USA: Veterani in rivolta contro la tassa sui feriti di guerra

Non è una vera a propria tassa ma, sono una serie di norme che non permette ai reduci di ricevere sia l'intera pensione che l'indennità di invalidità

di Renato Narciso
Martedì 27 Maggio 2025
Washington DC (USA) - 27 mag 2025 (Prima Pagina News)

Non è una vera a propria tassa ma, sono una serie di norme che non permette ai reduci di ricevere sia l'intera pensione che l'indennità di invalidità

Veterani in rivolta negli USA a causa della cosiddetta tassa sui veterani feriti. A farsi da portavoce dei reduci, Dan Nevins che sta conducendo una campagna contro il governo federale affinché quest'ultimo abolisca questa cosiddetta "tassa sui veterani feriti", un termine non ufficiale che comprende quelle norme che proibiscono ai reduci di ricevere sia l'intera pensione che l'indennità di invalidità. Lo ha riportato l'emittente televisiva USA NBC News. Nevins riportò gravissime ferite in Iraq ove perse entrambe le gambe in combattimento. Dopo l'accaduto ritenne, erroneamente che sarebbe stato il Paese che aveva servito a provvedere economicamente a lui. Secondo l'ufficio apartitico del Congressional Budget Office, tale problema riguarderebbe circa 50mila veterani, costando a ciascuno di loro circa 1.900 dollari al mese. Secondo l'attuale politica federale, ai veterani con meno di 20 anni di servizio e un grado di invalidità inferiore al 50% viene detratto un dollaro dalla pensione per ogni dollaro percepito in indennità di invalidità. Il grado di invalidità è assegnato dal Dipartimento per gli Affari dei Veterani e valuta l'impatto che un infortunio o una disabilità può avere sulla salute e sulla capacità di svolgere le proprie attività di un veterano. Il Congresso sta lavorando per eliminare la compensazione con un disegno di legge bipartisan, denominato Major Richard Star Act, che garantirebbe ai veterani feriti la piena pensione e l'indennità di invalidità. Il senatore Richard Blumenthal, democratico del Connecticut, è alla guida dell'iniziativa al Senato, dove conta 71 co-firmatari, mentre il deputato Gus Bilirakis, repubblicano della Florida, è in testa alla proposta di legge alla Camera, dove conta 274 co-firmatari.


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