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Dal 16 agosto 2025 al 9 aprile 2026, un’esposizione unica mette in dialogo archeologia e arte contemporanea, con capolavori di Severini, De Chirico e opere rare donate dal mecenate Roberto Bilotti.
Dal 16 agosto 2025 al 9 aprile 2026, un’esposizione unica mette in dialogo archeologia e arte contemporanea, con capolavori di Severini, De Chirico e opere rare donate dal mecenate Roberto Bilotti.
di Laura Carlotta Gottlob
Le donazioni di Roberto Bilotti si distinguono per un carattere di assoluta eccezionalità, frutto di un autentico amore e di una costante dedizione all’arte, dall’antichità fino ai linguaggi contemporanei. Se fossero semplicemente un atto dovuto a una tradizione familiare di mecenatismo, non avrebbero quella forza vitale che le contraddistingue.
A conferma di ciò, basti pensare alla ricca collezione di arte contemporanea esposta nel Castello di Rende – un unicum nel panorama italiano per l’ampiezza e la completezza con cui rappresenta le espressioni artistiche dal Novecento a oggi – o alla straordinaria raccolta di ceramiche calabresi di Palazzo Magdalone, sempre a Rende, con oltre duemila pezzi databili tra la Magna Grecia e il Medioevo. Di pari rilievo è la donazione dei Futuristi calabresi al Museo del Presente di Rende, così come le sculture del MAB – Museo all’Aperto di Cosenza, fondato dallo zio Carlo e arricchito nel tempo dalle successive donazioni di famiglia: un’esperienza che è già di per sé una passeggiata museale en plein air. A Roma, il museo intitolato a Carlo Bilotti, nella cornice di Villa Borghese, custodisce opere di Giorgio de Chirico, artista cui Roberto Bilotti riserva particolare attenzione nel suo ruolo di membro del Comitato Scientifico.
La mostra di Vetulonia – che lo stesso Bilotti ama definire la sua “mostra di Ferragosto” – è un dialogo intenso tra passato e futuro, tra la memoria dell’archeologia e le sorprendenti riletture contemporanee di maestri quali Severini e De Chirico. Curata da Simona Rafanelli, direttrice del museo, e dall’archeologo Vincent Jolivet, si offre come un’esperienza di rara suggestione, assolutamente da non perdere.