Intelligenza Artificiale e Religione, don Domenico Concolino:“Attenti al ricatto manipolatorio degli algoritmi”

Libri appena freschi di stampa. Domenico Concolino, “Ecologia dell’anima. Quando le parole toccano le nostre vite”, pag 112, Edizioni Santelli, Milano 2024. Un libro che fa già discutere in tutto il mondo.

di Pino Nano
Lunedì 06 Maggio 2024
Roma - 06 mag 2024 (Prima Pagina News)

Libri appena freschi di stampa. Domenico Concolino, “Ecologia dell’anima. Quando le parole toccano le nostre vite”, pag 112, Edizioni Santelli, Milano 2024. Un libro che fa già discutere in tutto il mondo.

Domenico Concolino, classe 1965, sacerdote, saggista, Rettore di Santa Maria de Figulis a Montecorvino, Docente a contratto di Filosofia Morale presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, amatissimo Assistente Diocesano dei Medici Cattolici, è oggi considerato uno degli intellettuali più interessanti della Chiesa di Francesco in Calabria. In questo suo nuovo saggio il sacerdote calabrese affronta uno dei temi più attuali del momento, che è quello dell’Intelligenza artificiale, e dei rischi “importanti” che gli algoritmi possono provocare anche in campo religioso.

-Padre, ci spiega perché ha scritto “Ecologia dell’anima”

In realtà il testo rappresenta l’ultima parte di una trilogia. Il primo libro, dal titolo ‘La parola affidata’ si era soffermato sull’identità della parola umana e sulla responsabilità di onesta verso di essa. Per questo è una parola ‘affidata’, come un dono da custodire nella sua interezza. Il secondo libro fu poi quello sul ‘Silenzio’, come grembo della parola e spazio in cui è possibile far vivere la parola. Potremmo dire che il silenzio rappresenta l’onore che la parola esige per essere udita. Infine, ecco l’ultimo lavoro, mi sono voluto soffermare sull’approdo a cui la parola tende, cioè l’anima umana. La parola sembra infatti che abbia dimenticato il perché della sua esistenza, che non è solo informare o nominare le cose, ma è nutrire, costruire interiorità per essere pronti a vivere da uomini e donne del terzo millennio.

-Il libro ha un sottotitolo: ‘Quando le parole toccano la nostra vita’, ce lo può spiegare?

Soffermarsi sull’interezza della parola umana, superando il ricatto manipolatorio degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale, significa capire l’enorme potere che la parola umana possiede, soprattutto verso la costruzione della nostra personalità e della nostra anima. C’è oggi una vastissima letteratura in merito, che però parte dal mondo antico, soprattutto quello greco-romano. Già lì la parola è vista come pharmacon, cioè, come suggerisce l’etimologia, come rimedio e al tempo stesso come veleno. Questa ambiguità della realtà della parola umana rimanda dunque ad una nostra responsabilità, che non solo come sacerdote, ma anche come uomo sono chiamato ad esercitare.

-Nella seconda parte del suo libro, parla della relazione tra parola umana e intelligenza artificiale…

Non si può più evitare il tema dell’AI. Persino in campo religioso si trovano applicazioni che generano qualche preoccupazione accanto a fattori positivi. Qualche tempo fa, con un certa enfasi, si è parlato in diversi giornali nazionali, di quel pastore protestante che ha chiesto a ChatGpt di comporre e pronunciare l’omelia domenicale al posto suo, riscuotendo anche un certo successo tra i fedeli. Quell’episodio mi ha colpito molto, per questo ho dedicato alcune pagine al tema, mostrando pregi e difetti di quel procedimento, chiedendomi ad esempio cosa guadagniamo e cosa perdiamo in situazioni simili e in che modo le nostre parole attraverso cui raggiungiamo la stessa parola di Dio, si modificano se usate dall’intelligenza artificiale. É stato mio intento non fermarsi ad una semplice analisi tecnico-scientifica del problema ma arrivare ad una comprensione teologica - spirituale del legame parola-AI.

-Il suo libro si conclude con una sezione che riguarda la cura delle nostre parole. Ma davvero possiamo curarle? E cosa produrrebbe questa cura?

Se si comprende in che modo la parola umana fiorisce sulle nostre labbra, qual’è la sua genesi, il legame tra voce e anima e in che modo il vissuto alimenta prosodia e contenuti, appare con più evidenza che le nostre parole, generano incontro tra le persone e illuminano i nostri dialoghi senza vomitarci addosso informazioni distruttive o manipolatrici. Le parole sono un dono sacro per la nostra interiorità e per l’incontro tra le persone. L’andirivieni della parola umana tra dialogo, anima e silenzio, diventa così l’antidoto alle grandi malattie dei nostri tempi, isolamento, incomunicabilità, manipolazioni distruttive, dispotismi di varia natura.

-Un ultima domanda, padre: a chi è diretto questo suo lavoro?

A tutti coloro che hanno perso la fiducia nel potere della parola e che aspirano, come me, a respirare a pieni polmoni l’aria della sua autenticità e la forza del suo dono. Soprattutto ai credenti in Gesù Cristo, che non ha scritto nulla sulla carta, ma che continuamente scrive nelle nostre anime mediante il suo Spirito. Autori come Florenskij, Ebner, Buber, Nuccio Ordine, Agostino, Ong, Floridi, Breton, Benasayag, Borges, Hadjadj, Hadot, Kaplan, sono stati i miei ispiratori in questa ricerca.


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