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L’ultimo sondaggio Radar SWG conferma che nelle trattative per la formazione del nuovo governo i contrasti vengono in gran parte percepiti come gestibili. Gli elettori di centrodestra non gradirebbero una presenza eccessiva di ministri tecnici; Salvini viene visto più agli Interni che all’Agricoltura.
L’ultimo sondaggio Radar SWG conferma che nelle trattative per la formazione del nuovo governo i contrasti vengono in gran parte percepiti come gestibili. Gli elettori di centrodestra non gradirebbero una presenza eccessiva di ministri tecnici; Salvini viene visto più agli Interni che all’Agricoltura.
In sintesi, il rapporto appena diffuso in queste ore da SWG ci dice che le trattative e i confronti tra i partiti della maggioranza si stanno svolgendo in maniera serrata e presto dovrebbe essere risolto il rebus della composizione del prossimo governo. L’intesa non sembra semplice ma secondo la percezione prevalente “i contrasti tra i partner del centrodestra rientrano nell’ordinario e soltanto per 1 rispondente su 3 (e metà degli elettori dei partiti di opposizione) sono ingestibili”.
Per quanto riguarda gli incarichi di governo appare significativo il fatto che l’elettorato del centrodestra accetti l’inserimento di ministri tecnici nel nuovo esecutivo ma soltanto con una presenza limitata. L’ipotesi di Salvini al Viminale -precisa il rapporto SWG-“ottiene un sostegno compatto da parte dei leghisti e una reazione positiva anche da una larga maggioranza degli elettori di Fratelli d’Italia e Forza Italia”.
Considerata la storica instabilità dei governi in Italia, naturalmente ancora prima che un esecutivo nasca ci si incomincia a chiedere quanto durerà.
Secondo l’analisi di SWG “Al nascente governo Meloni, più della metà dei cittadini prospetta una vita relativamente lunga: solo il 25% ritiene possa raggiungere la fine della legislatura (cosa mai successa in Italia), ma molti prevedono che rimanga in carica per diversi anni, ovvero più della durata media dei governi italiani (che è poco più di un anno)”.
Quanto alle opposizioni, gli elettori dei partiti della minoranza tendono a preferire un atteggiamento dialogante con il nuovo governo, in particolare per quanto riguarda i sostenitori di Azione-Italia Viva. Negli elettorati di PD e M5S c’è invece anche una nutrita componente di fautori di una linea più battagliera.
Fin qui l’analisi più specificatamente politica. Ma c’è un secondo tema che propone con grande attualità il nuovo Rapporto SWG e riguarda “Lo Stato emotivo del Paese”.
Dalla fine dell’estate il sentiment emotivo del Paese – sottolinea il Rapporto- “ha mostrato un netto miglioramento, con un recupero di tutte le emozioni positive e una riduzione dell’intensità di quelle negative. A guidare la capacità di dare una visione positiva del mondo e delle cose sono soprattutto gli affetti famigliari, ma anche la valutazione del proprio stato di benessere fisico e mentale e del luogo in cui si vive. Prevale una sensazione di fiducia anche rispetto al lavoro, per quanto su questo aspetto trapeli una certa paura, che si fa emozione dominante quando si pensa alla situazione economica famigliare e del Paese. Su questa dimensione e su quella politica i sentimenti sono soprattutto negativi.
Per gli analisti di SWG “La ricetta della felicità vede al centro per tutte le generazioni lo stato di salute; per i giovani è fondamentale anche la situazione economica, mentre tra i più anziani cresce l’importanza di sapersi accontentare ed accettarsi per come si è. Nonostante qualche rimpianto, gli italiani sono soddisfatti della propria vita e valutano positivamente gli obiettivi raggiunti, con quasi il 50% degli intervistati che definisce la vita finora vissuta in linea con il proprio ideale”.
Secondo il Rapporto SWG oggi una delle preoccupazioni degli italiani è che questo modello di democrazia corra sempre di più il rischio di essere messo in crisi da molteplici fattori: a partire da una classe politica di basso livello e non capace di prendere decisioni incisive ed adeguate a tutelare i cittadini, fino ad arrivare all’eccessiva influenza dei grandi poteri economici privati sulle decisioni dei governi, passando per corruzione ed instabilità. “Nonostante lo spettro della crisi della democrazia occidentale, la tutela di questo sistema è dunque sentita e rimarcata da una lontananza dai modelli di governo autocratici (come, ad esempio, quelli di Russia e Cina). Se per una parte l’autocrazia potrebbe rivelarsi adatta per le realtà di alcuni Paesi, permane in modo forte e maggioritario un giudizio negativo sul modello, da non imitare e da estirpare.
Ma questo conferma lo spirito vero della nostra storia Repubblicana.