UniRai, Francesco Palese ”Ecco chi siamo”. Oggi a Roma il battesimo del Movimento.
UniRai sta per Associazione aperta a tutti i giornalisti della Rai Radiotelevisione Italiana, libera da ogni pregiudizio ideologico, lontana dalla propaganda politica e saldamente ancorata ai valori costituzionali. Oggi a Roma il lancio ufficiale alla presenza del ministro Sangiuliano.
di Pino Nano
Giovedì 30 Novembre 2023
Roma - 30 nov 2023 (Prima Pagina News)
UniRai sta per Associazione aperta a tutti i giornalisti della Rai Radiotelevisione Italiana, libera da ogni pregiudizio ideologico, lontana dalla propaganda politica e saldamente ancorata ai valori costituzionali. Oggi a Roma il lancio ufficiale alla presenza del ministro Sangiuliano.

Ancora qualche ora e poi da domani “UniRai” sarà finalmente una realtà operativa. Parliamo del nuovo sindacato dei giornalisti RAI che nei fatti sarà l’alternativa a USIGRAI, il sindacato storico che da anni nell’azienda fa il bello e il cattivo tempo.

Sarà l’altra faccia della medaglia, che nasce come Associazione aperta a tutti i giornalisti della Rai Radiotelevisione Italiana, libera da ogni pregiudizio ideologico, lontana dalla propaganda politica e saldamente ancorata ai valori costituzionali. A presiedere i lavori del meeting di questa sera sarà il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, storico direttore del TG2 e giornalista RAI di vecchia data, prima ancora che uomo di governo. Ma con lui ci saranno tante altre figure storiche del giornalismo RAI di questi anni -Piero Vigorelli un nome per tutti, Consigliere Nazionale di FIGEC, storico fondatore del SINGRAI- e che per anni hanno sostenuto la tesi che un sindacato unico non poteva bastare alla dialettica aziendale. 

Ma al vertice di oggi sarà presente anche il Segretario Generale della FIGEC, Carlo Parisi :"Ho deciso di partecipare -dice Parisi- per salutare la nascita di un nuovo soggetto che allarga il pluralismo sindacale e per sottolineare che, al di là delle decisioni che assumerà Unirai, Figec Cisal proseguirà anche in Rai sulla strada intrapresa il 28 luglio dello scorso anno grazie ai colleghi che, in tempi non sospetti, non hanno esitato a lasciare la Fnsi per aderire al nostro sindacato del quale oggi sono anche componenti del Consiglio Nazionale. Da Paolo Corsini, componente della nostra Giunta Esecutiva, ai consiglieri nazionali in attività Giuseppe Malara, Saverio Montingelli e Antonio Scoppettuolo e in pensione Piero Vigorelli, Annamaria Terremoto;Maria Pia Farinelli e Pino Nano. Colleghi tutti ai quali rinnovo il mio ringraziamento per il prezioso lavoro che svolgono per la nostra causa”.

"Non siamo un sindacato, tantomeno siamo un sindacato di destra - spiega all'ANSA Francesco Palese (in alto nella foto), tra i promotori dell'iniziativa - In queste ore sono in atto tentativi per screditare un progetto trasversale, che non guarda alle appartenenze politiche che nulla hanno a che vedere con l'attività che l'associazione sarà chiamata a svolgere accanto ai colleghi. Quello di domani - spiega Palese, che sottolinea di ispirarsi a Paolo Corsini e Incoronata Boccia nell'attività sindacale -, sarà l'inizio di un percorso proiettato nei prossimi mesi. Ci sono tante opzioni sul tavolo e si deciderà strada facendo la soluzione migliore per assistere i colleghi. C'è una grande domanda di cambiamento, abbiamo avuto un ottimo riscontro per le adesioni e dopo l'evento di oggi procederemo con le iscrizioni.Lo statuto prevede che il 10% delle quote sia devoluto alle realtà che si occupano di persone con disabilità - fa sapere ancora Palese -. Tra i primi impegni ci sarà la richiesta di avere condizioni di miglior favore per i lavoratori tutelati dalla legge 104, perché la Rai deve essere da esempio in Italia. Poi saremo attivi in una sorta di formazione per i colleghi su questi temi".

Uniti nelle differenze, senza etichette. L’obiettivo -si legge nel programma che oggi pomeriggio sarà ufficialmente presentato al mondo della comunicazione- è offrire ai colleghi una nuova casa plurale e trasversale per restituire all’informazione del servizio pubblico quella terzietà e quella completezza che, sole, possono contribuire alla formazione di idee consapevoli sui principali fatti nazionali e internazionali”.

I vertici del nuovo Movimento (Elisabetta Abbate, Maurizio Colantoni, Sergio De Nicola, Giulia Di Stefano, Stefano Fumagalli, Antonella Gurrieri, Virginia Lozito, Francesco Palese, Antonio Ranalli, Omar Reda, Andrea Romoli e Sara Vertasottolineano che al centro del progetto ci saranno temi fondamentali come “la tutela dei giornalisti, la garanzia dell’autonomia professionale imposta dal Contratto nazionale di lavoro giornalistico, l'organizzazione del lavoro nelle redazioni, la certezza delle risorse e un giusto equilibrio tra diritti e doveri”.

Tale attività renderà naturalmente UniRai miniera di idee e di riflessioni sull'intero mondo Rai, così come alternativa nella dialettica con l'azienda e con gli altri interlocutori.

“Unicamente attraverso questo approccio sarà possibile rappresentare le istanze troppo spesso ignorate di tanti colleghi giornalisti, che non hanno trovato adeguato ascolto nelle organizzazioni sindacali esistenti. La complessità delle sfide che riguardano i giornalisti del servizio pubblico rende più che mai urgente lo sviluppo di una nuova cultura dei diritti, che riporti il concetto di “servizio ai colleghi” al centro delle varie cariche elettive”.

Il programma che è stato fatto circolare in queste ore dal gruppo dirigente di UNIRAI chiarisce che “Numerosi promotori di UniRai sono già impegnati all'interno degli organismi di categoria. A Stampa Romana siamo ormai da cinque anni parte attiva di una maggioranza trasversale che basa la sua iniziativa sull'ascolto, sul dialogo costante, sulla tutela degli iscritti garantiti e soprattutto non garantiti, sui servizi ai colleghi (dall’assistenza sindacale, legale e previdenziale alla formazione) rigettando le logiche di schieramento. I nostri rappresentanti forniscono quotidianamente il loro contributo in termini di idee e lavoro sul campo nell’Ufficio di presidenza dell’associazione, negli organismi di garanzia, nelle commissioni Contratto, Pari opportunità e Lavoro non dipendente e nella Consulta degli uffici stampa”.

Insomma, alle spalle di tutto questo c’è già un’esperienza pregressa, importante e maturata ai massimo livelli sindacali e di categoria

“All'interno della Federazione Nazionale della Stampa Italiana – precisa il programma UniRai-siamo impegnati, seppur dall'opposizione, nella difesa dei diritti dei colleghi giornalisti, soprattutto dei meno tutelati, in un quadro nazionale che vede l'intera categoria alle prese con una situazione economica complessa e con stati di crisi di diversi organi di stampa, le cui vendite sono in costante e drammatico calo. In questo scenario, sia come singola componente sia nel blocco di opposizione, promuoviamo un miglioramento delle condizioni dei colleghi, a partire ad esempio dalla proposta dell'equo compenso che punta a stabilire un principio importante: la pari dignità tra i colleghi tutelati dal contratto e i colleghi freelance al di fuori del perimetro del contratto”.

La mission di UniRai è categorica: “Nell’ambito di UniRai porteremo avanti singole battaglie che punteranno a migliorare le condizioni e l'esercizio della nostra professione nel quotidiano, consapevoli del ruolo del servizio pubblico per la piena affermazione della democrazia”.

L’analisi sul passato è a tratti impietosa ma quanto mai reale.

“Troppo spesso negli ultimi anni è mancato un dibattito sui temi, affinché il prodotto delle varie testate torni a essere collettivo, pluralista e diversificato. Si pensi ad esempio agli argomenti legati alle fasce giovanili e all'universo femminile, spesso affrontati in modo disorganico o quando ci sono casi eclatanti di bullismo e femminicidio. Tale dibattito per essere realmente articolato deve necessariamente svilupparsi anche in luoghi e contesti "altri" rispetto a quelli offerti dalle organizzazioni sindacali esistenti. Un dibattito che dovrà essere aperto a tutte le sensibilità e in cui ogni contributo dovrà avere la stessa dignità”.

Sotto questo profilo il progetto è chiarissimo, UniRai si proporrà come luogo di confronto permanente e costantemente a disposizione per l'organizzazione di seminari, giornate di studio, convegni e per proporre all'azienda campagne social a lungo termine. I giornalisti del servizio pubblico esprimono professionalità e competenze spesso poco valorizzate quando non addirittura mortificate.

Ma questo non basta osservano i promotori del progetto.

“È necessaria una riflessione sull'intera organizzazione del lavoro, a partire dai sistemi di attribuzione delle qualifiche. Va riformato in tempi rapidi il modello del job posting, che in questi anni ha evidenziato numerose pecche. Va inoltre avviato un confronto sulla progressione delle carriere che arrivi a comprendere figure come il redattore ordinario e il caposervizio, alla luce degli accordi del 3 maggio 2022 che hanno ridefinito i criteri contrattuali che regolano l'incarico di inviato. Allo stesso modo occorre ragionare sui modelli di specializzazione e su percorsi di formazione all'altezza dei cambiamenti della professione”.

Temi caldi e attualissimi di un mondo che per anni ha sonnecchiato, fingendo di non capire che il mondo stava cambiando anche in RAI.

La chiave di volta?

“All'origine di tali processi – rispondono i vertici di UniRai- dovranno esserci tre parametri: merito, trasparenza, sostenibilità. Il tema dell'estensione dei diritti ai colleghi attualmente non garantiti dovrà comparire sempre in cima alla lista dell'iniziativa di UniRai. Con gli accordi del 2019 circa 240 giornalisti delle reti del servizio pubblico hanno avuto accesso al cosiddetto "giusto contratto", cioè al contratto nazionale di lavoro giornalistico. Per questi colleghi, prevalentemente inquadrati nelle Direzioni "Approfondimento" e "Day time" sarà importante garantire l'applicazione integrale dell'accordo di marzo 2023. Accordo che rappresenta per noi solo il primo passo per un completo riconoscimento dell’attività giornalistica e delle tutele sindacali per i colleghi che operano nei programmi. Oggi chiedono l'accesso alle stesse tutele più di 200 colleghi che ogni giorno contribuiscono a realizzare programmi di informazione, ma con rapporti di lavoro che vanno dalla consulenza con partita iva al contratto da programmista”.

Occorre quindi sollecitare l'azienda affinché riapra immediatamente il tavolo avviato a marzo sulla cosiddetta "fase 2" del "Giusto contratto". (1-Segue)


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