Myanmar: le esecuzioni capitali degli attivisti ed oppositori mostra quale sia la gravità della situazione
Le esecuzioni di quattro attivisti politici sono state le prime in molti decenni per il Myanmar, quasi 18 mesi dopo il colpo di Stato che ha rovesciato Aung San Suu Kyi. Secondo questo accademico, il Paese sta tornando velocemente al passato, affermano gli osservatori.
di Francesco Tortora
Giovedì 28 Luglio 2022
Dal nostro corrispondente a Bangkok - 28 lug 2022 (Prima Pagina News)
Le esecuzioni di quattro attivisti politici sono state le prime in molti decenni per il Myanmar, quasi 18 mesi dopo il colpo di Stato che ha rovesciato Aung San Suu Kyi. Secondo questo accademico, il Paese sta tornando velocemente al passato, affermano gli osservatori.

Il conflitto in corso in Myanmar ha suscitato nuove preoccupazioni a livello internazionale quando lunedì l'esercito del Paese ha annunciato di aver giustiziato quattro attivisti democratici e prigionieri politici. 

Le uccisioni di alto profilo sono state l'ultimo segnale dell'aggravarsi del conflitto civile nel Paese del sud-est asiatico, quasi 18 mesi dopo che i militari hanno organizzato un colpo di Stato e hanno rovesciato il governo democraticamente eletto nel febbraio 2021. 

I militari hanno ucciso due importanti leader politici che si opponevano alla giunta - Kyaw Min Yu, scrittore e attivista noto come Jimmy, e Phyo Zeya Thaw, musicista hip-hop diventato parlamentare sotto il vecchio regime politico - con l'accusa di antiterrorismo. 

Altre due persone - Hla Myo Aung e Aung Thura Zaw - sono state giustiziate dopo essere state condannate per aver ucciso una donna che, a quanto pare, ritenevano essere un'informatrice militare. 

Le esecuzioni fanno seguito a un recente rapporto del gruppo per i diritti umani Amnesty International, secondo il quale l'esercito starebbe piazzando mine terrestri nelle aree residenziali per ferire e uccidere i civili. 

Le esecuzioni politiche di questi attivisti sono state le prime in molti decenni per il Myanmar, che negli ultimi decenni è passato dal controllo militare a una leadership democratica emergente. L'esercito vuole inviare un messaggio ai cittadini e al mondo: è lui che comanda. 

Ma dietro una sottile patina di controllo, i timori dei militari nei confronti dell'opposizione pubblica e delle rivolte possono essere percepiti sia dalla popolazione del Myanmar sia da osservatori esterni. 

I soldati hanno rovesciato Aung San Suu Kyi, ex leader e ministro degli Esteri del Myanmar, all'inizio del 2021 e l'hanno messa agli arresti domiciliari. 

Il colpo di Stato ha scatenato un'ondata di proteste in tutto il Paese: alla fine di giugno 2021 erano state segnalate oltre 4.700 manifestazioni contro il colpo di Stato. I militari hanno risposto con arresti di massa e uccisioni di civili. Ad aprile, l'esercito ha poi mandato in prigione Aung San Suu Kyi con molteplici accuse di corruzione che l'organizzazione no-profit Human Rights Watch ha definito "fasulle". 

L'esecuzione di quattro leader rivoluzionari probabilmente intensificherà la resistenza ai militari in tutto il Paese. 


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