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Novanta persone ricoverate in ospedale, diversi edifici dati alle fiamme. Revocato il blocco dei social.
Novanta persone ricoverate in ospedale, diversi edifici dati alle fiamme. Revocato il blocco dei social.
Il premier del Nepal Khadga Prasad Sharma Oli ha rassegnato le dimissioni. A confermarlo, in una nota ripresa dalla Bbc, è la sua segretaria. In una dichiarazione, Oli riferisce di essersi dimesso per favorire la soluzione costituzionale dell'attuale crisi, segnata dalle proteste contro l'interruzione dei social media e la corruzione, duramente represse dalle forze dell'ordine, in cui, nella sola giornata di ieri ci sono stati 19 morti.
Oggi, almeno altre due persone sono morte nel corso delle proteste, che continuano dopo gli scontri della giornata di ieri. E' quanto ha fatto sapere Mohan Regmi, direttore esecutivo del Civil Service Hospital, ripreso dalla Bbc. Il bilancio aggiornato, dunque, è di 21 morti. Novanta persone, inoltre, sono state ricoverate in ospedale, ha aggiunto la fonte.
Stando ad alcune immagini che arrivano dalla capitale Kathmandu, dai tetti si solleva del fumo, mentre le proteste contro il governo si fanno sempre più violente. Lo rende noto la Bbc, aggiungendo che i manifestanti hanno dato alle fiamme diversi edifici importanti della città, incluse case di politici. Tra gli edifici incendiati, anche il Palazzo del Parlamento.
Dopo l'inizio delle proteste, anche tre ministri hanno rassegnato le loro dimissioni. L'ultimo a dimettersi è stato il ministro per l'Approvvigionamento Idrico Pradeep Yadav, con un messaggio in cui dà "sostegno ai giovani della Generazione Z nell'opporsi alla repressione attuata dal governo", riferiscono i media locali citati dalla Bbc. Gli altri due ministri dimissionari sono quello dell'Agricoltura Ram Nath Adhikari, che si è detto insoddisfatto per il modo in cui le autorità hanno trattato i manifestanti, e quello degli Interni Ramesh Lekhak, che ha lasciato l'incarico ieri mattina.
Visto il caos crescente in cui sta precipitando il paese, l'Aeroporto internazionale di Katmandu è stato chiuso. E' quanto hanno fatto sapere i media nepalesi.
A seguito delle proteste, il governo nepalese ha deciso di revocare il blocco dei social media, deciso la settimana scorsa, che ha coinvolto diverse piattaforme, tra cui Facebook, X e YouTube. Secondo le autorità, non si erano registrate e non si erano sottoposte alla supervisione governativa.