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"Le sale cinematografiche soffrono una pericolosa erosione che le sta sottraendo a città e quartieri".
"Le sale cinematografiche soffrono una pericolosa erosione che le sta sottraendo a città e quartieri".
Si è svolta al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la presentazione dei candidati ai Premi "David di Donatello" per l'anno 2025.
La cerimonia, condotta da Geppi Cucciari, è stata aperta dalla proiezione di un video realizzato da Rai Cultura a cui è seguito l’intervento di Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello.
La lettura delle candidature ai Premi "David di Donatello" è stata intervallata dall’esecuzione di alcuni brani tratti da colonne sonore del cinema internazionale, eseguiti da Rita Marcotulli, al pianoforte, e da Carla Marcotulli, alla voce.
Dopo l’intervento del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, la conduttrice ha intervistato il vincitore del David alla carriera, Pupi Avati e il vincitore del Premio Cinecittà David 70, Giuseppe Tornatore.
La cerimonia si è conclusa con il discorso del Presidente della Repubblica. Erano presenti i candidati ai Premi, il Presidente dell'Associazione Generale Italiana dello Spettacolo (AGIS), Francesco Giambrone, il Presidente dell'Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali (ANICA), Alessandro Usai, esponenti della cultura, dello spettacolo e dell'industria cinematografica.
Prima dell’inizio della cerimonia, la Presidente Detassis ha consegnato al Capo dello Stato il premio David Speciale 70.
"È questo - ha dichiarato Mattarella - un incontro atteso e, per me, gradito. Un incontro che, in quest’anno, raggiunge il traguardo – come è stato ricordato – di settant'anni. Traguardo significativo. I premi David di Donatello rappresentano la festa del cinema italiano e il suo ideatore, Gian Luigi Rondi, volle incardinare, in questa giornata, la presentazione al Quirinale delle liste, delle rose dei finalisti. Era un modo per rimarcare ancor più il valore del cinema e l’attenzione necessaria delle istituzioni verso un settore di così grande rilievo per la cultura, la società, l’economia, e per la stessa immagine dell’Italia.
Attenzione confermata – poc’anzi - dal ministro Giuli, che ringrazio.
Come ringrazio chi ci ha accompagnato, con arguzia e con arte, in questa matinée di festa, rendendo attraente persino il lungo elenco che abbiamo ascoltato. Operazione impervia, che – peraltro – è riuscita magnificamente, con una vera prova di virtuosismo! Quindi grazie a Geppi Cucciari, ormai esperta guida di questa cerimonia; grazie a Carla e Rita Marcotulli, per le belle canzoni dedicate al mondo del cinema. Grazie alla Rai per il filmato coinvolgente che abbiamo visto.
A tutti voi, registi, attori, sceneggiatori, a lei presidente Detassis, a tutti coloro che interpretano – con alta professionalità - i cento mestieri di questo universo in movimento, rivolgo un saluto caloroso oltre agli auguri per questa stasera.
Ovviamente, auguri, non per la conquista dei premi: sarebbero auguri inammissibili; ma perché si dà vita a una serata di grande successo a beneficio del mondo del cinema.
Il cinema - ha sottolineato il Capo dello Stato - è organo vitale delle nostre comunità. Nei suoi molteplici generi, ha contribuito a raccontare la nostra storia, a scriverla, a interpretarla. Con emozioni e immagini, con verità e fantasia, con i volti che sono impressi nella nostra memoria. Il cinema ha contribuito a formare l’identità degli italiani; ha aiutato a sviluppare una lingua comune, a far maturare una coscienza civica, e dunque a rafforzare le basi della nostra libertà e della nostra democrazia.
A pochi giorni dall’ottantesimo della Liberazione torna alla mente “Roma città aperta”, capolavoro di Roberto Rossellini, che aprì la finestra su un’Italia che voleva ripartire. In quel 1945 le risorse erano scarse, il Paese da ricostruire. In quell’anno vennero prodotti soltanto 25 film. Ma il cinema ha subito ripreso a camminare velocemente insieme alla società. A camminare nella libertà. Presentando al mondo l’originalità e la creatività italiana.
Nel 1965 “Ieri, oggi, domani” di Vittorio De Sica vinse il premio Oscar. Nel 1975 – 10 anni dopo - con “Amarcord” Federico Fellini si confermò maestro del cinema mondiale, rendendo universali volti e parole della sua Romagna. È istruttivo sfogliare le pagine del nostro cinema, decennio dopo decennio.
I David di Donatello contengono tutte queste pagine. Sono parte della storia della Repubblica. Con i momenti più belli, con le difficoltà, con i sogni, con gli affanni.
L’albo d’oro dei David contiene tesori che ci parlano ancora. È un libro che arriva ai giorni nostri, che continua a essere scritto con nuove opere, nuovi interpreti, creazioni che conquistano pubblico e critica.
Il cinema - ha evidenziato ancora Mattarella - è cambiato. E cambierà ancora. Evolvono gli strumenti, mutano i gusti, le strutture narrative, le percezioni stesse delle immagini. Viviamo un tempo in cui tanto si sussegue con tale rapidità da risultare a volte quasi incomprensibile, come una Babele. Ma quel che si deposita, quel che riesce a fermarsi nelle coscienze trasmette valori, significati, pensieri che acquistano, se possibile, ancora maggiore importanza.
La cultura e, in essa, il cinema è capace di lasciare tracce sotto la superficie. E dunque può essere uno strumento decisivo, un alleato della libertà dei singoli e delle comunità nell’affrontare il cambiamento d’epoca, nel comprenderlo, e dunque viverlo senza subirlo passivamente. La consapevolezza delle proprie radici e, insieme, il desiderio di innovare, di sperimentare il nuovo, sono tratti essenziali del cinema. Credo questo sia il senso dei premi alla carriera e dei premi speciali, che il David assegna tradizionalmente.
Mi congratulo con il maestro Pupi Avati - scrittore oltre che regista e sceneggiatore - a cui tutti noi dobbiamo qualcosa per la poesia dei suoi personaggi, per il valore delle sue storie, per la capacità di dare umanità allo scorrere della vita quotidiana, anche la più lontana dai riflettori.
Congratulazioni a Ornella Muti, premio speciale, attrice di grande popolarità, che ha dato risalto a tanti film, di generi diversi, con sempre più alte qualità espressive e con professionalità di artista, poi proseguita anche nel teatro.
Complimenti a Giuseppe Tornatore, regista insieme siciliano e universale, che ha dato corpo e voce a personaggi indimenticabili, che ci ha donato storie senza fine e senza tempo, sospese in quello spazio indefinibile dove il sogno, i sogni incontrano la realtà.
Ringrazio l’Accademia del David per avermi conferito il Premio speciale del settantesimo anniversario. Conserverò con affetto quella statuetta", ha aggiunto, rivolgendosi alla Presidente dell'Accademia del Cinema Italiano, Piera Detassis.
"Confido ai presenti - ha poi rivelato Mattarella - che alla notizia ero piuttosto perplesso, non avendo che pochissimi meriti da rivendicare – forse nessuno - nel mondo del cinema. L’ho accettato, soltanto quando ho saputo che era stato conferito a tutti i miei più prossimi predecessori e l’ho, quindi, interpretato, avvertito come un premio non alla persona del Presidente ma alla istituzione Presidenza della Repubblica. Istituzione che comprende il valore civile e culturale del cinema e quanto esso costituisca inoltre un asset, prezioso e consistente, non soltanto per l’economia e l’occupazione, ma anche per disegnare e promuovere la nostra identità, l’identità italiana nel nostro Paese e nel mondo".
"Il testimone del cinema - ha aggiunto il Capo dello Stato - passa di mano in mano. E le professionalità che lo animano si arricchiscono anch’esse sempre di più. Con gli attori, i registi, i produttori – i più conosciuti e amati dal pubblico - ci sono tante persone oggi indispensabili per fare buon cinema. Anch’essi creatori di cinema. Per fortuna, noi italiani annoveriamo eccellenze in molti di questi ambiti e la nostra qualità è riconosciuta, ammirata, ricercata.
Si temeva qualche anno fa che la televisione, e poi il web, il moltiplicarsi delle piattaforme, avrebbero compresso il cinema, il suo linguaggio, il suo ruolo artistico e culturale. Oggi possiamo registrare che il cinema ha vinto la sfida dell’interdipendenza o, se si vuole, dell’integrazione con altre piattaforme, quella della “contaminazione” con altri linguaggi. Ha elaborato nuovi canoni, ha inventato nuovi generi, non è rimasto uguale a sé stesso, è stato capace di portare la sua cultura narrativa e l’esperienza maturata nei decenni in un sistema audiovisivo più ampio.
È questo un processo che riguarda l’estetica del cinema, il suo racconto, ma anche la parte industriale, dalla produzione alla distribuzione, alla sempre più articolata modalità di fruizione".
"Oggi è impensabile il futuro del cinema senza gli apporti e le sfide delle multi-piattaforme. Ma la cultura e la professionalità proprie del cinema, inalterate, rimangono essenziali per la qualità che è in grado di fornire. Parliamo di un comparto che ha un peso importante, e crescente, nell’economia nazionale. Anche per questo, mentre apprezziamo il fiorire di nuove opere – il Premio David nasce appunto per questo, per incoraggiare il dinamismo della nostra produzione – dobbiamo anche riflettere sui problemi aperti, individuare i punti critici del sistema e trovare soluzioni che possano aiutare il cinema a superare le difficoltà", ha sottolineato ancora Mattarella.
"Anche quest’anno va sottolineato che le sale cinematografiche soffrono una pericolosa erosione che le sta sottraendo a città e quartieri. Circostanze obiettive penalizzano i gestori, ma non ci si può rassegnare a logiche commerciali e di mercato che non tengono adeguatamente in considerazione il cinema, inteso anche come valore sociale, come occasione di incontro, di ritrovo, di condivisione.
Le istituzioni – sia nazionali sia locali - hanno la responsabilità di governare questi processi. È un tema che riguarda l’intero campo dell’arte, della cultura, dello spettacolo: anche il teatro, la danza, la musica esprimono qualità e talento, sovente straordinari, e il loro proporsi a pubblici più limitati non può essere motivo di penalizzazione. Su altro versante, occorre rilanciare le produzioni, e farlo in modo da restituire dinamicità ed equità al sistema.
Vi sono incertezze normative che non aiutano i produttori indipendenti, né gli autori più giovani. Problemi che vanno affrontati anche per evitare che raffreddi l’interesse di produzioni estere, tornate nei nostri studi perché hanno visto nell’Italia un grande polo del cinema europeo.
È auspicabile che istituzioni e componenti del cinema intensifichino il dialogo e cerchino soluzioni. Nuove generazioni di registi, di autori, di attori – una rappresentanza qualificata è presente qui oggi – diventano, con passione, come ripete spesso la presidente Detassis, protagonisti del grande schermo ed entrano nel cuore delle persone, si fanno conoscere in Europa e nel mondo, arricchiscono le nostre vite.
Le nuove generazioni del cinema possono avere maggiore facilità nel comunicare con le nuove generazioni di cittadini, che vivono in un contesto dove linguaggi ed emozioni sono sottoposti a trasformazioni così rapide, come vediamo. Le sfide non possono spaventare. Ricordare il nostro passato, le nostre radici serve anzitutto per porre luce sul futuro.
Un futuro che – come sempre – è già cominciato. Con i premi David, ci fermeremo per una sera a festeggiare. Per poi ripartire con nuovi progetti, con nuove idee. Progetti che il pubblico già attende.
Buona festa dei David a tutti i suoi protagonisti e ai tanti che amano il grande schermo", ha concluso Mattarella.