Dazi: Cia, bicchiere di vino mezzo vuoto

Ora indennizzi alle aziende per la maggiorazione dei costi nell’export verso gli Usa.

(Prima Pagina News)
Venerdì 01 Agosto 2025
Roma - 01 ago 2025 (Prima Pagina News)

Ora indennizzi alle aziende per la maggiorazione dei costi nell’export verso gli Usa.

“Mai come oggi il vino è sotto attacco. Dopo l’accordo Ue-Trump sui dazi, l’impatto sarà totalmente svantaggioso per uno dei prodotti simbolo del Made in Italy: ogni bottiglia sullo scaffale in America potrà costare fino al 20% in più”. Così Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ricordando che gli Stati Uniti sono attualmente la prima piazza mondiale per il nostro export vitivinicolo con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. “L’accordo raggiunto penalizza di fatto solo l’Unione europea: non si può, dunque, parlare di accordo positivo, essendo questo - di fatto - un accordo unilaterale’’, aggiunge Fini.

Il comparto non è solo un’eccellenza produttiva, ma un vero motore economico per tutto il settore agricolo tricolore. L’introduzione di nuovi dazi su un mercato chiave come quello degli Usa avrebbe un impatto diretto soprattutto sulle piccole e medie imprese che hanno investito per anni su qualità, internazionalizzazione e sostenibilità. Ora tutti questi viticoltori rischiano di vedere compromessi i risultati raggiunti.

Per Fini serve un’azione politica forte e unitaria a livello nazionale ed europeo per indennizzare le nostre imprese dei maggiori costi che dovranno essere sostenuti per le esportazioni verso gli Stati Uniti. Queste risorse dovranno essere straordinarie o reperite nell’ordinarietà dei fondi comunitari, non interamente spesi. “Sarebbe un modo -spiega Fini- per risarcire le aziende dall’effetto dumping, che sarà superiore alle attese, considerando l’incremento dei costi lungo la filiera distributiva e la svalutazione del dollaro”.

A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai competitor.

Per compensare l’effetto negativo dei dazi, Cia chiede anche di mettere in campo una nuova comunicazione sul vino, attraverso i fondi dell’Ocm promozione. “Bisogna fare meno leva su elementi classici come il terroir e puntare di più, invece, su concetti semplici e immediati, in grado di arrivare a quel target giovane che rappresenta il consumatore del futuro”.


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