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Quando finalmente la ricostruzione della cattedrale di Parigi sarà ultimata la Francia non potrà non essere grata ad un grande ricercatore italiano, Livio De Luca, che di questo restauro è oggi il responsabile unico.
Quando finalmente la ricostruzione della cattedrale di Parigi sarà ultimata la Francia non potrà non essere grata ad un grande ricercatore italiano, Livio De Luca, che di questo restauro è oggi il responsabile unico.
Questa storia ha un inizio, e ha una fine. L’inizio coincide con la storia professionale di Livio De Luca, uno dei tanti figli di Calabria sparsi per il mondo. La fine coincide con sua la vita privata e personale, storia la sua di un giovane architetto calabrese, originario di Amantea, e che oggi, dopo venti anni di emigrazione lontano dal suo mare, è tra gli italiani più amati, più famosi e più coccolati di Francia. Storia di una eccellenza tutta italiana, dunque, ma che oggi è diventata anche “eccellenza mondiale”, per tutto quello che Livio De Luca fa, rappresenta e realizza. Ingegneria come poesia, architettura come sapere, scienza digitale come recupero della memoria, analisi statistica come strumento di amore per il prossimo. Livio De Luca è tutto questo insieme, ma è questo che fa di lui un uomo di grande fascino, di grande appeal, di grande carisma, di grande apertura mentale.
Nessuno ci crederebbe, ma uno dei “grandi medici” a cui è stata affidato il restauro di Notre Dame de Paris dopo l’incendio della guglia “viene da molto lontano”. I francesi sanno semplicemente che è un italiano, che viene dal sud del Paese, che si chiama Livio De Luca, ha 46 anni, e che è uno dei “grandi cervelli” dell’architettura digitale, forse il numero uno al mondo per via delle sue conoscenze e delle sue esperienze.
Ma il grande ricercatore italiano non è nuovo a imprese così mirabilanti. Prima di Notre Dame, Livio De Luca era passato da anni di ricerche e sperimentazioni di approcci digitali negli scavi di Pompei, sul Ponte di Avignone, sull’Arco di Trionfo di Parigi, sul Petit Trianon di Versailles, sulla tomba dell’Imperatore Qialong in Cina.
Un numero uno come pochi. Architetto, dottore di ricerca in ingegneria, HDR abilitato a dirigere ricerche in informatica, Livio De Luca è oggi Direttore di ricerca al CNRS, che è il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Francia. Parliamo naturalmente di una delle strutture di assoluta eccellenza in tutto il mondo. Di più, Livio De Luca è Direttore della sezione che si occupa di “Modelli e simulazioni per l'Architettura e il Patrimonio”, ma è in passato è stato anche Co-presidente del Congresso Internazionale UNESCO/IEEE/EG Digital Heritage (Marsiglia 2013, Grenada 2015), e Coordinatore di azioni scientifiche a livello nazionale (ANR, FUI, CNRS, MC), ed internazionale (FP7, Marie-Curie, H2020). Un riconoscimento ufficiale questo ultimo di altissimo profilo accademico e istituzionale, che marca tutta la sua vita e la sua carriera scientifica in giro per il mondo.
Chi lo conosce personalmente bene e da tanti anni dice di lui una cosa molto bella: “Livio non usa mai il singolare quando parla di progetti o di lavoro, non conosce il termine “io”. Per lui esiste solo la “quadra”, il suo team di ricerca. Uomini e donne,un gruppo di 175 tecnici di altissimo valore, che pendono dalle sue labbra e lavorano per lui, e con lui, senza interruzioni di tempo e di orario”.
Le sue attività di ricerca oggi si concentrano sul rilievo, la modellazione geometrica e l'arricchimento semantico di rappresentazioni digitali di oggetti del patrimonio, nonché sulla progettazione e lo sviluppo di sistemi informativi multidimensionali. Principe assoluto nell’uso, nella gestione, nella conoscenza, e nell’applicazione di quella che gli americani chiamano “AI”, che sta per “Intelligenza Artificiale”, e grazie alla quale alla fine del suo programma di lavoro Livio De Luca sarà in grado di produrre una ricostruzione virtuale al millesimo della grande Basilica di Francia. Operazione mai tentata prima d’ora da nessuno.
Quando il Presidente Emmanuel Macron annuncerà al mondo la “fine dei lavori” e la chiusura del cantiere di Notre Dame, non potrà però non ricordare e non fare il nome di questo scienziato italiano che oggi grazie al suo team internazionale avrà finalmente reso possibile la ricostruzione reale della “casa dei francesi”. A tratti Livio De Luca sembra quasi il filosofo più francese di tutti, il più caparbio e il più cocciuto nel credere nel linguaggio delle pietre, o dei legni, o della polvere, della cenere rimasta, un sognatore come pochi al mondo, un teorico dell’onnipotenza della ricerca digitale, un fantasista del futuro, uno scienziato che solo per questo meriterebbe una menzione al Premio Nobel di Stoccolma.
Non si può non amarlo un personaggio di questa grandezza. Ma perché Livio De Luca, e in questo hanno ragione i francesi, ha insegnato e dimostrato al mondo internazionale della ricerca scientifica che grazie all’Intelligenza Artificiale oggi si può ricostruire il passato di ognuno di noi, di ogni città, di ogni quartiere, di ogni struttura, di ogni cellula fisica o foglia presente in natura. E’ il grande vero primato di questo scienziato italiano. Al Consiglio Nazionale delle Ricerche di Francia dove Livio de Luca è oggi una “stella” vera e propria, qualcuno si lascia sfuggire una indiscrezione che è ancora tutta interna al mondo accademico, ma che sarebbe felice e orgoglioso che allo scienziato italiano venisse conferita la “Legion d’Onore”, che è la massima onorificenza che la Repubblica francese assegna a connazionali e stranieri che abbiano ottenuto per la Francia meriti in ambito civile, culturale, militare, e sportivo, e che Napoleone Bonaparte ostentava e indossava in ogni occasione solenne sulla sua divisa di gala.
In questi ultimi tre anni dall’incendio Livio De Luca ha capito che la ricostruzione di Notre Dame è una questione non più solo ed esclusivamente francese, ma il futuro di questo monumento storico appartiene ormai all’Umanità e al resto del Pianeta. Ne è così tanto convinto da arrivare all’assurdo, perché il grande architetto italiano è pronto a rimettere le sue ricerche e i suoi dati digitali su Notre Dame sul tavolo internazionale comune della ricerca, perché tutti ne abbiamo finalmente consapevolezza e contezza.
E’ lo scienziato che torna filosofo, e ridiventa testimone autentico del suo tempo. L’analista e l’ingegnere digitale ridiventa come d’incanto poeta dell’impossibile, erede di una cultura sublime che non puoi tenere relegata e segretata nei cassetti della storia, ma che devi invece far circolare e diffondere, perché questa è la nuova mission del giovane scienziato calabrese.Storia, ripeto, di una eccellenza tutta italiana e di cui il mondo che verrà parlerà a lungo per via dei risuktati che Livio De Luca e il suo team di ricerca hanno già realizzato. E non solo per la Francia, ma per il mondo intero.