Magistratura, Gaetano Bono: “Vi spiego perché è urgente separare le nostre carriere”
Appena fresco di stampa il saggio del giudice Gaetano Bono, “Meglio Separate- Un’inedita prospettiva sulla separazione delle carriere in magistratura” (Le Lettere Edizioni), un libro in cui si condensa straordinariamente bene il senso dell’analisi e della riflessione illuminata del giurista.
di Pino Nano
Sabato 11 Novembre 2023
Roma - 11 nov 2023 (Prima Pagina News)
Appena fresco di stampa il saggio del giudice Gaetano Bono, “Meglio Separate- Un’inedita prospettiva sulla separazione delle carriere in magistratura” (Le Lettere Edizioni), un libro in cui si condensa straordinariamente bene il senso dell’analisi e della riflessione illuminata del giurista.

Il messaggio è chiaro. Oggi i tempi sembrano maturi per arrivare a quella separazione delle carriere di cui si discute da almeno trent’anni, alla quale i magistrati sono da sempre unanimemente contrari, quantomeno nel pubblico dibattito. Ma è proprio un magistrato che –analizzando il tema senza pregiudizi, disvelando dall’interno i meccanismi di funzionamento degli uffici giudiziari e avanzando proposte originali – cerca di superare ogni dogmatismo e di far comprendere quale sia la vera posta in gioco che sta dietro le diverse tesi favorevoli e contrarie alla separazione delle carriere.

Gaetano Bono, nato ad Avola nel 1983, è in magistratura dal 2013. Sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Crotone dal 2015 al 2018 e poi presso quella di Siracusa fino al 2022, è attualmente il più giovane Sostituto procuratore generale in servizio, svolgendo dal dicembre 2022 funzioni requirenti di secondo grado presso la Procura Generale della Repubblica di Caltanissetta.

Non un magistrato “comune”, ma un magistrato di alto profilo professionale e morale che, tra le altre cose, segue processi in materia di criminalità organizzata di stampo mafioso a carico di appartenenti a Cosa Nostra dei territori di Caltanissetta, Gela ed Enna. Un pezzo dello Stato in Sicilia, insomma, già componente della giunta ANM di Catania, e che sin dal 2015 si distingue per avere preso pubblicamente posizione contro le degenerazioni del correntismo e del carrierismo nella magistratura.

Carriere dei magistrati, Meglio separate” come cartina di tornasole da utilizzare per valutare se le riforme, presenti e future, siano rispettose dei fondamenti della nostra democrazia oppure se rechino insidie che potrebbero aprire la strada a derive illiberali o autoritarie. Non a caso forse ad aprire il saggio del magistrato è una frase iconica di Victor Ugo: “Fate come gli alberi: cambiate le foglie, ma conservate le radici. Quindi, cambiate le vostre idee ma conservate i vostri principi”.

Il giudice Gaetano Bono non ha nessun dubbio: “Risulterà chiaro che la separazione delle carriere potrà avere molteplici effetti positivi – tra cui un miglioramento nella specializzazione di giudici e pubblici ministeri e una maggiore coerenza con l’idea di processo accusatorio – a condizione che essa venga inserita in un più ampio contesto di riforma e modernizzazione del sistema giudiziario e che vengano salvaguardate le attuali garanzie costituzionali della magistratura, nonché l’indipendenza del PM dal potere politico e la sua cultura della giurisdizione”.


Meglio separate, sia nel senso che è meglio separare le carriere dei magistrati, sia nel senso che viene indicato come farlo al meglio, per il rafforzamento dell’indipendenza della magistratura, la salvaguardia dei valori costituzionali, la migliore tutela delle garanzie del cittadino e una maggiore efficienza del sistema giustizia. Certezze istituzionali, principi fortemente maturati nel chiuso del suo lavoro, analisi condivise magari spesso in silenzio con decine di altri magistrati di tutta Italia, il saggio di Gaetano Bono non è altro oggi che una sorta di tazebao delle cose da fare, e anche presto, per garantire al cittadino una giustizia più serena e più seria.

“Colpisce in modo assolutamente favorevole- scrive nella sua prefazione Alessio Lo Giudice -la formazione e l’ispirazione culturale dell’autore del libro, il quale si pone a sostegno della separazione delle carriere adottando il punto di vista di un pubblico ministero che aderisce nell’intimo all’ideale dello Stato di diritto, e cioè ai principi che, nel nostro ordinamento, orientano anche l’attività del PM”.

Il giudice Gaetano Bono avverte i suoi lettori di come questo suo saggio vada però meglio interpretato: “Una delle connotazioni del libro è quella di smentire i falsi miti, proprio come quello del presunto appiattimento dei giudici sulle richieste dei pubblici ministeri. In definitiva, le motivate argomentazioni svolte in Meglio separate valgono a smascherare la propaganda, e nel contempo a cogliere la validità di una possibile buona riforma, che riesca ad apportare un miglioramento in efficienza e specializzazione di giudici e pubblici ministeri, una maggiore coerenza con la riforma del 1988 e una valenza simbolica in favore dell’immagine di terzietà del giudice rispetto al pubblico ministero”.

La conclusione è del tutto naturale e scontata.

“La separazione delle carriere, che non può essere considerata la panacea, potrebbe rappresentare un’opportunità di modernizzazione del sistema giustizia, ma solo se la magistratura, requirente e giudicante, rimanesse realmente indipendente e se venisse accompagnata da ulteriori riforme, tra cui la riduzione e rimodulazione delle procure, la diminuzione dei procedimenti civili e penali, l’ammodernamento delle infrastrutture informatiche, la riduzione dei tempi dei processi”.

Una tesi che condividiamo in pieno.


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