#Covid, vaccini e Terza Dose, Massimo Fioranelli: “Attenti, circolano troppe informazioni manipolate”

Ancora una analisi impietosa e per certi versi sconcertante questa dell’illustre fisiologo romano prof. Massimo Fioranelli sull’attendibilità e la veridicità di certe informazioni che stanno caratterizzando la fase Post Covid.

di Massimo Fioranelli
Domenica 19 Dicembre 2021
Roma - 19 dic 2021 (Prima Pagina News)

Ancora una analisi impietosa e per certi versi sconcertante questa dell’illustre fisiologo romano prof. Massimo Fioranelli sull’attendibilità e la veridicità di certe informazioni che stanno caratterizzando la fase Post Covid.

Purtroppo, in un’epoca in cui la “Medicina delle Evidenze” e’ stata soppiantata dalla medicina delle convenienze, alcuni dati che dovrebbero imporre delle risposte “urgenti”, vengono candidamente ignorati. Mi riferisco alle curve di mortalità nella fascia di età 15-44 anni registrate da Euromomo, che mostrano un sensibile incremento rispetto agli anni precedenti.  Dice Massimo Cacciari che “in Islanda sono vaccinati al 98%, hanno vaccinato anche gli infanti, e i dati sono identici ai nostri. In Giappone hanno vaccinato 1/3 che da noi, e i dati sono migliori. Vuol dire che questo vaccino non funziona così egregiamente”. In effetti, purtroppo, che non funzionasse come ci si aspettava lo avevamo previsto, anche se, come spero, non si avveri altro che era intuitivamente prevedibile.

Nel bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità del 24 novembre 2021, per la prima volta da inizio pandemia, il maggiore numero di contagi da SarsCov2 è maggiore nei vaccinati. I non vaccinati rappresentano il 37,7% dei contagiati. Anche per i ricoveri ospedalieri, tenendo in considerazione che la popolazione vaccinata e’ in numero assoluto maggiore, i vaccinati rappresentano il 50,9% dei casi. Per i ricoveri in Terapia Intensiva: 64,2% di non vaccinati, ma il numero dei vaccinati sta crescendo rapidamente ed alcuni necessitano di cure intensive anche con la terza dose (0,4%). I vaccinati sono purtroppo anche la maggioranza assoluta dei decessi: 56% contro il 44% di non vaccinati.  E' evidente che in virus colpisce sia vaccinati che non e che quella in corso non può più essere chiamata “pandemia dei non vaccinati”.

In un interessante lavoro scientifico pubblicato, nel settembre di quest’anno, sulla rivista “European Journal of Epidemiology” (https://doi.org/10.1007/s10654-021-00808-7) e’ stata analizzata, da alcuni ricercatori di Harvard, la relazione tra la percentuale di popolazione completamente vaccinata ed i nuovi casi di COVID-19 in 68 paesi ed in 2947 contee negli Stati Uniti. Dallo studio emerge che nei paesi con una percentuale più elevata di popolazione vaccinata ci siano più casi di COVID-19 per milione di abitanti.

In particolare, Israele con oltre il 60% della popolazione completamente vaccinata mostra i piu’ alti tassi di COVID-19 per milione di abitanti.  I dati che provengono dall’Islanda e dal Portogallo, entrambi con oltre il 75% della loro popolazione completamente vaccinata, mostrano più casi per milione di abitanti rispetto a paesi come Vietnam e Sudafrica che ne hanno circa il 10% (dati relativi a settembre 2021).

Anche nelle contee degli Stati Uniti, l’andamento è simile. Delle 5 contee che hanno la più alta percentuale di popolazione completamente vaccinata (99,9-84,3%), il CDC ne identifica alcune ad "alto" contagio: Chattahoochee (Georgia), McKinley (Nuovo Messico) e Arecibo (Porto Rico). Con oltre il 90% di popolazione vaccinata, sono tutte e tre classificate come ad "alta" contagiosità. Al contrario, le 57 contee che sono state classificate "a bassa" contagiosità, hanno una percentuale di popolazione completamente vaccinata inferiore al 20%.

Gli autori concludono che la strategia di investire unicamente sulla vaccinazione come via primaria per il contenimento della COVID-19 deve essere riesaminata, soprattutto in considerazione delle varianti. In base alle prove scientifiche emergenti sull'efficacia dei vaccini nel mondo reale, diviene necessario sostenere anche interventi farmacologici e non farmacologici oltre alla vaccinazione. In un rapporto pubblicato dal Ministero della Salute in Israele, l'efficacia di 2 dosi del vaccino BNT162b2 (Pfizer-BioNTech) per la prevenzione dell'infezione da COVID-19 è risultata sostanzialmente inferiore del 39% rispetto all'efficacia propagandata del 96%. Sta’ inoltre anche emergendo che l'immunità fornita dal vaccino Pfizer-BioNTech non è così forte come l'immunità acquisita attraverso il superamento dalla malattia naturale. Inoltre, il CDC riporta un progressivo aumento, tra gennaio e maggio 2021, nei tassi di ricoveri e decessi, tra i vaccinati.

In sintesi, incoraggiare le popolazioni a vaccinarsi, dovrebbe essere fatto con umiltà e rispetto, evitando di stigmatizzare e segregare intere fasce di popolazione. Oltre ad una farmacovigilanza attiva è necessario perseguire una prevenzione non farmacologica: l'igiene sanitaria di base, la distanza di sicurezza, il lavaggio delle mani, la promozione di forme di test più pratici e meno costosi. Dovremmo essere in grado di imparare a convivere con COVID-19 allo stesso modo come da 100 anni conviviamo con il virus dell'influenza.

È evidente che i vaccinati trasmettono il virus quanto i non vaccinati.

Chi è guarito dalla COVID ha una forte immunità e questo è sufficiente per la protezione della propria salute.

In questi giorni, tuttavia, la Covid diventa improvvisamente una malattia pediatrica: tra le prime cause di morte in quest’età (Corriere della Sera). Dati artificiosi che non trovano alcun riscontro epidemiologico. L'Agenzia europea per i medicinali (EMA), il cui fine sarebbe proteggere e promuovere la salute dei cittadini e degli animali sul territorio dell’Unione, e che viene finanziata per l’85% da quella stessa industria farmaceutica che dovrebbe controllare, ha autorizzato la vaccinazione nei bambini di età tra 5 e 11 anni. Ms.Emer Cooke, direttore esecutivo dell’EMA il dal 16 novembre 2020 e’ stata a lungo lobbista agli interessi delle più famose industrie farmaceutiche; membro permanente di Big Pharma.

Intanto la Pfizer comunica “Il numero di partecipanti all'attuale programma di sviluppo clinico è troppo piccolo per poter essere in grado di rilevare qualsiasi potenziale rischio di miocardite associato alla vaccinazione. La sicurezza a lungo termine del vaccino COVID-19 nella fascia di età tra 5 ed 12 anni sarà valutata in 5 studi programmati per valutare la sicurezza post-autorizzazione. Verrà incluso uno studio di follow-up di 5 anni per valutare a lungo termine sequele di miocardite pericardite post-vaccinazione”. Con queste premesse, le nostre autorità sanitarie impongono di fatto una campagna vaccinale sui bambini incuranti del rapporto rischio-beneficio”.

Purtroppo, assistiamo quotidianamente ad informazioni manipolate il cui fine e’ scatenare odio e stigmatizzare chi non vuole sottoporsi ad una pratica di prevenzione individuale che rimane ancora facoltativa.

Non possiamo paragonare il Medioevo, epoca ricca di storia e di innovazioni, a questo oscurantismo umano e culturale, dove la menzogna e’ divenuta norma vissuta in quella fiction televisiva, propagandata da un sistema informativo servile e senza etica, che chiamano scienza.

 

 

 


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