Martina Stella al Filming Italy in Sardegna: “Tornare a teatro è stato come tornare a casa"

L'intervista a Martina Stella madrina del Filming Italy Sardegna Festival in cui ci parla dei nuovi progetti, ricordando anche l'inizio della sua carriera.

di Thomas Cardinali
Giovedì 19 Giugno 2025
Roma - 19 giu 2025 (Prima Pagina News)

L'intervista a Martina Stella madrina del Filming Italy Sardegna Festival in cui ci parla dei nuovi progetti, ricordando anche l'inizio della sua carriera.

Torna a teatro dopo anni, racconta con passione il suo amore per la fantasia, parla da madre e da attrice, e interviene con garbo sulla recente polemica che ha coinvolto Matilda De Angelis. Martina Stella si confida al Filming Italy Sardegna Festival, diretto da Tiziana Rocca, nella cornice del Forte Village, e lo fa con sincerità e naturalezza, mescolando vita privata e percorso artistico.

 

“Tornare a teatro è stato come tornare a casa”, racconta. Oggi è sul palco con Cantando sotto la pioggia, per la regia di Luciano Cannito, dove interpreta Lina Lamont, la celebre diva del muto che fatica a sopravvivere al passaggio al cinema sonoro. “È un personaggio comico, sopra le righe, ma anche profondamente umano. Man mano che lo spettacolo va avanti, Lina esce dalla sua bolla e si confronta con la realtà. Per me è una sfida continua far ridere, ma anche raccontare la sua fragilità”.

 

Un ritorno non semplice, gestito tra impegni e vita familiare: “Ho due figli, di 12 e 3 anni. Sono una mamma single e fare una tournée richiede una grande organizzazione. Però sentivo che era arrivato il momento giusto. Avevo bisogno di qualcosa che mi riportasse alle origini, e il teatro lo è: la mia prima passione, il mio primo amore”.

 

L’attrice rivendica anche il suo legame con la creatività e il racconto: “A me piace raccontare storie. È qualcosa che ho sempre fatto, anche nel privato. La fantasia è il mio spazio, il mio modo per evadere e per restare creativa. Mi agio nel mondo dell’immaginazione, è una parte fondamentale della mia personalità”.

 

Tra i momenti che hanno segnato la sua carriera, inevitabile il ricordo dell’esordio con L’ultimo bacio di Gabriele Muccino: “Era il mio primo provino in assoluto. Ricordo l’imbarazzo e la voglia di essere ascoltata. Gabriele mi ha subito detto di non sforzarmi con l’accento romano: avevo 15 anni, pochissima esperienza. Ma mi ha messo a mio agio e sul set mi ha guidata completamente”.

 

Negli anni Stella ha attraversato cinema, TV, teatro, moda, senza mai fermarsi: “Non ho mai voluto limitarmi a una cosa sola. Dai 15 ai 28 anni ho avuto ritmi pazzeschi. Poi è arrivata mia figlia, e il ritmo è cambiato. Era il momento di vivere anche la mia vita”.

 

Tra i progetti recenti, cita con entusiasmo quello per tv in cui ha interpretato Claretta Petacci: “Abbiamo fatto tantissimi provini. Mi sono appoggiata molto a Duccio, che ha fatto un lavoro straordinario. E ho lavorato con Giacomo Campiotti, che conosco bene e che sa accompagnare gli attori. Mi piacciono i personaggi in bilico, quelli che oscillano tra amore e possesso, tra razionalità e follia”.

 

Martina non ha mai temuto i provini, nemmeno quelli andati male: “Non sono mai stata competitiva. Non credo che vinca sempre la più brava, ma quella che il regista sente giusta per quel ruolo. Amo i provini perché sono momenti di crescita”.

 

A margine del festival, Stella commenta anche la polemica nata attorno a Matilda De Angelis, che, in occasione della consegna del Nastro d’Argento per il film Fuori, aveva definito “irrispettoso” il dover condividere il premio con Elodie. Parole che hanno suscitato critiche, anche se l’attrice ha poi precisato di essere stata fraintesa e che il suo pensiero è stato male interpretato dalla stampa.

 

“Non ho seguito nei dettagli tutto il dibattito”, spiega Martina Stella, “ma ho visto che tra loro c’era grande unione, anche a Cannes. Matilda ha ritirato il premio, ho letto le interviste, e mi è sembrato che fossero in ottimi rapporti. Credo davvero che non volesse dire nulla di negativo”.

 

“Mi sento di difenderla”, aggiunge, “da donna, da attrice, da mamma più grande di lei. I film si fanno in squadra. Un premio si può e si deve condividere con le colleghe. Non capisco questa corsa a creare contrapposizioni tra donne. Il lavoro sul set si regge sulla fiducia, non sulla competizione”.

 

E, parlando proprio della figlia, conclude con un sorriso: “Se un giorno volesse fare il mio mestiere, la aiuterei e le direi di impegnarsi molto. Ma per ora non la vedo portata per questa strada, e devo dire che ne sono anche contenta”.

 

Un percorso cominciato da giovanissima, protetta da una famiglia sempre presente: “Mia madre era con me sul set, e nel tempo mi sono circondata di donne che mi hanno fatto da seconda famiglia. È stato fondamentale. Questo mestiere può essere duro, ma con le persone giuste accanto si può affrontare tutto”.


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