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Un romanzo dello scrittore gallese Jeremy Dronfield ci riporta ad Auschwitz, dove sono stati commessi dai nazisti i peggiori crimini dell’umanità. Lo ha letto per noi lo scrittore Mimmo Nunnari.
Un romanzo dello scrittore gallese Jeremy Dronfield ci riporta ad Auschwitz, dove sono stati commessi dai nazisti i peggiori crimini dell’umanità. Lo ha letto per noi lo scrittore Mimmo Nunnari.
E’ una storia vera quella raccontata da Dronfield, una storia di straordinaria di resistenza e amore filiale. Anche il titolo è bello e commuove quando si intuisce che il romanzo parla del rapporto tra Fritz, uno dei protagonisti del romanzo, e suo padre, deportato ad Auschwitz.
“Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz” (HarperCollins editore, pagine 492, euro 20) è un racconto personale, ma allo stesso tempo universale, sulla malvagità, nella sua forma assoluta, e sul valore dell’amore familiare nella sua pienezza. Dronfield ci porta a rileggere gli orrori commessi dalla Gestapo, le atrocità dei lager tedeschi, l’odio bestiale contro gli ebrei.
Proprio oggi, con la celebrazione della Giornata della Memoria, saranno commemorate, come ogni anno il 27 gennaio, le vittime dell’Olocausto.
E leggere la storia di Fritz e suo padre ad Auschwitz, che hanno lottato disperatamente, insieme, mentre nessuno dei due ha mai pensato di abbandonare l’altro, anche se fosse stato possibile, è il modo migliore per onorare quella Giornata. Picchiati, ridotti alla fame, costretti ai lavori forzati, per costruire il campo stesso in cui sono tenuti prigionieri, padre e figlio non hanno mai perso la voglia di vivere. Buchenwald in Germania e Auschwitz in Polonia, sono le tappe del viaggio negli orrori e nelle sofferenze degli ebrei. I kapò li facevano cantare, mentre lavoravano e li incitavano deridendoli: “Cantate maiali!”.
Quando marciavano un aguzzino li frustava, se non riuscivano a stare al passo, e gridava: “Correte bestie!”. Non c’erano cure mediche per gli ebrei, né periodi di riposo, o convalescenza dopo la malattia.
Quando le cose andavano male si aveva la certezza che potevano solo andare peggio. Quando il padre fu trasferito, da Buchenwald ad Auschwitz, dove si sapeva che gli orrori e le sofferenze sarebbero state peggiori, il figlio insistette per accompagnarlo, pur potendo evitare il trasferimento. Ancora una volta, l’amore familiare superava la macchina dell’odio. Questo libro, “Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz”, è il racconto di un miracolo. Un libro che Jeremy Dronfield non avrebbe mai potuto scrivere senza le fonti ufficiali: il diario di Gustav Kleinmann e la memoria di Fritz Jeremy Dronfield, padre e figlio.
Se il padre cercò di dimenticare la shoah, Fritz volle assicurarsi che il mondo non lo facesse. Tenne discorsi pubblici, scavò a fondo nei propri ricordi, studiò vecchi documenti, fornì materiali per i processi sulle atrocità naziste. I Kleinmann si salvarono con il coraggio, l’amore e la solidarietà. Loro e i loro discendenti si moltiplicarono e si sparpagliarono in tutto il mondo, portando con sé il loro passato, per custodirlo, come dice Dronfield, nella sicurezza del futuro, perché sia sempre viva l’immagine del meglio e del peggio della natura umana.