Worlds of Journalism Study, Università di Milano e Ordine della Lombardia tastano il polso al giornalismo italiano
Il Worlds of Journalism Study è stato fondato nel 2010 per valutare lo stato del giornalismo nel mondo. Nella terza fase di rilevazione, 2021-2023, che coinvolge oltre 120 Paesi la parte italiana è curata da Marco Gambaro (a sinistra nella foto), professore di Economia dei media e da Sergio Splendore del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Statale di Milano, due dei massimi esperti della materia in Italia. Una “sfida” in piena regola al mondo della comunicazione internazionale.
di Pino Nano
Venerdì 06 Agosto 2021
Milano - 06 ago 2021 (Prima Pagina News)
Il Worlds of Journalism Study è stato fondato nel 2010 per valutare lo stato del giornalismo nel mondo. Nella terza fase di rilevazione, 2021-2023, che coinvolge oltre 120 Paesi la parte italiana è curata da Marco Gambaro (a sinistra nella foto), professore di Economia dei media e da Sergio Splendore del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Statale di Milano, due dei massimi esperti della materia in Italia. Una “sfida” in piena regola al mondo della comunicazione internazionale.
Partiamo dall'obiettivo principale di questo studio. Worlds of Journalism Study è nato per aiutare i ricercatori del giornalismo, i professionisti dei media e i responsabili politici a comprendere meglio le trasformazioni e i cambiamenti anche epocali che riguardano la professione giornalistica nel mondo.

Ma il problema, ovviamente, non è solo italiano. In questo caso si tratta di uno sforzo congiunto di ricercatori di tutto il mondo. Il progetto – sottolineano infatti i due docenti milanesi-aspira ai più alti standard di collaborazione scientifica e professionale.

E’ in questo modo che il Worlds of Journalism Study è diventato un motore di ricerca comparativa negli studi di giornalismo e una sede istituzionale per coloro che vi si dedicano. Una sfida culturale almeno all’inzio, risultata alla fine vincente grazie all’intuizione di Marco Gambaro e Sergio Splendore.

Qual è l’oggetto dell’indagine? Partiamo dalle domande a cui ogni giornalista italiano dovrebbe rispondere con assoluta franchezza. I media italiani sono davvero indipendenti dalla politica e da condizionamenti economici o sono alle mercé di potentati politici e finanziari? Quanto contano i social network nel nostro lavoro? E quanto contano invece i comunicati stampa? Gli uffici stampa devono fornire sempre informazioni veritiere? E possono ostacolare i colleghi che lavorano nei media nella ricerca delle informazioni anche sgradite relative all’azienda per cui lavorano? Sono queste solo alcune delle domande del sondaggio avviato sulle condizioni attuali e sul futuro del giornalismo e contenute nel questionario della ricerca condotta dai ricercatori dell’Università degli Studi di Milano nell’ambito del progetto Worlds of Journalism Study.

La ricerca, lo ricordiamo, è patrocinata e sostenuta dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia (per l’Italia), insieme a Unesco e Reporter Senza Frontiere. Si tratta in effetti di una “Ricerca universitaria internazionale indipendente sullo stato del giornalismo”, un progetto accademico internazionale che indaga periodicamente in modo comparativo lo stato del giornalismo nel mondo, che pubblica un rapporto internazionale ogni 4 anni e, in passato, ha realizzato rapporti-Paese su oltre 60 nazioni.

“Diversi e tutti di primaria importanza i quesiti a cui la ricerca – riservata a tutti i giornalisti italiani, garantendo il pieno anonimato – vuole dare risposte”, sottolinea il professore Sergio Splendore. Nella rilevazione dedicata alla situazione italiana- spiegano i due autori italiani- “oltre alle domande del questionario standard internazionale si cerca anche di approfondire le aree dei collaboratori freelance e degli uffici stampa, mentre sul piano tematico sono previsti focus e approfondimenti sulla formazione della notizia e sul confine con la comunicazione commerciale”.

Come fare? Una volta aperto il link bisogna avere l’accortezza di cliccare anche sulla freccetta posta in basso a destra per accedere direttamente alle domande del questionario nelle pagine successive. Una volta completato, con l’invio finale, il questionario verrà acquisito automaticamente.

“Il link naturalmente garantisce che i dati degli iscritti non debbano essere trasmessi e che la compilazione sia anonima. Nel questionario, infatti, non sono contenuti i dati personali e neanche la testata di appartenenza. Verranno poste domande invece sul proprio lavoro e sui modi di concepire e svolgere la propria professione”.

Chi volesse avere ulteriori info può contattare direttamente i ricercatori alle due mail seguenti: marco.gambaro@unimi.it ; sergio.splendore@unimi.it .

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