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Nel centenario della nascita del Maestro pesarese, la figlia Rizia racconta l’eredità artistica e umana di uno dei più grandi compositori italiani. “La musica non ha confini, è la voce eterna dell’uomo.”
Nel centenario della nascita del Maestro pesarese, la figlia Rizia racconta l’eredità artistica e umana di uno dei più grandi compositori italiani. “La musica non ha confini, è la voce eterna dell’uomo.”
Nel cuore di Pesaro, città della musica e del Maestro Riz Ortolani, si accendono i riflettori sul centenario della sua nascita, che sarà celebrato a partire da marzo 2026. La memoria del compositore, autore di celebri colonne sonore e ambasciatore dello stile italiano nel mondo, rivive oggi attraverso la voce di sua figlia, Rizia Ortolani. In questa intervista esclusiva, Rizia racconta lo spirito con cui il padre avrebbe affrontato le attuali tensioni geopolitiche, riaffermando la forza della musica come linguaggio universale capace di unire i popoli.
Gentile Rizia, figlia del celebre compositore di Pesaro, come avrebbe reagito suo padre, il Maestro Riz Ortolani, di fronte alle polemiche sulla partecipazione della Filarmonica di Pesaro a un evento culturale in Russia in questo particolare momento storico?
«Il Maestro Riz Ortolani, papà, riteneva fermamente che la musica non avesse confini e che riuscisse a far parlare anche coloro che tra loro non sono amici. Le note musicali hanno solo il colore dell'arte e gli spartiti parlano una sola lingua, quella appunto dell’Arte dell’Uomo come massima espressione della sua eternità nei secoli.»
Questa iniziativa promuove i rapporti internazionali tra Italia e Russia anche in un contesto di grande delicatezza diplomatica. Secondo lei, qual è il valore della cultura e della musica come strumenti di dialogo, oltre ogni embargo o barriera politica?
«Attenzione. Queste iniziative sono rapporti d’arte che nulla hanno che vedere con un momento politico o con la diplomazia o con gli scontri di ogni genere. Lo dice Lei stesso con la sua domanda: musica è cultura, e la cultura deve essere uno strumento di dialogo fra le genti, senza embargo e senza nessuna barriera politica. Quindi artisti italiani in un evento culturale rappresentano una cultura non solo italiana ma universale. Ben vengano anche in un’ottica di dialogo, a suo modo sereno.»
Oltre a questa iniziativa internazionale, ci sono altre attività che la città di Pesaro sta portando avanti per promuovere e valorizzare i suoi grandi artisti, come Riz Ortolani, in Italia e all’estero?
«Al momento il Comune di Pesaro è un interlocutore. Le iniziative sul RIZ sono promosse da un comitato di esperti di cui fanno parte diversi esperti tra cui il regista e scenografo Marco Dentici che, tra le altre iniziative, sta curando la realizzazione dell’unico vero film biografico dedicato a mio padre. La partecipazione del Comune di Pesaro è necessaria perché RIZ Ortolani è un concittadino che la comunità non può assolutamente dimenticare, perché è considerato insieme a Rossini una personalità di fama internazionale.
In tal senso ci aspettiamo un forte impegno da parte delle istituzioni locali per dare supporto alle celebrazioni del centenario della nascita di RIZ Ortolani che avranno luogo a partire da marzo 2026.»
In vista delle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita di Riz Ortolani, quali sono le iniziative principali messe in campo dal comitato per le Celebrazioni della nascita di RIZ Ortolani e dalla sua famiglia? Può anticiparci qualcosa sugli eventi previsti per il centenario?
«Oltre al film Ci vediamo da RIZ - Armonie e dissonanze che vede come regista Marco Dentici e direttore della fotografia Daniele Ciprì, per il quale ha manifestato interesse l’emittente nazionale pubblica, sono allo studio iniziative artistiche di vario tipo sia in Italia che all’estero.
Abbiamo ricevuto richieste da tutto il mondo per creare eventi dedicati a RIZ Ortolani ma quella che è sicuramente più rilevante è la proposta di un concerto negli USA a New York, con il contributo di grandi star della musica mondiale che amano ancora RIZ ed il suo geniale talento.
I grandi artisti sono dei pontieri, uniscono terre e popoli che per altre ragioni si sono disuniti. Nell’anno della Speranza è bello pensare che un giorno americani e russi possano tornare a collaborare insieme, magari ispirandosi alle note di “Oh My Love” che mio padre realizzò per la colonna sonora del film Addio Zio Tom, pensando che la voce di mia madre Katyna Ranieri potesse rendere questo brano immortale, come l’Amore.»
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