Avvocati, Nicolino Zaffina, si candida alla presidenza della Cassa Forense
Intervista all'Avvocato calabrese.
di Maurizio Pizzuto
Sabato 24 Aprile 2021
Roma - 24 apr 2021 (Prima Pagina News)
Intervista all'Avvocato calabrese.

59 anni meravigliosamente ben portati, calabrese di Lamezia Terme, carattere avvolgente, pieno di humor, affascinante nell’eloquio e fortemente determinato nelle cose in cui crede di più, oggi avvocato di successo tra la Calabria e Roma dopo una laurea in Giurisprudenza conseguita nel 1986 presso l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, con la votazione di 110/110 e una Tesi in Scienza delle Finanze e Diritto Finanziario, Nicolino Zaffina si candida alla guida della Cassa Forense. Grande sportivo, appassionato di calcio dilettante, autore soprattutto di decine di saggi giuridici e pubblicazioni oggi ritiene di essere l’uomo giusto al posto giusto. Noi abbiamo cercato di capire come immagina una Cassa Forense a presidenza Nicolino Zaffina.

-Avvocato perché questa scelta?

“Vede, l’ampio consenso che due diversi Comitati hanno ritenuto di tributarmi, eleggendomi nel 2014 e confermandomi nel 2019 quale componente del CdA della Fondazione, mi motivano a tale scelta, per senso di responsabilità oltre che per ambizione personale. L’occasione coincide con un momento storico tanto difficile quanto importante per il futuro del Paese e dell’Avvocatura, che impone anche a Cassa Forense un deciso cambio di passo. Bisogna uscire dalle “mura” di Via Visconti, non limitarci a guardare al nostro interno, ma provare tutti insieme, con voce plurale e coesa, a lanciare un messaggio propositivo, di speranza, accompagnato da proposte concrete, che possano cogliere le aspettative degli avvocati, dei cittadini e delle imprese. Auspico una Cassa Forense foriera, insieme all’Avvocatura intera, di un messaggio nuovo, fermo e autorevole”.

-Come intende il suo mandato ai vertici della Cassa?

Il mio modo di vivere la professione coincide con la mia idea dell’alta funzione di Delegato di Cassa Forense cui attendo dal 2009: da avvocato ho il dovere di cogliere le ansie e le aspettative dei miei assistiti, da delegato quelle degli iscritti, di tutti gli iscritti. Dobbiamo sviluppare sempre più la consapevolezza che la platea degli avvocati italiani va considerata e tutelata nel suo insieme, senza particolarismi o distinzioni di sorta. Troppo spesso negli ultimi anni l’Avvocatura, a volte inconsapevolmente e in buona fede, ha combattuto battaglie di retroguardia in difesa dell’esistente che, inevitabilmente, ci han visto soccombere. Abbiamo quindi subìto i cambiamenti, senza prevenirli, anticiparli, assecondarli e guidarli. Non possiamo ricadere in questo errore, dobbiamo pretendere da noi stessi un effettivo “cambio di passo”, che sia di stimolo e impulso per il Paese.

-Recovery Plan e digitalizzazione della Giustizia, perché ne ha fatto uno dei punti forti della sua proposta?

Vede, Cassa Forense, oltre alle risorse finanziarie che arriveranno dall’Europa, dovrà investirne di proprie, soprattutto nel campo della formazione, puntando sulle nuove tecnologie con piani formativi ad hoc e d’intesa con le Università. Cassa Forense, insieme all’Avvocatura, dovrà impegnarsi affinché: - lo scambio di tutti i dati giudiziari e amministrativi avvenga di regola tramite canali digitali, lasciando all’uso della carta un ruolo soltanto residuale; - il documento elettronico abbia effetto giuridico e sia ammesso come prova nei procedimenti giudiziari; - l’identificazione elettronica, le firme, i sigilli, diventino la regola per la trasmissione telematica degli atti giudiziari e per ogni rapporto con le PP.AA.; - sia garantito che tutti i punti di accesso elettronici aperti al pubblico siano adatti per le persone con disabilità.

-Non è eccessivo puntare oggi sulla assoluta digitalizzazione della giustizia?

La digitalizzazione della Giustizia, rendendo più fruibile il lavoro attraverso le nuove tecnologie e l’utilizzo del digitale, potrebbe contribuire ulteriormente a valorizzare il ruolo dell’avvocato e consentirebbe, altresì, una più efficiente conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare; ciò potrebbe costituire un ulteriore stimolo per un rinascimento dell’Avvocatura declinato al femminile, con le nostre colleghe protagoniste attive del cambiamento e della ripartenza.

-Quando lei parla di innovazione e sostenibilità, sociale e ambientale, cosa intende concretamente?

Innovazione e sostenibilità sono due temi al centro del presente e soprattutto cardini per costruire un futuro di maggiore ben-essere, inteso in senso ampio: dall’agricoltura alla mobilità sostenibile, dall’industria alla digitalizzazione dei servizi, fino ad arrivare ai progetti più efficaci e moderni per il risparmio energetico. E, ancora, l’importanza del capitale umano e del contrasto alle diseguaglianze di genere.

-Da anni lei parla delle aggregazioni fra avvocati: un’opportunità da agevolare. Ci crede ancora?

Il classico modello di studio mono professionale è ormai irreversibilmente entrato in crisi a causa di due fattori essenziali: l’aumento della concorrenza e l’estensione delle aree di competenza. Se l’aumento della concorrenza ha comportato una riduzione della marginalità del vecchio studio legale, l’estensione delle aree di competenza ha reso molto più complessa la domanda di prestazioni da parte della clientela, difficile da gestire per un singolo professionista. In questo nuovo contesto, che non è certo reversibile, Cassa Forense, gli Ordini, le Associazioni, i professionisti, le Università, le società di formazione, dovranno agire unitariamente e convintamente, contando sul fatto che l’aggregazione fra avvocati possa costituire un valido strumento per superare la crisi e consentire di realizzare strutture organizzative più idonee ad affrontare in modo competitivo la vasta ed articolata domanda di servizi legali.

-Perché nel suo programma dedica così ampio respiro ai temi della Trasparenza, della responsabilità e della rappresentanza?

Per Cassa Forense la trasparenza dovrà diventare “servizio pubblico”, un “metodo di lavoro” funzionale all’erogazione dei propri servizi, indirizzata istituzionalmente e, in via immediata, al soddisfacimento dei bisogni degli iscritti. Nel concreto il principio di trasparenza troverà attuazione nel dovere di cooperazione con l’iscritto, al fine di agevolarlo nell’individuazione degli strumenti apprestati dal vigente ordinamento previdenziale e assistenziale per la tutela delle proprie posizioni soggettive. Trasparenza vorrà dire favorire la costituzione della Camera di Conciliazione, prevista dall’art. 19 del Regolamento delle Sanzioni, che ben potrà essere proficuamente attivata con modalità telematiche ed in video-conferenza, stante l’esperienza ormai maturata durante la pandemia. Ciò anche per uscire da logiche meramente sanzionatorie, che mal si attagliano alla contingenza e, in definitiva, per deflazionare il crescente contenzioso con gli iscritti.

-Quale ritiene la sfida più innovativa del momento?

Senza dubbio sarà la sfida di “competitività” della Cassa Forense, che  si giocherà dunque su due fattori: 1) la capacità del legislatore previdenziale di emanare regole chiare per il personale, per gli iscritti e per le Corti, di facile divulgazione e comprensione; 2) le capacità personali, relative all’“essere” parte integrante di un’organizzazione complessa e non solo al “fare” che, insieme alle competenze tecnico-professionali, concorrono a incrementare il valore del capitale umano a disposizione di Cassa Forense (il personale ed i componenti gli organi collegiali).

-Non è utopico pensarlo?

Non credo proprio. Sarà necessario, certamente, un coinvolgimento anche “emotivo”, poiché le “competenze”, considerate soltanto in rapporto al loro contenuto tecnico-professionale, non potranno più essere ritenute sufficienti. La “competitività”, ossia l’efficacia organizzativa, dipenderà sempre di più dal grado di partecipazione e di coinvolgimento dei lavoratori e dei delegati, non solo riguardo ai propri compiti e responsabilità, ma anche per quel che riguarda le politiche decisionali e di progettazione futura, dunque su questioni organizzative di più ampio respiro.

-Ma sul piano concreto avvocato?

L’ipotesi di lavoro che propongo si fonda sulla considerazione che la soddisfazione sul lavoro, la motivazione dei lavoratori e dei componenti gli organi collegiali, siano in stretta relazione e siano influenzate dalle modalità e dal grado di trasparenza con cui Cassa Forense opera e gestisce alcuni tra i principali fattori organizzativi o, comunque, da come essi vengono percepiti. Ai lavoratori dovrà essere garantita una maggior chiarezza rispetto al proprio ruolo e agli obiettivi di lavoro. Ai componenti gli organi elettivi andranno garantiti qualità delle relazioni interpersonali e chiarezza della comunicazione, responsabilità e autonomia. Ad esempio, rispetto alla “qualità delle relazioni e alla chiarezza della comunicazione” sarà assicurato che le informazioni siano prontamente accessibili e che provengono dall’Organo o dalla funzione competente. A tal fine dovranno essere implementate le occasioni d’incontro tra delegati, amministratori, dirigenti e personale; la circolarità delle informazioni dovrà diventare metodo di lavoro.

-Una bella battaglia, insomma?

Se non ne fossi convinto fino in fondo non la farei, mi creda. Occorrerà, ovviamente, trovare tutti insieme un nuovo punto d’incontro, una mediazione tra gli interessi delle “persone” e quelli organizzativi, basata non più e non soltanto sugli elementi “quantitativi”, ma su altri fattori: quelli che alimentano il valore delle competenze e della professionalità, quelli che favoriscano nuovi apprendimenti e che rendano possibile una crescita che vada “oltre” la mera appartenenza e ove il ruolo sociale di Cassa Forense possa rappresentare un valore e una fonte di soddisfazione. La Giurisdizione e l’Avvocatura sono centrali in una democrazia avanzata e dobbiamo credere nel futuro, ripartire, crescere. Dobbiamo farlo insieme ai cittadini, alle imprese e alle Pubbliche Amministrazioni, che in definitiva sono i beneficiari del servizi essenziali che l’Avvocatura e la Giurisdizione garantiscono.


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