Il Comitato Investigativo della Russia ha aperto un procedimento penale "sull'uso di metodi proibiti in un conflitto armato, per la morte di un bambino nel Donbass", in seguito ai bombardamenti del 2 aprile.
Lo dichiara la rappresentante ufficiale del dipartimento, Svetlana Petrenko, citata dall’ agenzia di stampa Interfax.
Secondo gli investigatori di Mosca, "le forze di sicurezza ucraine hanno nuovamente violato il regime di cessate il fuoco", usando “armi pesanti e droni contro le infrastrutture civili nel villaggio di Aleksandrovskoye”, situato nell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr).
Il vice ministro degli Esteri del Cremlino, Sergei Ryabkov, fa sapere intanto che sono in corso contatti “ad alto livello” tra Mosca e Washington. I due governi stanno dialogando, in queste ore, in merito alla grave situazione nell’ area di crisi. Lo riportano i media locali.
Non mancano però le polemiche. “Abbiamo chiesto ai nostri interlocutori di spiegarci i motivi delle provocazioni” che stanno compiendo, riferisce il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price.
La situazione rischia di peggiorare però per i rapporti, sempre più stretti, tra Kiev e l’ Occidente. L'Ucraina diventa, infatti da oggi, la prima nazione partner a entrare nella Nato Response Force (Forza di risposta rapida, costituita nel vertice di Praga avvenuto nel 2002, composta da unità terrestri, marittime, aeree e speciali impiegabili in qualsiasi parte del mondo per operazioni offensive e difensive).
Kiev “è un prezioso partner dell'Alleanza e uno dei nostri sei Enhanced Opportunity Partner. LANDCOM ha attualmente un ufficiale ucraino in servizio nel nostro quartier generale". Lo scrive, su Twitter in inglese e in lingua ucraina, il Comando del Patto Atlantico.
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