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Che l’Amleto in scena all’Argentina sia denso, intenso e moderno lo si capisce andando a teatro. Ma la profondità e lo spessore dell’attore che lo interpreta, Fausto Cabra, abbiamo avuto modo di intuirli sentendolo parlare a cena, nel dopo teatro.
Che l’Amleto in scena all’Argentina sia denso, intenso e moderno lo si capisce andando a teatro. Ma la profondità e lo spessore dell’attore che lo interpreta, Fausto Cabra, abbiamo avuto modo di intuirli sentendolo parlare a cena, nel dopo teatro.
So che per galateo non si dovrebbe fare ma, ritrovandolo per caso al tavolo accanto al mio mentre mangiavo una pizza, non ho potuto fare a meno di ascoltare la passione e la professionalità con le quali analizzava con i suoi attori ogni momento dello spettacolo che si era concluso pochi minuti prima. E’la tensione del perfezionismo di chi sa scavare dentro per entrare nell’intimità del personaggio. Di Amleto ne è pieno il mondo, sono secoli che l’opera di Shakespeare viene portata in scena nei teatri di ogni continente. Ma questo, devo dire, ha un sapore del tutto particolare. Sarà che un Amleto in jeans, con annesse birra e bomboletta spray per scrivere sui muri non ce lo si aspettava, ma vale davvero la pena di andare all’Argentina a vederlo. C’è tempo fino al 9 dicembre, non perdetelo.
Corsetti situa la tragedia shakespeariana in un complesso gioco di scatole sceniche che fabbricano l’immaginaria reggia danese in cui si svolge la tragedia. In una elaborata macchina scenica che compone e scompone le ambientazioni Amleto, spiega il regista “è solo sulla scena, che è lo spazio della sua mente. Qui deve trovare la determinazione per continuare a vivere nel reale fatto di usurpazione e oltraggio. Come può farci entrare nei luoghi simbolici, corridoi e terrazze del palazzo di Elsinore? Come può popolarli di personaggi, creare per noi la macchina umana di desideri e pulsioni, atti mancati e violenti? Ecco che arrivano gli attori, gli amati attori, ecco che grazie a loro il teatro si mette in moto di fronte a noi. Elsinore appare nella sua terribile instancabile attività, come la fabbrica dei sogni che visitiamo ogni notte”. Interessanti le musiche e i vocal coaching curati da Massimo Sigillò Massara (compositore, produttore artistico e musicale, fondatore, leader e arrangiatore della pluripremiata orchestra vocale SeiOttavi).
Corsetti è impegnato da decenni ad esplorare attraverso i suoi spettacoli il confine tra il teatro e le altre discipline della scena: arti visive, poesia, scrittura, musica, arti circensi, video-arte, danza. Il territorio delle sue ricerche e delle sue opere in Italia e all’estero è di volta in volta definito da nuclei poetici molto diversi tra loro, ma ugualmente potenti, quali la scrittura di Kafka, Goethe, Kleist, Ovidio, Shakespeare, Pirandello, Chretien de Troyes, Labiche, la pittura rinascimentale e barocca, la drammaturgia contemporanea, Barker, Dimitriades, Lohle, il melodramma di Rossini, Verdi, Donizetti, Bellini, Guarnieri, Adams, Hoffenbach, Auber.
In scena con Fausto Cabra, Dario Caccuri (Guildenstern, prete), Michelangelo Dalisi (Claudio, spettro), Adriano Exacoustos (Luciano, soldato, marinaio , secondo becchino, Francesca Florio (Prima attrice, Regina, Soldato), Diego Giangrasso (Laerte), Iacopo Nestori (primo attore, re, messaggero, marinaio, primo becchino), Francesco Sferrazza Papa (Orazio), Giovanni Prosperi (Rosencrantz), Sara Putignano (Gertrude), Francesco Bolo Rossini (Polonio, Osric), e Mimosa Campironi (Ofelia) sul palco anche come musicista, alla chitarra elettrica.