Caso Pozzolo: la Procura di Biella ha terminato le indagini
"Sin dall'acquisizione delle informazioni testimoniali da parte della Repubblica e dalla stazione carabinieri di Andorno Micca, emergeva la riconducibilità dei reati provvisoriamente contestati all'onorevole".
(Prima Pagina News)
Venerdì 05 Aprile 2024
Biella - 05 apr 2024 (Prima Pagina News)
"Sin dall'acquisizione delle informazioni testimoniali da parte della Repubblica e dalla stazione carabinieri di Andorno Micca, emergeva la riconducibilità dei reati provvisoriamente contestati all'onorevole".
Sono terminate le indagini della Procura di Biella a carico di Emanuele Pozzolo, il deputato di FdI indagato per lo sparo avvenuto durante la notte di Capodanno all'ex asilo di Rosazza, che ha ferito il 31enne Luca Campana.

Pozzolo è accusato di lesioni colpose, porto illegale di arma da fuoco e di munizionamento in luogo pubblico o aperto al pubblico, omessa custodia di armi e accensioni esplosioni pericolose.

"Le indagini preliminari espletate hanno avuto a oggetto sia l'assunzione a sommarie informazioni di tutte le persone presenti, sia rilievi e accertamenti di carattere tecnico eseguiti nei locali ove si sono svolti i fatti e sull'arma in sequestro detenuta dall'onorevole Pozzolo", precisa, in una nota, la Procuratrice Angela Teresa Camelio.

"Sin dall'acquisizione delle sommarie informazioni testimoniali da parte della Repubblica e dalla stazione carabinieri di Andorno Micca, emergeva la riconducibilità dei reati provvisoriamente contestati all'onorevole Pozzolo, con relativa iscrizione dello stesso nel registro degli indagati", prosegue.

"La consulenza tecnica balistica ha accertato la piena sovrapponibilità delle testimonianze delle persone informate sui fatti e quelle della persona offesa e non ha riscontrato la ricostruzione alternativa fornita originariamente dall'onorevole Pozzolo al momento dei fatti", continua.

"Nel corso delle indagini preliminari emergeva, che la pistola dalla quale è stato esploso il colpo non poteva essere portata in luogo pubblico e aperto al pubblico, poiché detenuta esclusivamente in regime di collezione.

È emerso, da ultimo, che anche il munizionamento detenuto dall'onorevole al momento dello sparo non poteva essere portato in luogo pubblico e/o aperto al pubblico poiché "espansivo" e, pertanto, rientrante nel munizionamento da guerra", conclude Camelio.

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