Trentino: rischio alluvioni, 25 mln l'anno per la prevenzione

Il presidente Fugatti e l’assessore Zanotelli al convegno sul fiume Adige che ha aperto la Settimana della Protezione civile.

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Lunedì 13 Ottobre 2025
Trento - 13 ott 2025 (Prima Pagina News)

Il presidente Fugatti e l’assessore Zanotelli al convegno sul fiume Adige che ha aperto la Settimana della Protezione civile.

Dalle sorgenti di Resia fino all’Adriatico, il fiume Adige attraversa territori, storie e comunità.

A questo protagonista della vita economica e sociale del territorio è dedicato il convegno “Passato, presente e prospettive del fiume Adige”, in corso oggi all’Itas Forum di Trento.

L’evento, organizzato dal Servizio Bacini montani della Provincia autonoma di Trento, apre ufficialmente la Settimana della Protezione civile del Trentino e rappresenta un momento di riflessione e confronto tra istituzioni, enti di ricerca e professionisti sui molteplici aspetti legati alla gestione di questo corso d’acqua della regione.

Sotto la lente, sicurezza idraulica e tutela ambientale, oltre a memoria storica e pianificazione futura.

“Le esperienze vissute, da Vaia alla tragedia di Stava (di cui è stato celebrato il quarantennale alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella), ci ricordano quanto il rapporto con l’acqua e con la natura richieda responsabilità, conoscenza e capacità di gestione. Il Trentino ha saputo affrontare situazioni difficili e da esse ha tratto la consapevolezza che la sicurezza del territorio è una priorità da portare avanti con continuità e visione” sono state le parole del presidente della Provincia Maurizio Fugatti, intervenuto in apertura dei lavori.

A ribadire quanto la gestione dell’Adige - assegnata nel 2000 al Trentino dallo Stato - sia una responsabilità centrale nell’esercizio dell’autonomia trentina, è stata l’assessore con delega alla difesa idrogeologica e agli enti locali, Giulia Zanotelli: “Quando parliamo di rischio idrogeologico, dobbiamo ricordare un principio fondamentale: il rischio zero non esiste. Proprio per questo il nostro impegno quotidiano è rivolto alla prevenzione, alla mitigazione e alla manutenzione costante, anche grazie anche al lavoro del Servizio Bacini montani e del Servizio Foreste”.

Zanotelli ha messo in luce anche come siano ingenti le risorse messe in campo: “Ogni anno investiamo mediamente 25 milioni di euro per la difesa del territorio provinciale. Nell’ultimo decennio, il valore complessivo supera i 281 milioni di euro: si tratta di fondi provinciali, statali e del Pnrr”.

L’assessore ha poi posto l’accento sull’importanza della sensibilizzazione, soprattutto tra i giovani: “Un tema per noi molto caro è quello della formazione. Grazie all’iniziativa ‘Alluvioni a catinelle’, portiamo nelle scuole strumenti e conoscenze per affrontare gli eventi naturali e per avvicinare le nuove generazioni al mondo del volontariato, uno dei pilastri della nostra autonomia”.

Quella di oggi è peraltro una giornata simbolica, poiché come ha ricordato il dirigente generale del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna Stefano Fait, il 13 ottobre è riconosciuta quale Giornata internazionale per la mitigazione delle catastrofi naturali.

Proprio oggi - ha ricordato Fait - si apre la Settimana della Protezione civile del Trentino, che proseguirà con incontri tematici, esercitazioni e momenti di divulgazione, fino alla Cittadella della Protezione civile alle Albere nel fine settimana: “Sarà un momento importante per incontrare i cittadini e riconoscere il valore di chi ogni giorno contribuisce alla sicurezza e alla coesione della comunità trentina”.

Il valore tecnico e scientifico dell’incontro è stato ribadito anche dal dirigente del Servizio Bacini montani, Lorenzo Malpaga, che ha spiegato come il convegno sia pensato per offrire uno sguardo completo sul fiume Adige, coinvolgendo enti e territori diversi. “Abbiamo voluto un evento aperto ai professionisti, al mondo accademico e ai funzionari delle province autonome di Trento e Bolzano e della Regione Veneto – ha spiegato –. L’obiettivo è riflettere sull’Adige a 360 gradi, sui suoi aspetti storici, ambientali e di rischio. Anche se oggi i pericoli sono moderati, le grandi alluvioni del 1882 e del 1966 ci ricordano che la possibilità di eventi simili non è del tutto esclusa. È importante che tutti, cittadini e istituzioni, siano consapevoli di questi rischi e pronti a gestirli”.


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