Papa Leone XIV agli Ebrei: "Tempi segnati da malintesi e conflitti, bisogna continuare a dialogare"

"No alla guerra e sì alla pace, no alla corsa agli armamenti e sì al disarmo, no a un'economia che impoverisce i popoli e la Terra e sì allo sviluppo integrale".

(Prima Pagina News)
Lunedì 19 Maggio 2025
Roma - 19 mag 2025 (Prima Pagina News)

"No alla guerra e sì alla pace, no alla corsa agli armamenti e sì al disarmo, no a un'economia che impoverisce i popoli e la Terra e sì allo sviluppo integrale".

"A motivo delle radici ebraiche del cristianesimo, tutti i cristiani hanno una relazione particolare con l'ebraismo. La Dichiarazione conciliare Nostra aetate sottolinea la grandezza del patrimonio spirituale comune a cristiani ed ebrei, incoraggiando alla mutua conoscenza e stima. Il dialogo teologico tra cristiani ed ebrei rimane sempre importante e mi sta molto a cuore. Anche in questi tempi difficili, segnati da conflitti e malintesi, è necessario continuare con slancio questo nostro dialogo così prezioso".

Così Papa Leone XIV, in udienza con i rappresentanti delle altre fedi, rivolgendosi al popolo ebraico.

"I rapporti tra la Chiesa Cattolica e i musulmani sono stati segnati da un crescente impegno per il dialogo e la fraternità, favorito dalla stima per questi fratelli e sorelle 'che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini'. Tale approccio, fondato sul rispetto reciproco e sulla libertà di coscienza, rappresenta una solida base per costruire ponti tra le nostre comunità", ha proseguito, ricordando che la sua elezione al Soglio Pontificio "è avvenuta mentre ricorre il 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea. Quel Concilio rappresenta una tappa fondamentale per l'elaborazione del Credo condiviso da tutte le Chiese e Comunità ecclesiali. Mentre siamo in cammino verso il ristabilimento della piena comunione tra tutti i cristiani, riconosciamo che questa unità non può che essere unità nella fede".

"In quanto Vescovo di Roma - ha aggiunto il Pontefice - considero uno dei miei doveri prioritari la ricerca del ristabilimento della piena e visibile comunione tra tutti coloro che professano la medesima fede in Dio Padre e Figlio e Spirito Santo". "Quella per l'unità è sempre stata una mia costante preoccupazione, come testimonia il motto che ho scelto per il ministero episcopale: In Illo uno unum, un'espressione di Sant'Agostino di Ippona che ricorda come anche noi, pur essendo molti, 'in Quell'unico - cioè Cristo - siamo uno'", ha ricordato Papa Prevost.

"No alla guerra e sì alla pace, no alla corsa agli armamenti e sì al disarmo, no a un'economia che impoverisce i popoli e la Terra e sì allo sviluppo integrale", ha aggiunto.

"La testimonianza della nostra fraternità, che mi auguro potremo mostrare con gesti efficaci, contribuirà certamente a edificare un mondo più pacifico, come desiderano in cuor loro tutti gli uomini e le donne di buona volontà". "In un mondo ferito dalla violenza e dai conflitti" ogni comunità può dare "il proprio apporto di saggezza, di compassione, di impegno per il bene dell'umanità e la salvaguardia della casa comune", ha concluso il Santo Padre.


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