Sport: Beppe Saronni Ambasciatore della Grande Milano nel mondo

Mercoledì 6 luglio a Milano si è tenuto il tradizionale Galà dedicato agli Ambasciatori della Grande Milano nel mondo Edizione 2022, un evento di respiro internazionale.

di Pino Nano
Venerdì 08 Luglio 2022
Milano - 08 lug 2022 (Prima Pagina News)

Mercoledì 6 luglio a Milano si è tenuto il tradizionale Galà dedicato agli Ambasciatori della Grande Milano nel mondo Edizione 2022, un evento di respiro internazionale.

Eccoli i protagonisti dell’Edizione di quest’anno, Caterina Caselli, Antonio Albanese e Beppe Saronni, la musica, il grande cinema, lo sport come dire “il meglio del made in Italy nel mondo”.

Una manifestazione unica nel suo genere che ogni anno riporta Milano al centro della grande attenzione mediatica per tutto quello che un evento come questo comporta, e per i naturali riflessi che ha sul mondo internazionale dei media. Un’operazione di marketing istituzionale e internazionale che fa di Daniela Mainini, presidente del Centro Studi Grande Milano, una delle donne manager più vere e più protagoniste di Piazza Duomo e della storia che Milano percorre da anni in ogni parte del mondo. Solo per questo, le andrebbe assegnato un oscar tutto per lei, ma Milano questo lo sa e la ama per questo.

Ma veniamo al protagonista del mondo dello Sport del Galà di quest’anno, il grande Beppe Saronni.

Beppe Saronni, classe 1957, oggi dirigente sportivo, ex ciclista su strada e pistard italiano. Professionista dal 1977 al 1990, vinse due Giri d'Italia, una Milano-Sanremo, un Giro di Lombardia, una Freccia Vallone e un campionato del mondo su strada. Dal 2005 è dirigente della UAE Team Emirates. Suo fratello Antonio Saronni, fu 4 volte campione italiano di ciclocross.

Nel 1979, a soli 21 anni e 8 mesi, si aggiudicò la classifica generale del Giro d'Italia. La corsa si decise nella cronoscalata di San Marino, dove Saronni vinse indossando la maglia rosa: non lasciò più il primato, anzi lo consolidò nella cronometro dell'ultimo giorno all'Arena Civica di Milano, prevalendo con 2'09" su Francesco Moser e risultando uno dei vincitori più giovani della storia della corsa. In quel Giro si aggiudicò anche la prima di tre maglie ciclamino consecutive (quattro totali). In stagione conquistò anche il Campionato di Zurigo, il Giro di Romandia, il Grand Prix du Midi Libre e il Trofeo Baracchi in coppia con Moser.

Nel 1980 passò alla Gis Gelati, sempre sotto la direzione di Chiappano: in stagione vinse la Freccia Vallone, sette tappe al Giro d'Italia (in cui però concluse solo settimo), suo record, e il titolo nazionale professionisti. Concluse la stagione con ben 30 vittorie all'attivo. Nel 1981 si aggiudicò quindi tre frazioni al Giro (concludendo terzo nella generale, a soli 50" dal vincitore Giovanni Battaglin) e la medaglia d'argento ai campionati del mondo di Praga, superato allo sprint da Freddy Maertens. In stagione fece sue anche numerose classiche del calendario italiano, e il bronzo mondiale nella corsa a punti su pista a Brno.

Nel 1982 passò alla Del Tongo-Colnago, ancora sotto la guida di Chiappano. Nei primi mesi con la nuova maglia vinse Milano-Torino, Tirreno-Adriatico, Giro del Trentino e Giro di Svizzera, mentre al Giro d'Italia, nonostante la vittoria nella tappa Cuneo-Pinerolo, dovette accontentarsi del sesto posto finale. L'estate fu marcata dalla scomparsa in un incidente stradale di Carlo Chiappano, suo mentore. Nonostante il lutto, Saronni disputò un buon pre-mondiale e il 5 settembre 1982 andò a trionfare ai campionati del mondo di Goodwood, in Gran Bretagna, anticipando i forti Greg LeMond e Sean Kelly grazie a uno scatto a 500 metri dall'arrivo, rimasto nella memoria collettiva come la "Fucilata di Goodwood". Concluse la stagione con la vittoria in volata, sua 34ª stagionale, al Giro di Lombardia.

Nella primavera 1983 si aggiudicò la Milano-Sanremo, quarto a riuscirci in maglia iridata dopo Alfredo Binda, Eddy Merckx e Felice Gimondi, grazie a un attacco sul Poggio che lo portò a prevalere in solitaria con 44" sul secondo, Guido Bontempi. Sempre in maglia iridata concluse la serie di successi del "biennio d'oro" nel giugno 1983 con la vittoria finale, la seconda in carriera per lui, al Giro d'Italia. Su un percorso con ben poche montagne, ma con abbuoni importanti in ogni frazione (30" al vincitore di tappa, anche a cronometro), Saronni si impose in tre tappe e vestì di rosa già dopo l'ottava tappa, a Salerno. Alla fine, precedette per 1'07" Roberto Visentini, nonostante la vittoria di quest'ultimo nella cronometro finale di Udine.

Abbandonò le corse nel 1990, dopo una stagione alla Malvor-Sidi e una, l'ultima, alla Diana-Colnago. Nel 1992, due anni dopo il ritiro, divenne team manager della Lampre, affiancando Pietro Algeri: alla guida della squadra vinse due Giri d'Italia, nel 1996 con Pavel Tonkov (team Panaria-Vinavil) e nel 2001 con Gilberto Simoni (team Lampre-Daikin). Nel 2005 ha condotto la Lampre alla fusione con la bolognese Saeco e alla formazione del team Lampre-Caffita: la nuova squadra è da allora presente ininterrottamente nel ProTour/World Tour e nel 2017, con l'ingresso di capitali emiratini e l'addio di Lampre, ha assunto la denominazione di UAE Team Emirates.

“Nessuno meglio di lui – dice Daniela Mainini- avrebbe potuto rappresentare meglio la Grande Milano nel mondo”.

https://www.youtube.com/watch?v=uZ7qGhWgOEY


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