Governo o potere? politici e magistrati in stato confusionale.

I responsabili politici delle istituzioni da una parte, i responsabili della magistratura dall'altra sembrano aver scambiato il servizio ai cittadini con il potere.

di Giorgio Riondino
Mercoledì 08 Luglio 2020
Roma - 08 lug 2020 (Prima Pagina News)

I responsabili politici delle istituzioni da una parte, i responsabili della magistratura dall'altra sembrano aver scambiato il servizio ai cittadini con il potere.

Diceva Giovanni Spadolini che, in democrazia, chi vince le elezioni va al governo, non al potere. Potrebbe sembrare un' inutile citazione se non si imponesse un necessario e doveroso richiamo alla realtà nei confronti di quanti sono oggi al governo del Paese o dei massimi organismi della Magistratura, presi più dall'apparire che dall'essere.

La immagine più disgustosa che ci è stata offerta in questi ultimi anni è stata quella dei quattro scalmanati che dal balcone di Palazzo Chigi urlavano di aver sconfitto la povertà, ignari forse di quel che dicevano, inebriati di essere nelle stanze del potere, meglio ancora nella fantomatica stanza dei bottoni, dove quel che si vuole si trasforma magicamente in atti, magari di debito.

Un atteggiamento che non trova immune neppure il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che annuncia via via provvedimenti risolutivi di tutti i problemi e, se qualcuno si permette di muovere obiezioni, risponde che è il primo a fare qualcosa dopo vent'anni di immobilismo.

Non si rende conto,forse, che tante decisioni assunte e enfaticamente presentate all'opinione pubblica ricalcano le orme di leggi emanate da Governi precedenti e che richiedono una serie infinita di decreti attuativi per diventare operativi dopo il passaggio parlamentare. Ignorare volutamente le critiche, anche quelle costruttive,è un atteggiamento ampiamente diffuso, più da monarchi che da responsabili pro tempore di un incarico pubblico.

I cittadini romani, ad esempio, se constatano e protestano perché le strade della capitale sono piene di buche, i giardini incolti ed abbandonati, la pulizia delle strade e la raccolta delle immondizie molto aleatorie, i mezzi di trasporto pubblico al collasso, si sentono rispondere dalla sindaca Virginia Raggi che la colpa è tutta delle pessime amministrazioni precedenti e che lei ha solo realizzato grandi cose ed ha grandi progetti.

Questo modo di fare, stando a Spadolini, non sembrerebbe essere proprio di chi dovrebbe governare, ma di chi ritiene di avere il potere, salvo poi non saperlo nemmeno esercitare in maniera adeguata. Il paese reale, quello delle persone che lavorano e cercano di riavviare le attività bloccate dalla pandemia, è estremamente preoccupato per il futuro e ogni giorno si sente frustrato nei suoi tentativi.

Il distacco tra i cittadini e i governanti ( difficile oggi dire "tra elettori ed eletti") diventa ogni giorno più evidente, proprio per le difficoltà che il pubblico oppone al privato.

Nessuno riesce a capire perché , malgrado i costi e le limitazioni imposte, le attività commerciali, le fabbriche, le famiglie stesse, verrebbe da dire, hanno ripreso a funzionare cercando un ritorno alla normalità, al contrario i servizi che dovrebbero assicurare i "governanti" ai vari livelli restano chiusi o funzionano con estrema lentezza e disinteresse verso le esigenze dei cittadini.

Tutti gli uffici pubblici (o quasi) offrono servizi on line, non facilmente fruibili proprio da parte dei più deboli o meno attrezzati: cosa si aspetta per riaprirli, nel rispetto delle norme sanitarie,ma nel rispetto prima di tutto dei cittadini ?

Sarebbe opportuno che qualcuno si calasse nella realtà ed andasse a vedere cosa sta accadendo in giro, non gridando allo scandalo solo per chi affolla i locali o le spiagge , chiedendo l'intervento delle forze dell'ordine.

Non siamo ancora in uno stato di polizia e spero che non ci saremo mai, ma occorre che lo Stato nel suo insieme torni alla normalità, magari con uno sforzo anche nei mesi estivi, quelli in cui tradizionalmente gli uffici chiudono, un lusso che oggi non ci possiamo permettere. Tralasciando le polemiche dei mesi scorsi, il Ministro di Giustizia si è posto il problema della "feriale" della Magistratura ? ne ha parlato in Consiglio dei Ministri ? ha interpellato in merito il Consiglio Superiore ?

E' eticamente giusto che dopo i ritardi accumulati per l'emergenza sanitaria, che si sommano a quelli ormai "storici", non si chieda ai Magistrati di rinunciare al tradizionale periodo di ferie e si chieda invece di assicurare pienamente il funzionamento degli organi giudiziari? I sacrifici che il Paese, rappresentato da ogni singolo cittadino, sta compiendo non dovrebbe esentare nessuno.

Certo è difficile parlare di etica nel mondo della Magistratura, dove non pochi rappresentanti sembrano averla dimenticata.

Colpisce che si faccia ampia pubblicità a provvedimenti disciplinari nei confronti di un magistrato ma non si dica se e quando nei suoi confronti è stato aperta un'inchiesta per traffico di influenze illecite: quanti politici e dirigenti amministrativi si son visti recapitare un avviso di garanzia per molto meno? Anche qui il potere ha predominato sul servizio? Una riflessione si impone.

E' moralmente, eticamente giusto che ,ad esempio, un magistrato di cassazione eserciti le funzioni di segretario generale del Palazzaccio? Non sarebbe logico che si dedicasse totalmente alla funzione per la quale è stato assunto, lasciando le incombenze amministrative ad un dirigente...amministrativo? Perchè deve essere un magistrato a occuparsi della manutenzione del Palazzo, del suo funzionamento, dei permessi di sosta da lui concessi e firmati?

Pochi sanno che il Palazzo di Giustizia gode del privilegio di far sostare quattro o cinquecento autovetture - private - in tratti di strade sottratti al pubblico utilizzo: una concessione del Comune di Roma, dicono.

Non rendono pubblica però la documentazione. Il Consiglio di Presidenza appositamente riunito, come ebbe una volta a scrivermi il Segretario Generale pro tempore, decretò di non poter dare chiarimenti in merito: la richiesta andava fatta al Comune e tra l'uno e l'altro non si è ottenuto nulla.

Visto però che il Segretario Generale continua a gestire i parcheggi anche d'estate, non sarebbe il caso di pensare ad un rinvio, per quest'anno, della feriale? Sarebbe un importante esempio etico di servizio e non di potere.


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