricco dibattito interno, la Corte, con delibera dell’8 gennaio 2020, ha disposto alcune modifiche alle Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale per favorire una più ampia partecipazione al processo costituzionale. In particolare, sono stati introdotti l’istituto degli amici curiae, sono le formazioni sociali senza scopo di lucro e i soggetti istituzionali portatori di interessi collettivi o diffusi, e la possibilità di ascoltare esperti di altre discipline. Si è previsto che qualsiasi formazione sociale senza scopo di lucro e qualunque soggetto istituzionale possano presentare brevi opinioni scritte per offrire alla Corte elementi utili alla conoscenza e alla valutazione del caso sottoposto al suo giudizio, derivanti dalla loro esperienza “sul campo”. Una Corte Costituzionale, dunque, votata alla modernizzazione e fortemente proiettata nel futuro. La Presidente dice infatti che parallelamente, la Corte può convocare esperti di chiara fama di altre discipline per ricevere apporti su problemi specifici che vengano in rilievo nella trattazione delle questioni portate al suo esame. Poi aggiunge: “Numerose ed immediate sono state le richieste di partecipazione di vari esponenti della società civile, mentre la Corte stessa ha già disposto la convocazione di due esperti per un giudizio in materia di organizzazione delle agenzie delle entrate. Le modifiche apportate al processo costituzionale sono entrate in vigore prima che l’imprevedibile emergenza innescata dall’epidemia imprimesse una brusca svolta al corso della vita delle Istituzioni. La pronta e generosa recezione di tutte le novità processuali introdotte nel gennaio 2020 da parte dei soggetti interessati è la conferma di un cambiamento già avvenuto nel segno dell’apertura, anche sul piano processuale”. Ma come si fanno i conti reali con la pandemia? “Nell’immobilità della vita activa a cui siamo chiamati in questo tempo presente- risponde l’insigne giurista-, non siamo privati dello spazio per riflettere. In questo tempo sospeso, c’è agio per lasciar decantare le tante novità degli ultimi anni e consolidarle, nella consapevolezza dei benefici recati da una Corte “in relazione”, pienamente inserita nella trama istituzionale repubblicana, aperta alla società civile, protagonista anche sulla scena europea e internazionale. Oggi, le attività della Corte continuano in forma più riservata e ritirata, nell’attesa di potersi riaprire con slancio e convinzione rinnovati. L’esperienza che ha caratterizzato gli anni più recenti dell’attività della Corte – anni davvero “speciali”, come ebbe a dire il presidente Giorgio Lattanzi in apertura alla Relazione dello scorso anno – ha radicato nei giudici e in molti protagonisti della giustizia costituzionale la persuasione che una Corte aperta sia foriera di una giustizia costituzionale più ricca. Questo significa che anche il «Viaggio in Italia della Corte costituzionale» continuerà, e troverà nel tempo nuove modalità di realizzazione. Non c’è che dire, una donna eccellente alla guida della Corte, ma il primo a farlo capire agli italiani era stato proprio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in tempi non sospetti aveva parlato di lei come lo si potrebbe fare con una star della politica e del diritto insieme.


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