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Nell' anniversario della morte del magistrato ucciso dalla mafia, l’Associazione Parlamentare di Amicizia con gli Insigniti al Merito della Repubblica Italiana, per voce del Segretario Generale Michele Grillo, ne celebra la memoria sottolineando il valore del suo sacrificio e l’attualità del suo messaggio di legalità e coraggio civile.
Nell' anniversario della morte del magistrato ucciso dalla mafia, l’Associazione Parlamentare di Amicizia con gli Insigniti al Merito della Repubblica Italiana, per voce del Segretario Generale Michele Grillo, ne celebra la memoria sottolineando il valore del suo sacrificio e l’attualità del suo messaggio di legalità e coraggio civile.
Nel giorno in cui ricorre l’anniversario della sua uccisione, l’APAMRI (Associazione Parlamentare di Amicizia con gli Insigniti al Merito della Repubblica Italiana), attraverso la voce del suo Segretario Generale Michele Grillo, ricorda con profonda emozione il sacrificio del giudice Rosario Livatino, assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990.
Un ricordo che oggi assume un significato ancora più intenso: proprio nel 35° anniversario della sua morte, Papa Francesco ha voluto dedicare il “Giubileo degli operatori di giustizia” a Livatino, definito non a caso il “giudice ragazzino”, ma anche a tutti coloro che hanno perso la vita indossando la divisa o esercitando la toga nella lotta contro la criminalità organizzata.
“Il sacrificio di Rosario Livatino non appartiene solo alla storia giudiziaria italiana, ma alla coscienza civile del Paese. La sua integrità, la sua fede e la sua fermezza morale restano un punto di riferimento per magistrati, carabinieri, poliziotti e per ogni uomo dello Stato che quotidianamente combatte contro la mafia. Il nostro compito – come associazione e come cittadini – è non permettere mai che la memoria di questi eroi cada nell’oblio”, ha dichiarato Michele Grillo, Segretario Generale APAMRI.
La commemorazione di Livatino diventa dunque un richiamo forte e attuale: custodire la memoria per rafforzare l’impegno quotidiano di chi lavora per la legalità. Ricordare il giudice Livatino significa rinnovare la promessa di uno Stato che non si piega alla paura, che onora i propri caduti e che costruisce giustizia sulle fondamenta del coraggio e della fedeltà ai valori.