La cronaca del nostro corrispondente.
Non accettiamo che qualcuno dall'alto ci imponga il Green pass. "Non esiste che ci si possa muovere solo con il lascia passare. Ciò evoca periodi nefasti". La democrazia è a rischio in Italia.
Lo hanno dichiarato i No Green Pass in presidio, ieri sera, davanti alla sede Rai in via Verdi a Torino.
Circa trecento persone, che hanno risposto all'appello di 'Libera Scelta' promotore di iniziative simili anche in altre 11 città italiane svolte in contemporanea a partire dalle ore 20, hanno esposto nel capoluogo piemontese cartelli contro "i ricatti, le discriminazioni e le minacce". Qualcuno si è attaccato al petto una stella di David gialla, in ricordo delle deportazioni degli ebrei iniziate con le leggi razziali del 1938.
“Noi non siamo No Vax e non siamo negazionisti, ha detto il portavoce del comitato promotore del raduno Matteo Rossino, ma siamo contro il Green Pass perché chi ci rimette sono ancora i locali e le palestre. Quindi dopo le chiusure, ci potrebbe essere un' ennesimo danno all'economia. Alla fine questo è un obbligo mascherato".
Protestiamo anche - hanno evidenziato alcuni presenti - contro i media che forniscono notizie false e realizzano dibattiti senza contraddittorio. Agisce così - hanno posto in risalto - anche la nostra tv di Stato verso cui sono stati lanciati alcuni insulti.
I manifestanti hanno acceso poi le torce dei cellulari, alzandoli in alto per una simbolica fiaccolata. "Noi siamo liberi", hanno ripetuto per diversi minuti.
E’ intervenuto anche il candidato sindaco di Torino per Italexit, Ivano Verra, che ha ribadito: "Siamo qui per dare voce ai lavoratori, agli studenti, ai ristoratori e a tutte le altre categorie che non vogliono rinunciare alla propria libertà".
E’ stato ricordato, con un minuto di silenzio, il Prof. Giuseppe De Donno, inventore della cura contro il Covid rifiutata dal Governo italiano. I partecipanti hanno evidenziato che tale sentimento di diffidenza è stato all’ origine del suicidio del noto medico. “Assassini!”, è stato lo slogan pronunciato poco dopo. Ne sono stati scanditi successivamente altri come “I bambini non si toccano!”, “Libertà!” e non sono mancati alcuni insulti contro l’ esecutivo. Dure critiche sono state rivolte, in particolare, nei confronti della ministra dell’ Interno, Luciana Lamorgese, per aver definito “illegali” i cortei di sabato.
I dimostranti hanno posto in risalto poi l’ approvazione, da parte dell’ Organizzazione mondiale della sanità, di 5 cure alternative per guarire dal Covid, di cui una approvata dai giudici del Tar del Lazio.
I presenti hanno terminato il loro sit – in dopo circa un ‘ora, dandosi appuntamento a sabato prossimo, alle 17:30 sempre nel capoluogo piemontese, in Piazza Castello per replicare quanto è avvenuto il 24 luglio. Saranno coinvote, nella nuova iniziativa, oltre 80 città italiane.
I cortei verranno realizzati, ogni sabato pomeriggio alla medesima ora, fino a quando il Governo di Mario Draghi non abolirà l' obbligo del Green pass.
Marco Paganelli
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News