Luciano Regolo, la “Regina Indomita”, Maria Josè e i mille segreti di Casa Savoia

Un libro & un evento. Gli ultimi passi della Monarchia in Italia attraverso gli occhi dell’ultima sovrana. Luciano Regolo, condirettore di Famiglia Cristiana, grande giornalista d’inchiesta, considerato il più profondo conoscitore di Casa Savoia, torna in libreria con “Maria José. Regina indomita”.

di Pino Nano
Mercoledì 08 Giugno 2022
Roma - 08 giu 2022 (Prima Pagina News)

Un libro & un evento. Gli ultimi passi della Monarchia in Italia attraverso gli occhi dell’ultima sovrana. Luciano Regolo, condirettore di Famiglia Cristiana, grande giornalista d’inchiesta, considerato il più profondo conoscitore di Casa Savoia, torna in libreria con “Maria José. Regina indomita”.

“Il volume di Luciano Regolo -scrive nella sua prefazione lo storico Francesco Perfetti- fa emergere episodi sconosciuti o poco noti della storia politica del Paese nei quali Maria José, questa donna che giustamente l’Autore definisce “indomita”, ebbe una parte significativa”.

L’autore di questo libro, Luciano Regolo, è oggi uno dei giornalisti più amati e più influenti del Gruppo San Paolo, condirettore di Famiglia Cristiana e di Maria con te, un cronista che qui diventa uno storico raffinato e ricercato, che riapre finalmente da par suo uno dei capitoli forse più raccontati ma anche più controversi della storia di Casa Savoia. Luciano Regolo aveva già scritto in passato numerosi libri di storia sui membri di Casa Savoia e sul rapporto tra Corona e Fascismo e sempre con Ares aveva già pubblicato “Margherita di Savoia, la storia della prima Regina d’Italia”, in previsione di chiudere la trilogia con la consorte di Vittorio Emanuele III, Elena di Montenegro.Questa nuova biografia – aggiunge la storica Donatella Bolech Cecchi nella post fazione che ne fa al libro- rende pieno onore a questa donna intelligente, coraggiosa, intraprendente”.

Maria José. Regina indomita” (776 pagine, Edizioni Ares) è un volume -spiega lo stesso Luciano Regolo- che offre un ritratto a tutto tondo ed estremamente particolareggiato dell’ultima sovrana, consorte di Umberto II, da cui lo stesso Luciano Regolo aveva a suo tempo raccolto direttamente ricordi e documenti. Questo suo nuovo saggio porta alla luce, dal di dentro dell’istituto monarchico, fatti sconosciuti, fonti e punti di vista finora inespressi, che a giudizio degli storici impongono nuove chiavi interpretative sulla storia d’Italia e d’Europa del Novecento, a partire dall’opposizione al regime fascista, sorta e coltivata in seno alla Famiglia reale grazie proprio ai Prìncipi di Piemonte. Alla fine- riconosce l’illustre giornalista- “ne viene fuori il ritratto della figura più affascinante e carismatica di Casa Savoia nell’ultimo tratto della Monarchia”.

Il volume – che si avvale di un autografo della principessa Maria Beatrice di Savoia e dei contributi degli storici Francesco Perfetti e Donatella Bolech Cecchi – verrà presentato a Roma in anteprima con la partecipazione, insieme con l’Autore e la prof. Bolech Cecchi, della giornalista Silvana Giacobini – il prossimo 14 giugno, presso il Circolo Antico Tiro a Volo,  “nei giorni in cui, nel 1946, -ricorda Luciano Regolo- si svolse il referendum istituzionale che sancì la fine della Monarchia”. Un libro & un evento, dunque, che vede ancora una volta protagonista uno dei giornalisti cattolici più seguiti e più amati dai palazzi vaticani e che qui si riconferma storico di casa Savoia tra i più credibili e soprattutto oggi tra i più informati.

Ma veniamo alla storia.

Per la prima volta -riconoscono gli storici più accreditati del momento- questo volume ricostruisce con chiarezza il ricatto di regime intessuto da Mussolini su Casa Savoia mediante un dossier sulla presunta omosessualità del principe Umberto, teso a minare l’autonomia della Corona. Per questo assume ancora più valore l’azione condotta da Maria Josè per avvicinare la Casa reale sia all’opposizione antifascista in Italia, sia alle potenze democratiche dell’Europa di fine anni Trenta. Grazie ai diari della stessa Maria Josè, dell’amica Sofia Jaccarino, di Umberto Zanotti Bianco, il suo “Angelo Custode”, del professor Carlo Antoni, suo consigliere, e di altri testimoni dell’epoca, riaffiorano gli incontri segreti con Croce, con monsignor Montini, il futuro papa Paolo VI, chiamato in codice “Mario”, con Olivetti, con numerosi altri personaggi… e i contatti diplomatici intessuti per il tramite della diplomazia della Santa Sede.

Con l’appoggio di Umberto, Maria Josè-ricostruisce nel suo saggio il Condirettore di Famiglia Cristiana- “preparò nel 1938 un piano per abbattere la dittatura con l’appoggio delle sfere militari, dei vertici della polizia e di un “avvocato di Milano”, leader dell’opposizione clandestina al regime fascista, la cui identità resta ancora incerta: un dossier custodito negli archivi del Foreign Office ne dà piena conferma”.

Una pagina, insomma, di storia finora sconosciuta, sulla cui importanza si soffermano anche i contributi degli storici Francesco Perfetti e Donatella Bolech Cecchi, che firmano rispettivamente la Prefazione e la Postfazione al volume. Il progetto fallì per via del trattato dei Sudeti che sembrò scongiurare la minaccia della Seconda guerra mondiale. Quest’ultima fu vissuta con particolare dolore da Maria Josè, ancora prima dell’ingresso in Italia nel conflitto: l’invasione del Belgio da parte della Germania, infatti, le riportò a galla il trauma subito da piccola, ai tempi della Grande Guerra. Ma il dolore e la paura non piegarono l’indomita Maria Josè: eccola sfidare il duce a Palazzo Venezia con domande imbarazzanti, oppure incontrare Hitler al Berghof per cercare invano di ottenere condizioni d’occupazione più miti per il Paese natio. Ma il suo spirito eclettico e curioso la portò a imbattersi con tante altre figure, da D’Annunzio a Padre Pio, da Evita Peron a Francisco Franco, da Benedetti Michelangeli a Balthus. Nel 1944, dalla Svizzera dove si mise in salvo coi figli dopo la firma dell’Armistizio pensò di unirsi ai partigiani e il non averlo fatto costituiva il suo solo rimpianto.

Al ritorno in Italia, dopo la liberazione, i suoi interlocutori dei conciliaboli antifascisti, la evitavano perché tutti i Savoia venivano ritenuti colpevoli della dittatura e del disastro bellico. Lei ne soffrì, ma non si diede per vinta- dimostra nel suo saggio Luciano Regolo- “cercando di rendersi utile, con la Croce Rossa, alle famiglie disastrate e di intessere rapporti con la Democrazia Cristiana, per ottenere lo schieramento della Chiesa in favore della Monarchia al referendum, impegno questo che riemerge in queste pagine per la prima volta”.

Maria Josè reagì anche all’esilio, creandosi una nuova vita: la musica, la ricerca storica, i viaggi per il mondo, anche in Cina e Russia, in piena Guerra Fredda. Poco prima della morte confidò all’autore che «sognava di poter andare sulla Luna». Non più regina, ma indomita sino alla fine. Un libro dunque che riapre finalmente un dibattito mai sopito e forse mai svelato, almeno con questi toni e con questa straordinaria chiarezza letteraria.


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