Eccellenze Italiane. Franco Facciolo (IFO), uno dei padri della chirurgia toracica di tutto il mondo
“Ringrazio la mia famiglia che mi ha supportato nella realizzazione del sogno della mia vita! Fare quello che amavo fare! Il chirurgo. Quanto sono stato assente!”. A Roma tutto il mondo della chirurgia toracica.
di Pino Nano
Mercoledì 15 Novembre 2023
Roma - 15 nov 2023 (Prima Pagina News)
“Ringrazio la mia famiglia che mi ha supportato nella realizzazione del sogno della mia vita! Fare quello che amavo fare! Il chirurgo. Quanto sono stato assente!”. A Roma tutto il mondo della chirurgia toracica.

I Grandi Medici di oggi. Franco Facciolo, 20 luglio 1953 è la sua data di nascita, Soriano Calabro il suo paese di origine, il Liceo Classico di Vibo Valentia la sua prima chiesa accademica, l’Università di Roma il sogno da ragazzo, la laurea in medicina il primo vero successo della sua vita, la direzione della chirurgia Toracica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, il coronamento di anni di lavoro su un tavolo operatorio, perché poi tutto il resto della sua vita è stato un susseguirsi di conquiste e di successi professionali che oggi fanno di lui uno dei mostri sacri della chirurgia toracica in tutto il mondo.

Direttore della Unità Operativa Complessa di Chirurgia Toracica dell'Istituto Nazionale Tumori di Roma dal 2001, Franco Facciolo è attualmente Presidente della Società Italiana di Chirurgia Toracica.

Un ricercatore come pochi, uno studioso attentissimo alle dinamiche più moderne, un vero e proprio guru della chirurgia toracica oncologica, un medico che però sa ancora sorridere, che ti accoglie con una semplicità disarmante e quasi inimmaginabile, con questo suo accento ancora tutto calabrese, e questa voglia di far sapere al mondo quali sono state le sue origini.

A differenza di altri grandi medici calabresi in giro per il mondo, che non citano mai sul proprio curriculum professionale il paese di nascita, lui invece la prima cosa che segnala sulle sue schede professionali è il nome di Soriano Calabro, il paese dei “Mostaccioli” e del Sacro Convento Domenicano, complesso monastico costruito intorno al 1510, distrutto poi dal terremoto del 1659, e ricostruito in forme monumentali dal domenicano bolognese padre Bonaventura Presti, uno dei più ricchi e famosi conventi domenicani d'Europa e alla metà del Settecento uno dei santuari più frequentati dell'Italia meridionale.

È da qui che parte la storia professionale di Franco Facciolo.

Il giovane chirurgo calabrese cresce e si forma nell'ambiente universitario romano, presso la Scuola di Specializzazione diretta dal Prof. Costante Ricci, e amplia la sua formazione con corsi e frequentazioni presso Istituti e Reparti Specialistici di eccellenza nazionali ed internazionali.

È quasi commovente il ricordo di quegli anni, che ne fa lui stesso al Congresso Nazionale di Villa Carpegna.

“Ringrazio la scuola che mi ha formato, quella del Prof Costante Ricci. Il Professore rappresenta le radici della nostra scuola e anche della Società Italiana di Chirurgia Toracica. La Scuola è qui autorevolmente rappresentata dal Prof Furio Coloni e dal Prof Massimo Martelli. Grazie Furio per tutti i tuoi insegnamenti. Un grazie particolare al Prof Martelli con il quale ho condiviso gran parte della mia vita! Grazie Massimo per tutto quello che hai fatto per me! Vi assicuro che non è stato poco!”

 

Ma il “secondo” grazie il grande chirurgo lo dedica al suo Ospedale.

 

“Ringrazio L’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena; ogni giorno attraversando i corridoi di questa Istituzione sono venuto a contatto con due mondi che si sfiorano; l’attività clinico-assistenziale, gli ammalati, e la ricerca in tutte le sue declinazioni. Sono due mondi che si parlano, che dialogano, che percorrono insieme una strada nella direzione di una medicina sempre più moderna con il paziente e la sua salute come obiettivo centrale, una medicina dove i dati della ricerca possono diventare opportunità terapeutica per gli ammalati”.

 

Da sempre interessato agli aspetti chirurgici più complessi, lo studioso sviluppa particolare propensione per la chirurgia della patologia oncologica toracica localmente avanzata, in equipe multidisciplinare. Incline alla ricerca ed interessato all'implementazione di aspetti più squisitamente scientifici nella pratica chirurgica, con particolare attenzione alla ricerca traslazionale.

Calabrese fiero della sua storia, cocciuto e caparbio come solo pochi sanno ancora esserlo, determinato e rigorosissimo, medico d’altri tempi, ma padrone assoluto dei segreti del digitale, un genio della tecnica misto al senso esasperato della tradizione medica di una volta. Medico straordinario e uomo di grande fascino.

Il 1977 è l’anno della sua laurea alla Sapienza di Roma, naturalmente con il massimo dei voti e la lode, poi le scuole di Specializzazione, anche qui con la Lode, in Chirurgia Toracica, Chirurgia Generale, e una lunga stagione vissuta al policlinico Umberto I e al Forlanini di Roma, anche qui ai massimi livelli della ricerca sul cancro del polmone.

La sua lectio magistralis al Congresso di Villa Carpegna suona come il suo testamento morale alle generazioni dei chirurghi che verranno dopo di lui.

 

“Siamo una meravigliosa orchestra in cui ogni strumento emette un suono affascinante ma è il loro insieme che produce una sinfonia avvolgente.  Pensando alla nostra Società Scientifica mi è venuta in mente l’intervista rilasciata da Renzo Piano a Robert Ivy sulla filosofia che lo ha portato all’ideazione, alla progettazione e alla realizzazione del New York Times Building.  L’edificio appare grave quando tocca il terreno e diviene via via più leggero, più vibrante, più metaforico fino a sparire fra le nuvole. Con questo stesso slancio vorrei che la nostra Società tendesse verso il futuro. La struttura dell’edificio, interamente di vetro, è avvolta da un ampio mantello costituito da sottili barre orizzontali bianche di ceramica estrusa, assicurate ad una struttura di acciaio posta circa mezzo metro davanti a questo muro trasparente. La ceramica filtra i cambiamenti di intensità luminosa del cielo durante il giorno, riflettendo la luce da differenti angolature, con possibili variazioni cromatiche della facciata. L’edificio progettato ha una struttura molto semplice, ma la sua complessità deriva dalla metaforica capacità di trasformare, di cambiare, di respirare. Il passante ha la sensazione di trovarsi davanti ad una lanterna magica continuamente accesa e costantemente in attività.  Nella mia opinione, una società scientifica deve essere costruita allo stesso modo: una struttura solida ma con pareti di vetro perché la ricerca, così come l’informazione, devono essere trasparenti e devono respirare e vibrare insieme al mondo garantendo una continua osmosi tra lo spazio interno e l’esterno in modo che le due realtà siano di ispirazione l’una per l’altra. Questa è la mia idea di società scientifica!!!”.

 

Il “professore”, lo ascolti e ti commuovi. Lo guardi e sorridi.

 

Ma se osservi la platea che ha intorno allora si coglie con mano l’ammirazione generale che questi medici di tutto il mondo gli riservano nel giorno forse più importante della sua carriera di chirurgo. E lui di rimando, in una sala ovattata e piena di computer e di telecamere, riscopre la bellezza di un quadro che si ispira alla parabola del figliol prodigo, la "Parabola del Padre misericordioso, dipinto di Rembrandt, databile intorno al 1668 e conservato oggi nel Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo.

 

“Vorrei che la Società avesse un ampio mantello, come quello di un padre che riabbraccia il figlio. Pensate al dipinto di Rembrandt, per poter accogliere tutti, ascoltare, prendersi cura delle idee dando loro l’opportunità di concretizzarle. Le buone idee scaturiscono dalla formazione continua ed appassionata. I fondatori della SICT, nello statuto, hanno sancito il ruolo della società nell’attività didattica, formativa, scientifica e di ricerca. Continuerò nell’opera di formazione di chi mi ha preceduto.  Una società scientifica ha il dovere di adempiere a questa missione aggiungendo qualcosa a quello che già egregiamente fa l’Università. Arthur Koestler nella prefazione del libro L’amico ritrovato di Fred Uhlman , fa emergere la differenza tra pittori e scrittori;…i pittori sanno adattare la composizione alle dimensioni della tela, mentre gli scrittori, sfortunatamente, dispongono di una quantità illimitata di carta…

Ma come si arriva ai vertici della Società Italiana di Chirurgia Toracica?

Lui non ne parla mai, ma il vero segreto del suo successo internazionale è di sua mamma, che dopo la morte prematura del padre lo ha seguito, stimolato, aiutato, motivato, incoraggiato, accompagnato, mano per mano giorno per giorno, finché lui non ha raggiunto la sua laurea, e questo la sua mamma lo ha fatto anche con il fratello Antonio, oggi anche lui affermato e importante cardiologo a Roma.

All’inizio degli anni 2000 lui è tra i promotori dei primi gruppi specialistici multidisciplinari, di cui è tutt’ora referente, per l’applicazione delle linee guida internazionali nel trattamento della patologia neoplastica toracica. Forte di una lunga esperienza nel campo della chirurgia tradizionale, ha progressivamente abbracciato le metodiche minimamente invasive, videotoracoscopia, e chirurgia robot-assistita.

Dal 2016 la chirurgia robotica è diventata la tecnica prevalente nella sua pratica clinica, con oltre 1000 interventi eseguiti con questa metodica per patologia oncologica sia in stadio iniziale che localmente avanzato o dopo trattamento di induzione. Un record che fa invidia ai chirurghi toracici come lui di tutto il mondo.

Al Congresso di Villa Carpegna prende la parola Marina Cerimele, Direttore Generale degli IFO, che a nome di tutti i colleghi degli IFO gli rende i massimi onori.

“Porto i saluti degli IFO all’amico Franco Facciolo, esempio di grande professionista e uomo sensibile. È stato grazie al tuo impegno che la chirurgia robotica in ambito toracico ha preso piede ed è cresciuta negli anni nel nostro Istituto. Ricordo che il Regina Elena nei primi 9 mesi del 2023 ha effettuato 1000 interventi di chirurgia robotica in soli 9 mesi, di cui 220 in chirurgia toracica. Sempre disponibile con tutti, pazienti e collaboratori, hai consentito negli anni il perfezionamento nelle varie tecniche chirurgiche a tanti giovani colleghi che testimoniano, anche in strutture esterne alla nostra, la validità del percorso intrapreso insieme. Al di fuori della sala operatoria hai promosso con entusiasmo il progetto RISP per la validazione della efficacia dello screening polmonare, hai contribuito al raggiungimento di un importante risultato numerico nell’arruolamento dei pazienti davvero non scontato ma soprattutto nel percorso di cura dei casi individuati in fase precoce”.

Per il Professore è l’ennesima consacrazione ufficiale del mondo accademico internazionale.


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