Musica: "I/O Side", l’electro di Sette Afk tra synth e sperimentazione industrial

L'album è disponibile su tutte le piattaforme digitali.

(Prima Pagina News)
Martedì 14 Ottobre 2025
Roma - 14 ott 2025 (Prima Pagina News)

L'album è disponibile su tutte le piattaforme digitali.

I/O Side è il titolo del primo album della formazione Sette AFK, dispnibile su tutte le piattaforme digitali per Sounzone.

I/O Side, inteso come input/output, è un album eterogeneo e cosmopolita, dal sapore fusion. Composizioni poliedriche che spaziano dalla dance / techno più melodica alla sperimentazione industrial, passando per sonorità riconducibili al soundscape, alle colonne sonore di film steampunk o di fantascienza.

La particolarità del progetto si sviluppa su una commistione di sintetizzatori e campionatori vintage con le più moderne strumentazioni digitali. Non solo. Il trio arricchisce le sue produzioni con strumenti analogici classici, uniti a una vasta gamma di strumenti etnici, che conferiscono un ulteriore respiro world music al progetto. La componente musicale, quindi, è stata pensata per indurre nell’ascoltatore un viaggio motivazionale ed emotivo.

Il voiceover nell’intro è un messaggio che anticipa i capitoli del disco, mentre “Anset” è incentrato sul 7/4 realizzato con la tipica percussione nordafricana darbuka. Arpeggiatori e synth in poliritmia si evolvono in una distensiva tonalità maggiore.

L’electro pop di “Sabir” mostra l’utilizzo del tamburello pugliese suonato dal Maestro Giuseppe Leone che accompagna un concept dedicato a un’antica lingua del Mediterraneo, “79 Degrees” invece unisce la percussione Udu, didgeridoo e flauto su un beat electro pensato per un’ipotetica soundtrack fantascientifica.

Con “Thomas Planeta” la band mette in campo una traccia upbeat con pattern di cassa sincopati che fanno fa da cornice a voci effettate, e in “Chernobyl” salgono i BPM e lo scenario si sposta in una ipnotica techno incalzate che vuole descrivere l’errore umano.

In “Explain” la fanno da padrone sonorità industrial fortemente contaminate da distorsioni nu metal e uno scenario primitivo, ma con la dubstep di “Go To The Moon” l’atmosfera si fa più rilassata senza sacrificare i più arditi campionamenti.

Un riff basato su un synth chimico e lisergico alternato a voice chopping, vocoder e manipolazioni di suoni di lavatrici e parti metalliche è la ricetta di “Hello World 1964”. La traccia conclusiva “See You Soon” si presenta con una techno progressiva di stampo berlinese. Tra il nostalgico e il sognante, il pianoforte accompagna il canto di una viola in una struggente evoluzione elettronica.


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