Elezione Presidente del Senato “E se i voti arrivati a Larussa fossero del PD?”

In questa analisi giocosa e quasi provocatoria il sociologo Rocco Turi immagina che i voti utili per l’elezione del Presidente del Senato possano essere arrivati dal PD. Naturalmente sarà la storia dei prossimi mesi a dirci quello che è realmente successo.

di Rocco Turi
Martedì 18 Ottobre 2022
Roma - 18 ott 2022 (Prima Pagina News)

In questa analisi giocosa e quasi provocatoria il sociologo Rocco Turi immagina che i voti utili per l’elezione del Presidente del Senato possano essere arrivati dal PD. Naturalmente sarà la storia dei prossimi mesi a dirci quello che è realmente successo.

Da quello che leggo sui giornali, migliore amico di Giorgia Meloni fra i leader dell’opposizione è Enrico Letta. In molti ricordano gli attestati di stima reciproca fra i due nei primi giorni del ritorno di Letta in Italia, quando assunse l’incarico di Segretario nazionale del Partito democratico. I frequenti “ciao Enrico” e “ciao Giorgia” sono significativi del loro rapporto e i due leader interpretano un preciso “Giuoco delle parti”, di cui nel 1918 Luigi Pirandello aveva ben capito come decifrare le relazioni umane.

I segnali più convincenti indicano Enrico Letta quale autore del “soccorso” per eleggere Ignazio La Russa al Senato, contro la decisione di Silvio Berlusconi il quale, ipotizzando che fosse stato Matteo Renzi a dare i voti da provocare il fallimento della sua mossa, forse per la prima volta ha sbagliato la sua analisi. Non appare una questione di età ma di lesa maestà che Berlusconi mal sopporta; egli mai avrebbe pensato che Giorgia Meloni rispondesse picche alla pretesa di nominare Licia Ronzulli a ministro della Sanità. Ancora Berlusconi appare incredulo che dopo aver “sdoganato i fascisti, relegati a stare eternamente all’opposizione e indicato Meloni quale Ministro della Gioventù” abbia ricevuto un affronto ritenuto così grave.

Enrico Letta, da parte sua, ha già detto che, nel caso il nuovo governo fallisca, chiederà il ritorno alle urne, piuttosto che entrare in un nuovo governo senza aver vinto le lezioni come già avvenuto negli ultimi dieci anni. Ma votare subito sarebbe una catastrofe e Letta non ha alternativa a favorire - già da ora, nella logica del “giuoco della parti” - il nascente governo e a soccorrerlo segretamente in caso di necessità; Governo che si prospetta di lunga durata, ovvero fin quando il Pd non emerga dalle tenebre e non venga raggiunta la quota minima per garantire a tutti gli eletti di questa tornata un “futuro tranquillo”.

Ecco perché la mossa di Berlusconi apre in anticipo uno scenario ancora più tragico per lo stesso Berlusconi il quale sa, già da ora, che i suoi colpi di testa contro la persona che non ha “rispetto nei confronti di un leader di 85 anni…” verranno bilanciati dai voti “segreti” che, oltre Enrico Letta, anche altri, Renzi compreso, avranno interesse di mettere a disposizione. Questa convinzione è ancora di più suffragata dagli ottimi rapporti che Giorgia Meloni intrattiene con altri leader dell’opposizione. Ma con Enrico Letta il rapporto di amicizia appare piuttosto speciale. Non a caso, in un fugace incontro fra i due, Enrico ha tenuto a suggerire all’amica Giorgia di prestare attenzione alla presenza dei giornalisti. Quale diverso interesse Letta avrebbe avuto nel metterla in guardia se non di evitare, magari, un ringraziamento o una battuta sull’esito della votazione a favore di La Russa? Giorgia Meloni ha però reagito con grande intelligenza suffragando la logica del “giuoco delle parti”…Potrei anche sbagliarmi ma questo credo sia successo, a prescindere dalle ultime dichiarazioni dello stesso leader del PD.


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