Urso: 'Chi fa impresa oggi in Italia è un eroe e va sostenuto e premiato, non ostacolato'
'Aver chiamato il Mise con il nuovo nome di Ministero delle imprese e del Made in Italy significa innanzitutto porre al centro della politica del governo l’azione di supporto delle attività produttive italiane'.
(Prima Pagina News)
Martedì 25 Ottobre 2022
Roma - 25 ott 2022 (Prima Pagina News)
'Aver chiamato il Mise con il nuovo nome di Ministero delle imprese e del Made in Italy significa innanzitutto porre al centro della politica del governo l’azione di supporto delle attività produttive italiane'.
“Chi fa impresa oggi in Italia è un eroe e va sostenuto e premiato, non ostacolato o disturbato. E aver chiamato il Mise con il nuovo nome di Ministero delle imprese e del Made in Italy significa innanzitutto porre finalmente al centro della politica del governo l’azione di supporto, facilitazione, tutela e accompagnamento delle attività produttive italiane”.

Così, al Quotidiano Nazionale, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

L'ex Presidente del Copasir torna a Via Veneto con l'intenzione “di realizzare in questo dicastero la casa delle imprese e dei consumatori e, come primo atto, non simbolico, ha cominciato a chiamare i presidenti delle associazioni imprenditoriali e i leader sindacali, perché, quando parliamo di impresa, intendiamo riferirci ugualmente al valore complessivo di tutti, imprenditori e lavoratori”.

“L’Italia è conosciuta nel mondo per la qualità dei suoi prodotti. Il Made in Italy è quello che ci contraddistingue, il come veniamo percepiti. Una volta si diceva ‘il bello ben fatto’. Oggi non è solo ‘bello ben fatto’, ma si tratta di opere dall’elevato contenuto tecnologico. Ebbene, il Made in Italy è la forza trainante del sistema produttivo, attraverso i distretti e oggi anche le filiere che stanno a valle e a monte, anche fuori dai territori originari. Basta scorrere i dati per rendersene conto”, precisa il Ministro Urso.

Stando ai numeri, aggiunge Urso, “la crescita del primo semestre è stata trainata dai distretti industriali per l’export e per la produzione: parliamo del 17,7 per cento di aumento pari a oltre 76 miliardi di euro, meglio della Germania. E questo risultato è stato soprattutto ottenuto, tra gli altri, in distretti come quello della meccanica di Reggio Emilia, della pelletteria e delle calzature di Firenze, dell’oreficeria di Arezzo, del tessile-abbigliamento di Prato, delle piastrelle di Sassuolo, dell’alimentare di Parma, oltre che della manifattura di Lombardia e Veneto”.

Tuttavia, oggi, bisogna fronteggiare l'aumento dei prezzi del gas e la penuria di materie prime: “E’ vero. Come ci dicono tutti gli indicatori, si è arrestata la crescita post pandemia e purtroppo le previsioni per il quarto trimestre e per la prima parte del prossimo anno sono negative. Stiamo entrando in una nuova fase recessiva. Ma questo comporta che oggi più che mai dobbiamo sapere che la linea del fronte è quella che devono presidiare le nostre imprese per invertire la tendenza e riprendere la strada della crescita. La nostra missione diventa tanto più essenziale”.

“Dobbiamo rispondere alla congiuntura con tutti gli strumenti di sostegno sul fronte dei costi energetici che serviranno e che si stanno approntando, ma dobbiamo avere una visione strategica. E questa passa da più azioni per una sovranità tecnologica, una maggiore autonomia possibile per energie e materie prime, sburocratizzare l’apparato regolatorio, incentivi efficaci per gli investimenti, la difesa delle produzioni strategiche”, conclude il Ministro Urso.

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