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L’appuntamento è fissato per martedì 9 settembre, alle ore 12.00.
L’appuntamento è fissato per martedì 9 settembre, alle ore 12.00.
L’Ordine dei Giornalisti del Lazio, con il consiglio al completo, insieme ad Articolo 21 e a numerose altre realtà associative, promuove una mobilitazione per ricordare i giornalisti uccisi a Gaza.
L’appuntamento è fissato per martedì 9 settembre, alle ore 12.00, in una manifestazione aperta a giornalisti e cittadini. Durante l’iniziativa verranno letti, uno ad uno, i nomi dei colleghi caduti: un gesto semplice ma potente, per ribadire che raccontare non è un crimine e che colpire chi informa significa colpire il diritto universale alla verità.
Il presidente dell’Ordine, Guido D’Ubaldo, ha dichiarato: "Non possiamo rimanere in silenzio: ogni giorno centinaia di civili, tra cui molti giornalisti, vengono uccisi mentre svolgono il loro lavoro per testimoniare la realtà. Il loro sacrificio non deve essere dimenticato". Le adesioni già numerose preannunciano una grande partecipazione. Sarà un atto di memoria, di denuncia e di impegno civile: un appuntamento per tutti coloro che credono che la libertà di stampa sia un bene da difendere, sempre.
Anche l’Associazione Giornalisti del Mediterraneo (AGM) aderisce alla mobilitazione. L’associazione, più volte, ha denunciato le gravi violazioni dei diritti umani in Medio Oriente, ribadendo la necessità di non restare in silenzio di fronte a tali crimini.
Il presidente Dündar Kesaplı ha affermato: "Il mondo osserva mentre ogni giorno civili innocenti e indifesi vengono uccisi dai militari israeliani. Restare in silenzio di fronte a questo genocidio significa diventarne complici. Non sono soltanto donne e bambini a morire, ma anche giornalisti che svolgono il loro dovere: testimoniare ciò che accade a Gaza. Israele tenta di oscurare la verità, eliminando la voce di chi documenta. Ma la popolazione civile continua a far sentire la propria voce, mentre molti governi restano muti.
La storia ricorderà questi fatti come una macchia nera. Ancora una volta, l’Europa dimostra fragilità e incapacità di esprimere una posizione unica e decisa. Dovrebbe essere simbolo di pace, libertà e democrazia, ma si mostra debole. È giunto il momento di rompere questo silenzio. Non si possono confondere civili innocenti con terroristi: ciò che accade non è una guerra, ma un genocidio".