“Donne in Ballo”, da Città della Pieve al Teatro Paganini di Roma, strepitoso Bolero con Laura Di Segni

Danza d’autore torna per una notte. Laura Di Segni, in uno spettacolo cucito su misura per lei, e che in “Donne In Ballo”.

(Prima Pagina News)
Lunedì 06 Maggio 2019
Roma - 06 mag 2019 (Prima Pagina News)

Danza d’autore torna per una notte. Laura Di Segni, in uno spettacolo cucito su misura per lei, e che in “Donne In Ballo”.

“Donne in Ballo”, da Città della Pieve al Teatro Paganini di Roma, strepitoso Bolero con Laura Di Segni
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La grande danza d’autore torna per una notte di scena e con grande successo di critica e di pubblico a Città della Pieve, nell’atmosfera magica dello storico Teatro comunale umbro, protagonista d’eccezione questa volta una grande étoile, Laura Di Segni, in uno spettacolo cucito su misura per lei, e che in “Donne In Ballo” ripropone due diversi momenti di straordinaria emozione collettiva.

La prima parte “Fimmine”, la seconda “Bolero”, il tutto interpretato dalla Compagnia Millennium Dance Studio di Roma. “Fimmine”, è in effetti un’opera inedita interamente dedicata al mondo femminile, un’opera scritta e pensata da Davide Zimey, con la regia di Fabrizio Costa e i costumi di Simona Marroni, e che a Città della Pieve ha avuto il privilegio di avere un terzo coreografo, il grande e indimenticabile Alfonso Paganini, che attorno allo spettacolo originario ha poi costruito un finale di grande impatto scenico e di grande suggestione popolare, “Bolero” che grazie proprio alla magia con cui Laura Di Segni si è presentata e donata al suo pubblico ha arricchito radicalmente la precedente impalcatura di “Fimmine”.

In mezzo poi, tra “Fimmine” e “Bolero”, un meraviglioso e leggiadro “Notturno”, un passo a due che racconta e descrive l’amore e il rispetto reciproco che nasce tra uomo e donna nello scambio amoroso attraverso il contatto dei propri corpi danzanti. Menzione d’onore qui per due ragazzi che vivono la danza come la loro vita e che sulla scena non hanno termini di confronto, sono Giada Paganini e Stefano Rufini, di cui certamente sentiremo parlare da qui nel futuro.

Il merito di questo strepitoso successo di Città della Pieve va naturalmente a tutti loro: sono gli artisti che si sono meravigliosamente esibiti sul palco dello storico teatro umbro e che per una notte, insieme a Laura Di Segni, hanno conquistato il cuore di questo paese-presepe, dove il silenzio e la pulizia sono l’unica certezza che il turista coglie a prima vita arrivando fin quassù. Sono ballerini strepitosi e artisti non professionisti, ma con tanta passione in corpo per la danza moderna da sembrare quasi finti tanto bravi sono sulla scena. Questi i loro nomi: Giovanna Adinolfi, Raffaella Artemisio, Kikka Caputo, Martina Casali, Ilaria Castaldi, Martina De Angelis, Roberta De Stephanis, Giorgiana Faitella, Beatrice Nano, Giada Ruscitto, Alice Scognamiglio, Claudia Sferrazza, Silvia Simonetti, Chiara Starna, Flavia Togni, Sofia Tullo, Gaia Urso, Alessandra Zonno e dulcis in fundo lo stesso Davide Zimey, che ad un certo punto compare in scena come un principe d’altri tempi, pieno di vita e di verve, grande, anzi grandissimo danceur.

Partiamo da Fimmine”, è un’opera inedita interamente dedicata al mondo femminile tornata in scena alla grande al Teatro Comunale di Città della Pieve per una serata davvero indimenticabile per gli appassionati di questo mondo, in un teatro di tradizione tra i più suggestivi della terra Umbra, e soprattutto stracolmo di gente in cerca di nuove emozioni, che solo la danza sa ancora creare.

“Fimmine”, sono donne prima di tutto, madri, mogli, lavoratrici, sante e peccatrici, fiere e dimesse. Lo spettacolo racconta una realtà in cui le donne non avevano ancora l'immagine di oggi, un tempo in cui le donne erano custodi del focolare domestico e le loro mansioni erano sempre le stesse. Cucinavano, badavano alla casa, crescevano i propri figli, andavano a messa, si confidavano tra di loro, lavoravano nei campi, andavano a lavare i panni al fiume. “Immaginando e costruendo “Fimmine” -ci spiega Fabrizio Costa- e Davide Zimey abbiamo voluto andare oltre, e abbiamo cercato di dare loro una voce: le Fimmine di questo spettacolo innanzitutto amano.

Amano il proprio uomo, la propria terra, sono devote alla Madonna, figura religiosa femminile per eccellenza”. Uno spettacolo dunque completamente al “femminile” Anche se l'uomo è presente in scena soltanto in un paio di passi a due: quello degli amanti e quello della "fuitina", per il resto sono solo le donne ad essere raccontate, quando esse sono tradizionalmente da sole, nel loro mondo e nelle loro mansioni quotidiane, musiche naturalmente prettamente a tema”.

Infine, “Bolero”, un “Bolero” tutto al femminile – ci dice sommersa dagli applausi Laura Di Segni, in scena elegantissima, il portamento austero della star, padrona assoluta del teatro e delle movenze che l’hanno già resa famosa in giro per il mondo. Il suo è un Bolero tutto al femminile, che richiama il famosissimo Bolero di Bejart, ma che in questa versione rappresenta al centro della scena l’anima delle donne con le sue molteplici sfumature.

“E’ un’anima impaurita -commenta l’étoile- ma che ha ancora la forza di rialzare la testa, un’anima che lotta quando serve, un’anima che sa anche essere sensuale, ribelle, che soffre e che gioisce insieme, e che nonostante tutto va avanti”.

Le interpreti di questo bellissimo Bolero sono per l’occasione e di proposito tutte donne, che dimostrano in scena di saper essere complici assolute della loro vita, e che sanno trovare la forza di reagire proprio grazie alla loro complicità.

Per Laura Di Segni, storica ballerina solista dell’Opera di Roma, è stata una notte di vero trionfo, soprattutto per lei che torna in scena dopo quattro lunghi anni di assenza e di silenzio dai teatri, che volontariamente aveva abbandonato, e che a Città della Pieve risale sul palcoscenico affrontando – lo dice lei stessa sorridendo e carica di emozione- insieme alle sue allieve questa nuova sfida con se stessa e con la vita”. Una vera principessa della danza che per una notte ci ha fatto sognare.

Il suo complice? Sempre lui, Alfonso Paganini, anche lui storico ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, i due si conoscono da quarant’anni, quanto basta per tenersi per mano e riprovare insieme. Bravi, applausi a scena aperta davvero meritati. Il resto è vita, e la danza per tutti questi ragazzi in scena è molto più di quanto ognuno di noi possa immaginare. Prossimo appuntamento? 11 maggio a Roma al Teatro Paganini, “Donne in ballo” ritorna a far emozionare.


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