Unical, il Campus Universitario rende omaggio alla salma di Giovanni Sindona

Muore uno dei professori Ordinari che hanno fatto la storia ultra-quarantennale dell’Ateneo

(Prima Pagina News)
Giovedì 23 Gennaio 2020
Cosenza - 23 gen 2020 (Prima Pagina News)

Muore uno dei professori Ordinari che hanno fatto la storia ultra-quarantennale dell’Ateneo

Parliamo del prof. Giovanni Sindona, di origine messinese con laurea conseguita nella stessa Università dello stretto, Ordinario di Chimica Organica, che ha iniziato la sua carriera accademica proprio nel campus universitario di Arcavacata fin dalle origini come assistente per l’area chimica nell’ambito della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali. Nel 1983 il Rettore Pietro Bucci lo inserisce come componente docente in una delle cinque commissioni nominate per redigere un nuovo progetto di rifondazione dell’Università con il compito di sviluppare una relazione sul decentramento amministrativo dell’Ateneo. Fa parte del Consiglio di Amministrazione dell’Università per il biennio accademico 1993/1995 in rappresentanza dei professori di ruolo di prima fascia. Il 18 ottobre 1994, quale Ordinario di Chimica Organica viene eletto Preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali per il triennio accademico 1994/1997 divenendo, quindi, componente del Senato Accademico dell’Università. Diviene l’ottavo preside della Facoltà dopo i professori: Gianfranco Ghiara (Presidente Comitato Ordinatore di Facoltà), Cesare Roda, Pietro Bucci, Francesco Costabile, Mario Terenzi, Nicola Uccella, Giancarlo Susinno. Nel mese di novembre 1995 viene eletto Presidente della divisione nazionale di Spettrometria di Massa della Società Chimica Italiana, divenendo in campo nazionale una figura e uno studioso di primo piano portando negli anni numerosi ricercatori e studiosi della materia, provenienti da ogni parte del mondo all’Università della Calabria attraverso la direzione di ben cinque Scuole Nato internazionali nell’area della chimica biomolecolare. Nella stessa Società ha pure svolto le funzioni di coordinatore del gruppo interdivisionale per la chimica del proteoma. Ha pure ricoperto per diversi mandati le funzioni di presidente della sezione calabrese della Società Chimica Italiana; nonché di direttore del dipartimento di chimica dell’Università della Calabria dal 1997 al 2003 e poi dal 2006 al 2015. Un uomo mite e buono che ha pure condiviso in questi anni insieme ai professori, Sebastiano Andò, Rosario Aiello ed altri il progetto per istituire all’Università della Calabria la Facoltà di Medicina o la Scuola di Medicina. Il suo percorso scientifico è iniziato subito dopo la laurea nel 1972 con una permanenza presso l’Istituto Physikalische Chemie di Bon, in qualità di borsista della fondazione Alexander von Humboldt, e, successivamente presso il King’s College di Londra, come borsista Nato, che lo ha portato, una volta giunto all’Università della Calabria, a diventare un punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale nell’ambito dell’analisi di matrici alimentari e fluidi biologici mediante tecniche avanzate di spettrometria di massa. L’intensa attività di ricerca è testimoniata da una corposa produzione scientifica e ci piace ricordare tra le cose di maggiore interesse per la Calabria per i fini applicativi a livello industriale lo studio sul bergamotto che ha portato a scoprire e isolare nel frutto quei principi attivi in grado di ridurre il colesterolo e il diabete. Commovente la cerimonia religiosa che si è svolta nella Chiesa di San Carlo Borromeo nel centralissimo e moderno quartiere di Quattromiglia di Rende, dove sono confluiti i due Prorettori, Patrizia Piro e Maria De Paola, in rappresentanza del Rettore Nicola Leone, fuori sede per motivi istituzionali, nonché tantissimi docenti dell’Università, suoi allievi, studenti e conoscenti, che come Anna, Antonio, Leonardo, Fabio, Emilia e Donatella, tutti del dipartimento di chimica, ci hanno detto: “A noi piace pensarlo ancora come il maestro, colui che ci ha introdotti nel mondo della ricerca e al fascino della spettrometria di massa come metodica, colui che ha affinato in ognuno di noi gli strumenti intellettuali indicando l’importanza delle relazioni umane, e che ha permesso si concretizzasse tutto ciò che ne è scaturito dopo. E’ un debito di riconoscenza che sentiamo nei suoi confronti e che non dimenticheremo. Noi lo ricordiamo come colui che ci ha insegnato il significato del confronto scientifico e la valenza della formazione, desiderando spronarci sempre di più alla scoperta di nuove rotte e alla sfida verso nuovi ed impegnativi orizzonti. La comunità dei chimici perde un uomo di grande spessore, per noi è andato via nostro fratello maggiore”.“ Alle qualità accademiche di ricercatore e scienziato, bisogna aggiungere – ha sostenuto Valeria D’Auria, presidente della Divisione di Chimica Organica della Società Chimica Italiana - le grandi qualità umane e morali che lo hanno portato ad essere riconosciuto, nel corso degli anni, come un docente stimato capace di suscitare continuamente l’interesse scientifico e la curiosità intellettuale tra i numerosi studenti e gli allievi che si sono susseguiti negli anni. Ha lasciato un esempio importante di passione per la scienza e attaccamento al proprio lavoro. Tutta la comunità scientifica dei Chimici Organici e di quanti lo hanno conosciuto ne rimpiangono la mancanza come uomo e come scienziato”. Franco Bartucci


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