Arte Moderna. “Per Natale regalo le mie opere alla Calabria”

Una donazione è sempre un atto d’amore verso qualcuno, ma in questo caso parliamo di Silvio Amelio un artista conosciuto e apprezzato in tutto il mondo che torna per Natale in Calabria e regala alla città di Catanzaro centinaia di opere, frutto del suo lavoro e della sua genialità artistica.

di Pino Nano
Venerdì 23 Dicembre 2022
Roma - 23 dic 2022 (Prima Pagina News)

Una donazione è sempre un atto d’amore verso qualcuno, ma in questo caso parliamo di Silvio Amelio un artista conosciuto e apprezzato in tutto il mondo che torna per Natale in Calabria e regala alla città di Catanzaro centinaia di opere, frutto del suo lavoro e della sua genialità artistica.

“Lascio tutto quello che ho alla città di Catanzaro, come gesto di legame e di amore profondo per la mia terra natale. Dopo aver girato il mondo sento che è arrivato il momento per un bilancio della mia vita di artista, e l’unico modo per dimostrare il tuo legame con il tuo popolo è rendere al tuo popolo quello che da lui hai ricevuto. Dalla città di Catanzaro e dai calabresi io ho ricevuto solo affetto, ammirazione e stima profonda, e io oggi in cambio di tutto questo dono le mie opere alla città di Catanzaro con la speranza che l’Amministrazione Comunale ne sappia fare buon uso”.

La storia di Silvio Amelio è quasi una leggenda. Il grande scultore calabrese nasce a Taverna e si trasferisce giovanissimo a Roma dove oggi risiede e lavora nel suo studio di Via Toscani 69.Dire di lui che è stato uno dei grandi protagonisti dell’arte italiana negli anni soprattutto che hanno chiuso e salutato l’ultimo secolo è dire di lui molto poco. Conosciuto, amato, apprezzato, inseguito ricercato dalla Roma che più conta Silvio Amelio lascia al mondo dell’arte italiana un patrimonio di opere e di sculture che è raro trovare in altri paesi del mondo. Per una lunga fase della sua vita e della sua carriera Silvio Amelio è stato il vero re incontrastato del Teatro dei Dioscuri al Quirinale, uno dei Palazzi più solenni del Colle che ospita la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica e da dove, nel corso del suo mandato e della sua missione, sono davvero transitati i grandi della terra. Eppure, non c’era occasione, momento, situazione in cui lo scultore non trovasse il tempo per raccontare a chi arrivava nel suo palazzo, che è proprio di rimpetto alla Corte Costituzionale le sue origini e la magia della sua terra. Forse per lui è stato più facile che per altri calabresi emergere e permettersi il lusso di dire sono figlio di Taverna, ma chi non conosce Taverna e chi non sa che a Taverna è nato anche il grande Mattia Preti? A volte basta davvero poco per sentirsi cittadini del mondo. Ma il mondo Silvio Amelio lo ha conosciuto e attraversato in lungo e in largo, diventando nel corso di mezzo secolo uno degli alfieri della cultura contadina meridionale. Così è stato in Europa, così è stato in Canada, e poi ancora negli Stati Uniti e in America Latina, riuscendo a farsi intervistare persino dalle grandi reti televisive internazionali per via della sua partecipazione alla Coppa Davis di cui è stato in passato uno dei suoi migliori interpreti artistici, grazie alla medaglia commemorativa realizzata per il giorno della vittoria.

-Maestro, perché una donazione così importante alla città di Catanzaro?

Perché sento che alla mia età devi mettere un punto, e che una carriera come quella che è stata la mia carriera non può finire lasciando la propria vita nel disordine. Ho selezionato il meglio delle mie opere e lo regalo oggi alla mia città perché tutti possano in futuro goderne. Che senso avrebbe dover andare a Roma o a Milano o a New York per vedere i bozzetti delle mie sculture? È giusto che ogni cosa ritorni al suo posto e il posto della mia vita da dove tutto è iniziato è qui a Catanzaro”.

-Una sorta di eredità alla propria gente?

“Mettiamola così, è prima di tutto un regalo a me stesso. Un giorno da vecchio potrò tornare a Catanzaro e sapere di avere il frutto della mia vita di artista sparso per biblioteche, chiese, scuole, musei, e magari anche le strade del centro, un museo privato che da oggi diventa il Museo aperto della città di Catanzaro”.

-Ci indica solo alcune delle cose donate?

“Sono oltre 250 miei lavori tra sculture grandi e piccole in marmo, bronzo e vetroresine. Altorilievi e bassorilievi in bronzo, marmo, vetroresine e gesso. Unici esemplari di sculture dedicate a personaggi come Michelangelo, Leonardo, Mozart, Mandela, Toscanini. Poi tutta una serie di dipinti a colori acrilici della vita di Gesù e pubblicati ogni settimana dall'Osservatore Romano per un intero anno.

-La cosa a cui tiene di più?

“Per un artista non esiste un figlio prediletto, ogni opera è uguale alle altre. Potrei dirle a caldo il bozzetto originale in bronzo che ricorda il dramma dell'11 settembre a New York voluto dal Governatore Pataki, o anche la scultura originale che rappresenta la "Apartheid" ricevuto dallo stesso Mandela e diventata il simbolo dei moti del Sudafrica. Non saprei esattamente cosa risponderle. Forse anche il "cormorano morente" simbolo della guerra del Golfo, la Bagnarota, San Francesco di Paola, i due bozzetti in bronzo delle sculture che sono state dedicate a San Francesco in Assisi. Sono tutti i progetti della Cappella dell'Immacolata realizzati in marmo rosa del Portogallo in Assisi. Ma poi ancora, lascio alla città diversi trofei dei personaggi italiani, Dante, Leonardo e Michelangelo, i navigatori da Colombo ad altri, Toscanini e Verdi. Tutta una serie di 200 grafici a china dedicati alla donna nel mondo. Personaggi del cinema, Totò e Marilyn Monroe, sculture in diverse tipologie di marmi, alcuni di questi preziosi perché esauriti e dedicati agli animali, il gabbiano in volo, la tigre, il cormorano, il cavallo ecc”.

-Una donazione di grande valore mi pare di capire Maestro?

“Non parliamo di denaro per favore. Una donazione è un atto d’amore, non una semplice e volgare valutazione economica. Mi ero dimenticato di dirle che lascio anche il gruppo delle nove Muse dell'antica Grecia che formavano il Parnaso e realizzate tutte in marmi differenti e pregiati. Tutte le opere andranno, parte al Teatro dell'Opera Politeama, altre in diverse istituzioni come Regione, Provincia, Accademia di Belle Arti, formando un percorso nella città, tutto il resto andrà a Palazzo Fazzari. All'esterno del portale del palazzo andrebbe sistemato il cartiglio in marmo statuario di Carrara e che rappresenta Garibaldi a cavallo con in braccio la bandiera dove sono riportati i volti più rappresentativi che hanno voluto l'unità d'Italia. È l’altorilievo realizzato in occasione del 150° dell'Unità d'Italia. Copie del cartiglio in bronzo si trovano in molti paesi nel mondo; persino in Cina, Stati Uniti, Canada, in quasi tutti i paesi europei”.

-Un artista che si spoglia di tutto? Come si sente ora?

“Felice, e soprattutto anche pronto per il mio prossimo lungo viaggio intorno al mondo”.

-Posso chiederle quale sarà la sua prossima meta?

“Se lo sapessi glielo direi, temo che prima o poi qualcun altro deciderà questa volta per me. Io sono pronto. So però che, mai come in questo momento, la morte mi fa meno paura di quanto non me ne facesse qualche anno fa”.


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