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Piero Sansonetti non concede nessuna mediazione neanche a sé stesso: “Come indicato da Gramsci, L’Unità continuerà ad essere dalla parte dei più deboli. E se all’origine era rivolto a contadini e operai, oggi sarà la testata anche di migranti e detenuti. Pur mantenendo sempre netta la propria indipendenza, L’Unità sarà vicina al PD, principale forza politica della sinistra, e al pensiero di Papa Bergoglio che, attualmente, rappresenta un punto di riferimento ideologico”.
In altre parole- aggiunge l’ex direttore de il Riformista-, abbracciando a pieno un’eredità storica, L’Unità sarà una testata libera e pronta ad affrontare grandi battaglie, come fu con quelle sul divorzio e l’aborto”.
All’incontro con la redazione, organizzato nella sede di via della Pallacorda 7, il neo-direttore Piero Sansonetti racconta così questa sua nuova avventura editoriale: “Dopo tutto questo tempo, sembrava che L’Unità non dovesse più riaprire. Invece, grazie all’acquisizione da parte di Romeo Editore, tornerà a rivestire un ruolo fondamentale nel dibattito editoriale e politico. In un momento in cui la sinistra appare sempre più debole, per l’incapacità di produrre idee e contenuti, con una stampa, per lo più, focalizzata su pettegolezzi politici ed argomenti futili, L’Unità si propone come un polo di elaborazione politica e culturale. Fisicamente sarà un giornale piccolo, composto da dodici facciate, ma impegnato ad affrontare temi di grande rilevanza e profondità.
Ma da dove si parte? Da dove si incomincia?
Il quotidiano, in edicola al costo di 1.50 €, - spiega il neo direttore- ha alle spalle una redazione dinamica di circa sei redattori per il cartaceo, pochi altri per l’online e da diversi collaboratori esterni. “Basti pensare che nel numero del 16 maggio 2023, ci saranno articoli a firma di: Luigi Manconi; Marco Revelli; Enrico Casarini; Massimo D'Alema. Mentre, mercoledì, dunque domani, uscirà un’intervista a Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra francese”.
Le novità del nuovo format. Una volta a settimana verrà pubblicata la rubrica Nessuno tocchi Caino, a cura di Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, a dimostrazione della vicinanza alle lotta della sinistra noltre, ma in modo particolare da questo esecutivo di centrodestra”., e ogni giorno ci sarà una pagina dedicata allo straordinario archivio, che oggi partirà con un pezzo firmato a suo tempo da Natalia Ginzburg.
Questa sì che è una chicca e una grande intuizione culturale. L’archivio de L’Unità, dal 1947 ad oggi, patrimonio culturale di enorme valore, è infatti in fase di riorganizzazione e sarà reso disponibile online quanto prima.
“Per concludere- dice ancora Pietro Sansonetti-, se dovessi definire in pochi termini questa nuova versione de L’Unità, direi che sarà un quotidiano: garantista, socialista, cristiano, liberale, non liberista. Poi vedremo vivendo come si assesteranno gli equilibri e si aggiusterà il tiro”.