Pil, Bankitalia: "Instabilità e incertezza condizionano la crescita"

"L'economia dell’area dell’euro è cresciuta oltre le attese nel primo trimestre del 2025, ma si è indebolita nel secondo".

(Prima Pagina News)
Venerdì 11 Luglio 2025
Roma - 11 lug 2025 (Prima Pagina News)

"L'economia dell’area dell’euro è cresciuta oltre le attese nel primo trimestre del 2025, ma si è indebolita nel secondo".

“L’instabilità delle politiche commerciali e dello scenario geopolitico gravano sulle prospettive di crescita globale. In tale contesto, l’economia dell’area dell’euro è cresciuta oltre le attese nel primo trimestre del 2025, grazie alla forte domanda statunitense in anticipazione dell’inasprimento dei dazi; la crescita si è, tuttavia, indebolita nel secondo, anche per via di una dinamica della domanda interna ancora frenata dall’elevata incertezza”.

E' quanto sottolinea Bankitalia, nel nuovo Bollettino Economico.

“Nel primo trimestre del 2025 in Italia è proseguita la crescita dell’attività economica, sostenuta principalmente dalla domanda interna – continua -. Il PIL sarebbe cresciuto anche nel secondo trimestre, ma in misura lievemente più contenuta; vi avrebbe contribuito la dinamica ancora positiva dei consumi – che sono sospinti dall’aumento del potere d’acquisto e dalle condizioni favorevoli nel mercato del lavoro – e degli investimenti, che tuttavia risentono del basso clima di fiducia e dell’elevata incertezza”.

Stando alle proiezioni macroeconomiche pubblicate lo scorso giugno da Bankitalia, quest'anno il PIL aumenterà dello 0,6%, mentre il prossimo anno aumenterà dello 0,8% e nel 2027 segnerà +0,7%.

“A fronte del rialzo dei dazi imposto dagli Stati Uniti dallo scorso aprile, la Cina potrebbe adottare politiche di prezzo più aggressive per riorientare le proprie esportazioni verso i mercati europei – prosegue il Bollettino -. Gli effetti sull’area dell’euro potrebbero non essere trascurabili, tenuto conto che i beni cinesi rappresentano una quota rilevante delle importazioni dell’area. Secondo nostre stime, i maggiori flussi di beni cinesi potrebbero avere un effetto al ribasso sull’inflazione al consumo dell’area”.

“A seguito dell’annuncio dell’inasprimento dei dazi da parte degli Stati Uniti lo scorso 2 aprile, il dollaro statunitense si è deprezzato rispetto all’euro e alle altre principali valute, nonostante un parallelo aumento del differenziale nel rendimento dei titoli di stato decennali rispetto al Bund tedesco – spiega la Banca d'Italia-. Il recente andamento del tasso di cambio euro-dollaro potrebbe segnalare una minore propensione degli investitori a detenere alcune attività denominate in dollari e una maggiore diversificazione da parte degli investitori internazionali”.

In base ai dati che sono stati raccolti nell’ambito dell’Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita della Banca d’Italia, all'incirca un terzo delle imprese manifatturiere italiane si aspetta un impatto negativo dei dazi statunitensi sulla propria domanda e sugli investimenti nel 2025, ma complessivamente, nella prima metà di quest'anno le valutazioni sulla domanda estera sono state positive.


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