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La premier Meloni non prenderà parte all'evento: ha annullato tutti i suoi impegni per febbre.
La premier Meloni non prenderà parte all'evento: ha annullato tutti i suoi impegni per febbre.
Il Governo sta mandando segnali contraddittori alle Regioni, che si sono riunite a Venezia per il Festival annuale, ma dagli amministratori locali arriva un nuovo richiamo sul tema spinoso dell'Autonomia Differenziata.
Se, da una parte, Palazzo Chigi, stamani, ha deciso di impugnare la legge della Provincia Autonoma di Trento sul tetto dei tre mandati, dall'altra ha dato il suo via libera al ddl delega sui Lep (Livelli Essenziali di Prestazioni, ndr), passaggio obbligatorio perché l'iter sull'Autonomia Differenziata andasse avanti.
Nel frattempo, la premier Giorgia Meloni ha annullato tutti i suoi prossimi impegni per oggi e domani, inclusa la partecipazione al Festival delle Regioni. E' quanto ha fatto sapere il suo staff, spiegando che la premier è costretta al riposo per uno stato febbrile.
Le reazioni sono state varie in Laguna, dove il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha invitato a guardare ai principi di sussidiarietà e indicato le "intersezioni, talvolta intense" tra i livelli di competenza.
"L'autonomia ha trovato un'adeguata valorizzazione ed è risultato evidente come essa si dimostri efficace e vantaggiosa per le collettività quando comporta l'esercizio di funzioni e competenze secondo una ragionevole applicazione dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione, termini che la nostra Costituzione impiega con riferimento alle funzioni amministrative ma che costituiscono criteri validi anche con riferimento all'articolazione delle funzioni legislative", ha detto il Capo dello Stato, partecipando al Festival delle Regioni e delle Province Autonome.
"L'autonomia comporta il riconoscimento di determinate competenze da esercitare nel rispetto dei limiti stabiliti dal dettato costituzionale e al riparo da sconfinamenti altrui. Tuttavia, nell'esercizio delle proprie attribuzioni i diversi livelli di governo hanno la necessità di coltivare un rapporto tra loro al fine di gestire le intersezioni, talvolta intense, tra le rispettive competenze. La gestione delle molteplici forme di intreccio nel riparto delle competenze - in particolare tra le Regioni e lo Stato - riveste un'importanza fondamentale per il buon esercizio dei rispettivi compiti nell'interesse dei cittadini", ha aggiunto.
"La Corte costituzionale, al fine di orientare tali rapporti, ha da tempo enunciato il principio della leale collaborazione - ha detto ancora il capo dello Stato -. Affinché l'ordinamento della Repubblica funzioni, è indispensabile che Regioni e Stato collaborino proficuamente nel rispetto - ripeto - dei limiti delle proprie competenze stabilite dalla Costituzione o dalla legge. Questo vale per i diversi livelli di Governo ma anche nei rapporti tra i poteri. Lo stesso Presidente della Repubblica, pur nella particolare peculiarità del suo ruolo, è tenuto ad adottare come metodo quello della leale collaborazione".
"Senza la pratica della leale collaborazione diviene impossibile tutelare interessi fondamentali della collettività. Basti pensare alla materia sanitaria e a come, particolarmente in quest'ambito, il concorso di Stato e Regioni nel perseguire i medesimi obiettivi risulti essenziale, perché l'esercizio delle rispettive competenze ha un solo fine, doverosamente comune: il diritto alla salute dei cittadini", ha concluso.
In ogni caso, il Governatore del Veneto, Luca Zaia, ha evidenziato che "il Governo è motivato, uno dei pilastri del programma è l'autonomia, insieme ad altre grandi riforme che si vogliono fare, e penso che si debba andare nella direzione di iniziare questo percorso, che è previsto dalla Costituzione" e riaffermato che "le disuguaglianze vanno combattute con autonomia e federalismo. Dobbiamo essere produttivi e solidali con il Governo e non viverlo come una controparte; ovvio è che poi ci sono delle istanze territoriali che noi conosciamo. Per distruggere l'Ufficio complicazioni affari semplici dobbiamo dare spazio agli enti locali e alle Regioni".
Il Governatore friulano, e Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Massimiliano Fedriga, ha chiesto unità d'intenti su questa tematica: "La cosa che spero è che non venga vissuta come bandiera di una o dell'altra parte". L'autonomia, ha aggiunto Fedriga, "è l'assetto istituzionale del Paese, e la domanda che dobbiamo porci non è chi gestisce il potere, ma chi meglio può svolgere un servizio ai cittadini. Se lo fa lo Stato, è giusto che lo faccia lo Stato, se lo fanno le Regioni è giusto che lo facciano le Regioni. Il centralismo non dà risposte ai territori, anzi rischia di aumentare i divari".
Questa visione, però, non trova tutti d'accordo: in particolare, la Governatrice della Sardegna, Alessandra Todde, ha detto che la legge sull'autonomia "premiava le regioni più ricche. Scontando noi un gap dal passato, ovviamente ci saremmo trovati nelle condizioni di non poter mai raggiungere quelle che sono, nel bene e nel male, regioni più avanti, molto più collegate rispetto all'Europa che decide sempre di più. Noi vogliamo una ripartizione delle risorse che ci permetta di correre ad armi pari e orgogliosamente vogliamo essere competitivi".