Calabria, sanità allo sfascio, l’Unical rivendica ora la sua Facoltà di Medicina
Occorre far nascere all’Università della Calabria la seconda Facoltà di Medicina calabrese per costituire una classe medica e una dirigenza spcializzata tutta calabrese. Lo sostiene il prof. Rosario Aiello, già Rettore della stessa Università e presidente del Comitato ComUnicalMed
di Franco Bartucci
Martedì 01 Dicembre 2020
Cosenza - 01 dic 2020 (Prima Pagina News)
Occorre far nascere all’Università della Calabria la seconda Facoltà di Medicina calabrese per costituire una classe medica e una dirigenza spcializzata tutta calabrese. Lo sostiene il prof. Rosario Aiello, già Rettore della stessa Università e presidente del Comitato ComUnicalMed
Il vecchio Rettore si è battuto in questi anni, organizzando convegni, raccolta di firme (oltre cinquemila) e circa 150 delibere dei consigli comunali della Provincia di Cosenza, a sostegno dell’idea che l’Università della Calabria abbia il diritto/dovere di offrire il proprio contributo alla formazione universitaria nel settore medico nell’ambito di un sistema regionale integrato.

Le drammatiche vicende collegate all’epidemia del coronavirus hanno riproposto all’attenzione generale l’annosa questione della formazione medica all’Università della Calabria ed in particolare della possibile coesistenza di due corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia nelle Università di Cosenza e Catanzaro. Due scuole mediche che deve trovare un accordo fattivo sia in ambito accademico che politico calabrese.

“Può essere utile ricordare – dice il prof. Rosario Aiello - che in Emilia-Romagna, una Regione forse meno litigiosa della nostra, nel raggio di poco più di 40 chilometri, coesistono tranquillamente, ma soprattutto fruttuosamente, cinque Scuole mediche di alto livello nelle Università di Bologna, Modena, Parma, Ferrara e Cesena. D’altra parte, la collaborazione tra l’UNICAL e l’Università Magna Grecia è ormai una realtà. Le due Università, infatti, da tre anni gestiscono insieme il Corso di Laurea triennale in Assistenza Sanitaria, unico Corso di Laurea interuniversitario nella nostra Regione. L’esistenza di due Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia nelle due Università di Catanzaro e di Cosenza tra l’altro avrebbe chiaramente il vantaggio di incrementare notevolmente il numero degli studenti di Medicina immatricolati nelle Università della Regione dato il vincolo numerico stabilito dal MIUR per ogni singola Università”.

“Se Potenza e Taranto sono riusciti a trovare un accordo sull’apertura di due Scuole mediche, la Calabria non dovrebbe essere di meno. Abbiamo oltre il 60% dei giovani medici che consegue il proprio titolo di studio fuori dalla nostra Regione. Un dato allarmante che rappresenta per la nostra comunità una perdita spesso irreversibile di un capitale umano e professionale che finisce per radicarsi altrove continuando ad incrementare la perdurante carenza di personale sanitario nel territorio”.

“Oggi – prosegue il prof. Rosario Aiello - l’istituzione di un secondo polo formativo per gli studi medici presso l’Università della Calabria appare sempre più una esigenza ineludibile. Ciò potrà favorire tanti giovani calabresi nell’accedere agli studi medici restando in Calabria, dando impulso ad un itinerario formativo più aderente ai bisogni della nostra comunità regionale, capace di ispirare all’area biomedica di eccellenza, già presente nel nostro Ateneo, nuove tipologie di servizi assistenziali tecnologicamente ancora più avanzati per un definitivo riscatto della sanità calabrese”.

Bisogna poi ricordare che nell’Università della Calabria esiste un virgulto culturale, sia per quanto riguarda l’organizzazione di un sistema universitario integrato tra Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, quanto anche per l’istituzione della Facoltà di Medicina. Per la prima condizione la storia ci porta al Rettore, Beniamino Andreatta che nel mese di marzo del 1974 portò, sia il Senato Accademico che il Consiglio di amministrazione, ad affrontare il problema ponendo le condizioni che l’Istituto Superiore di Architettura di Reggio Calabria, che le libere Facoltà di Medicina e Giurisprudenza di Catanzaro facessero parte di un unico sistema universitario con sede amministrativa all’Università della Calabria. L’idea non fu accettata ed ognuno andò per la propria strada.

Per la seconda il percorso di avere all’Università della Calabria la Facoltà di Medicina prende il via con una delibera del Senato Accademico, presieduto dal Rettore Pietro Bucci, datata fine marzo 1980 senza arrivare negli anni ed in vari momenti ad una decisione concreta per la contrapposizione della classe politica e governativa delle due città di Cosenza e Catanzaro.

Sebbene l’Università della Calabria non sia riuscita ad istituire la sua Facoltà di Medicina non si può nascondere la sua sensibilità verso questa specifica area medica, grazie all’impegno del prof. Sebastiano Adò, per più mandati Preside della Facoltà di Medicina e Scienze della Nutrizione e della Salute, senza trascurare il suo attivismo e missione verso lo sviluppo di una Scuola medica. Basti pensare a tutte le realtà già consolidate nel settore, come il Dottorato di Ricerca in Medicina Traslazionale, forte della partecipazione di oltre 80 Docenti, la ultraventennale Scuola di Specializzazione in Patologia Clinica, i suoi Master nel campo sanitario e soprattutto le sue eccellenze in tanti settori dell’area biomedica.

“Non è un caso – sostiene ancora il prof. Rosario Aiello - che il Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione dell’UNICAL sia fra i Dipartimenti di eccellenza per l’area medica selezionati dal MIUR, unico nelle Università del Meridione. Tra l’altro l’istituzione di un Corso di Laurea secondo un percorso top-down, cioè a partire dal livello superiore del Dottorato di ricerca in Medicina Traslazionale verso il livello inferiore del Corso di Laurea in Medicina rappresenta sicuramente in partenza una garanzia di elevata qualità”.

Non si può inoltre trascurare di mettere a fuoco il ruolo e la funzione che il Centro Sanitario dell’UniCal, fondato e diretto dal Prof. Andò, da oltre 40 anni, sta svolgendo un ruolo significativo sia all’interno del campus che a sostegno della sanità territoriale. Proprio recentemente per effetto dello stato epidemico del Covid-19 nella nostra regione ed in particolare nella provincia di Cosenza, presso il Centro Sanitario, è stata istituita una postazione COVID, insieme alla collocazione di una USCA ( Unità Specialistica di Continuità Assistenziale) a servizio del territorio; cosi come, a livello di Ateneo, recentemente è stata fatta alla Regione una richiesta per ottenere l’accreditamento del Laboratorio di Genetica e Microbiologia a processare i tamponi molecolari effettuati dall’ASP.

Per ultimo si è pure stabilito un accordo tra l’UniCal ed il Politecnico di Milano per una programmazione nel campo della tele-chirurgia. Alla luce di tutto ciò è più che giusto ed è tempo, data la crisi del settore sanitario nella nostra regione aggravata dagli effetti della pandemia, che all’Università della Calabria venga riconosciuto il diritto di aprire la Scuola di Medicina con i suoi corsi di laurea e di specializzazione, dando spazio alle eccellenze che ci sono e alle domande del mondo giovanile che ambisce a tali studi, impedendo loro di emigrare in altre regioni italiane ed anche all’estero.

Le due Università ed il mondo delle Istituzioni e della politica debbono dare spazio alle attese della collettività di cittadini, rappresentati dalle sollecitazioni sostenute dalle associazioni del territorio, come da quelle 150 delibere comunali rientranti nell’area della Provincia di Cosenza e dai quei cinquemila individui (uomini e donne) che due anni fa hanno sottoscritto nelle piazze di Cosenza l’appello a favore della istituzione della Scuola di Medicina all’Università della Calabria.

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