Il Pd verso il baratro
“Tra pochi giorni- commenta il sociologo Prof. Rocco Turi- sarà eletto il nuovo segretario nazionale del Pd il quale fino ad ora ha dimostrato di essere un partito anti-italiano, ma agli italiani è necessario spiegarlo…”
di Rocco Turi
Martedì 21 Febbraio 2023
Roma - 21 feb 2023 (Prima Pagina News)
“Tra pochi giorni- commenta il sociologo Prof. Rocco Turi- sarà eletto il nuovo segretario nazionale del Pd il quale fino ad ora ha dimostrato di essere un partito anti-italiano, ma agli italiani è necessario spiegarlo…”

Il Pd è un partito anti-italiano, ma è necessario spiegarlo. Il suo voto a favore dei motori elettrici a partire dal 2035 - in accordo con altri Paesi europei, i quali otterrebbero utili vantaggi per una scelta che in Italia penalizzerebbe almeno il 30% dell’occupazione - è la dimostrazione plastica dell’anti italianità del Partito democratico.

Non è solo questa l’unica opzione del Pd sui grandi temi che favoriscano altri Paesi europei, piuttosto che l’Italia. E’ fin troppo evidente parlare in questa sede come l’immigrazione sia altra questione per cui il Pd favorisca i Paesi europei, piuttosto che difendere il nostro contro l’invasione selvaggia che mette in crisi la politica e la società italiana. E ben chiaro come anche in questo campo il Pd abbia il proprio interesse. Lo hanno capito gli iscritti al partito che nel 2008 erano 850 mila, anche se Lorenzo Guerini, allora vice segretario, disse: “I mitici 850.000 iscritti nel 2008 non sono sostenuti da alcuna certificazione e, francamente, sembrano molto improbabili”. In una intervista al “Domani” dello scorso 30 gennaio, Stefano Vaccari, responsabile organizzazione del Pd, ha comunicato che nel 2021 i tesserati erano solo 320 mila. Nonostante ciò, l’anti italianità sembra essere l’unica scelta del Pd nel trovare uno spazio per fare opposizione e attivare politiche contro i cittadini italiani. Ecco perché il Pd risulta essere anche una scatola vuota che non riesce a correggere i propri errori. 

Dopo le ultime elezioni politiche che hanno visto prevalere la coalizione di centrodestra guidata da Giorgia Meloni, il Pd aveva dato segni di ravvedimento augurandosi che mai più sarebbe andato al governo senza vincere. Lo avevano affermato sia Letta che Bonaccini i quali, ancora oggi e senza dichiarazioni aprioristiche, riconoscono il ruolo positivo di Giorgia Meloni nel governare il nostro Paese; anche Gentiloni ha fatto la sua parte nell’elogio del Presidente del Consiglio.

Ora sono venuti fuori i cosiddetti “crediti incagliati” e ad essi si è aggiunto il senatore Cottarelli affermando di condividere la scelta del Governo: “Meloni ha fatto bene, giusto lo stop del superbonus”, salvo - si potrebbe aggiungere - portare l’Italia al fallimento che per gli anti italiani sarebbe un vero piacere; non si potrebbe spiegare altrimenti la reazione negativa di chi si dichiara in disaccordo con l’annullamento del superbonus. Certo, il superbonus ha portato occupazione ma tutto questo a discapito dell’aggravamento del debito pubblico.

Pertanto, nonostante i buoni propositi iniziali, il Pd non è cambiato perché il nuovo approccio di Letta e Bonaccini, anche di Cottarelli, Gentiloni e tanti altri - che mai in passato si sarebbero espressi in questo modo - si scontra con la tradizione già perdente di Elly Schlein e del suo originale “nuovo corso” che vorrebbe continuare con la medesima politica del “nemico a priori”.

La “giovane” Schlein non ha ancora capito che i partito non nascono “contro” qualcuno e la “suggestiva” critica al Governo Meloni si è rafforzata in attacco personale a Giorgia Meloni in quanto la sua politica sarebbe femminile e non femminista, ma senza entrare nei temi che interessano gli italiani e che il Presidente del Consiglio sta affrontando per riportare il nostro Paese al prestigio e autorevolezza che nel passato ha sempre avuto, ma che nel frattempo il Pd ha trasformato in ruota di scorta dell’Unione europea.

Ecco allora il Presidente del Consiglio Meloni lavorare per dare certezze e risposte ai problemi della gente, ma anche lavorare affinché le prossime elezioni europee portino alla vittoria della coalizione di centro destra e Roberta Metsola al posto di Ursula von del Leyen perché la norma sulle auto elettriche venga modificata.

Non solo, il viaggio che Giorgia Meloni ha appena fatto in Ucraina pone per la prima volta il Governo italiano in prima linea nella strategia della politica internazionale.

Nonostante il nuovo corso della vecchia classe dirigente del Pd, ancora una volta coloro che ritengono di sentirsi “nuovi” nel partito pensano anche che sia buona cosa demonizzare a priori il Governo in carica, soprattutto questo guidato da Giorgia Meloni, accusata di fascismo ma difesa dallo stesso Bonaccini. Insomma, il Governo Meloni è stato capace di creare per la prima volta scompiglio, cosa che all’interno del Partito democratico appare come un grave scandalo.

Chi conosce la vita politica interna di qualsiasi Paese europeo non trova un’opposizione che dal primo giorno attacchi il Governo per il solo gusto di farlo. Ancora oggi e contro la scelta innovativa di Bonaccini, una parte anche più giovane del Pd si ostina ad indicare il Governo Meloni come “peggiore della storia” per il solo gusto di vederlo cadere e ancora, come nei dieci anni trascorsi, con la speranza di riunire le frange che alle ultime elezioni, se si fossero coalizzate, sarebbero andate al potere al posto del centrodestra come nel passato.

Ecco perché il Pd è un partito anti italiano, non importa governare l’Italia quanto “salire al potere” e divertirsi con scelte e decisioni collaterali all’Unione europea piuttosto che affrontare situazioni, magari impopolari, che riportino in alto l’orgoglio italiano.

Negli ultimi dieci anni il Pd al potere non ha difeso l’Italia, ma ha favorito lobby, carriere e promosso una stampa semplicemente scandalosa, fatta di “virgolettati” che descrivono un’Italia incoerente con la realtà.

Ma le proiezioni descrivono un Partito democratico in fase sempre più critica, salvo dare a Bonaccini la facoltà di costruire l’alternativa senza demonizzare il Governo Meloni.


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