70 anni di Rai, sono la storia vera del Paese
70 anni meravigliosamente ben portati. Per “mamma Rai” oggi ricorre un compleanno importante.
di Pino Nano
Martedì 02 Gennaio 2024
Roma - 02 gen 2024 (Prima Pagina News)
70 anni meravigliosamente ben portati. Per “mamma Rai” oggi ricorre un compleanno importante.

La Rai - Radio Televisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive”: con queste parole, l’annunciatrice Fulvia Colombo inaugura l’inizio delle trasmissioni la mattina del 3 gennaio 1954. Tra rotocalco, teatro, intrattenimento musicale e cronaca sportiva, il primo giorno di televisione italiana è già un biglietto da visita al catalogo di generi, nomi e volti che caratterizzeranno il servizio pubblico televisivo negli anni a venire.

70 anni suonati. 70 anni di vita. 70 anni di racconti e di Paese reale. La Rai è oggi una delle più grandi aziende di comunicazione d'Europa, il quinto gruppo televisivo del mondo. Nata nel 1924 con il nome di Unione radiofonica italiana, divenne Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (Eiar) nel 1927, poi Radio Audizioni Italiane (RAI) nel 1944 e infine Rai − Radiotelevisione Italiana nel 1954.

Quante cose si potrebbero scrivere e pensare di “Mamma Rai”. Io ci ho trascorso dentro questa grande Azienda 38 lunghi anni della mia vita, e continuo a pensare che la RAI sia ancora la mia seconda famiglia di origine.

Di tutto di più. Tutto e il contrario di tutto. La Rai è lo specchio del Paese, è il cordone ombelicale che lega la vita di ognuno di noi alla crescita della Repubblica. La RAI è insieme servizio pubblico e potere istituzionale. Nel bene e nel male, la RAI è la storia dell’Italia.

Mi viene in mente Paolo Borsellino quando diceva: ““Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.” Ma penso anche Tiziano Terzani che nel suo libro “La fine è il mio inizio”, la raccontava in questo modo: “Tutto il sistema è fatto in modo che l’uomo, senza neppure accorgersene, comincia sin da bambino a entrare in una mentalità che gli impedisce di pensare qualsiasi altra cosa. Finisce che non c’è nemmeno più bisogno della dittatura ormai, perché la dittatura è quella della scuola, della televisione, di quello che ti insegnano. Spegni la televisione e guadagni la libertà.”

Andrea Camilleri invece, nel suo “Segnali di fumo” la raccontava così: “Bisogna guardare la tv portandosi appresso un paracqua ideale che permetta al nostro cervello di restare asciutto e lucido, di non inzupparsi di tutte le informazioni distorte, contraffatte, alterate, finalizzate che ci vengono propinate.” O anche il grande Luciano de Crescenzo:“La vita potrebbe essere divisa in tre fasi: Rivoluzione, Riflessione e Televisione. Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali.”

Quanto basta, insomma, per capire quanto fondamentale sia stata la nascita della Rai in un Paese come il nostro, e quanta strada in avanti il Paese abbia percorso anche grazie all’impegno quotidiano della Rai e dei suoi uomini.

“Fra 30 anni -diceva Ennio Flaiano- l'Italia non sarà come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la TV.”.

Non a caso domani la Rai racconterà sé stessa al suo grande pubblico, e lo farà attraverso i ricordi del passato, grazie alle immagini dei primi programmi messi in onda, dei volti dei primi protagonisti della TV che era appena nata, e lo farà soprattutto attraverso i programmi più visti in tutti questi lunghi anni di programmazione televisiva. Settant’anni di tv firmata Rai.

Partiamo da Rai Cultura che dedica al “compleanno” del piccolo schermo targato Rai – con i suoi grandi protagonisti di ieri e di oggi - gran parte della programmazione di mercoledì 3 gennaio su Rai Storia.

Ad aprire il palinsesto sono le “pillole” della tv sperimentale di “SettantaRai”, alle 00.30, e alle 7.30 “Storie della Tv”, con Aldo Grasso, racconta gli anni tra il 1926 e il 1954, a partire dalla prima dimostrazione pubblica di un sistema di ripresa e trasmissione televisiva in Italia che diede il via a una lunga fase di sperimentazione, interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale.

Alle 9.30, poi, “Dietro le quinte della tv” di Rinaldo Del Fabbro che – nel 1953 – documentò l’organizzazione della TV negli studi di Milano in vista dell’avvio ufficiale delle trasmissioni, mentre – a seguire - “Storie della Tv” racconta il primo decennio della Tv italiana, dal lancio e dall’affermazione come medium nazionale, sotto il segno delle linee impartite dalla Bbc, “informare-intrattenere-educare”. Alle 10.45, poi, il doc firmato da Ugo Zatterin “Tv dieci anni prima”, trasmesso in occasione dei primi 10 anni di trasmissioni, da cui prende il via anche la puntata di “Storie della Tv”, alle 12.00. Alle 13.00 ancora Zatterin con “Tv dieci anni dopo”, trasmesso nel 1964, l’anno del raggiungimento del quinto milionesimo abbonamento alla Tv.

Ai cambiamenti portati dalla riforma televisiva del 1975 - che introduce il pluralismo delle idee e la concorrenza interna delle reti e delle testate, oltre all’applicazione del colore e alla Terza Rete regionale - è dedicato “Storie della Tv”, alle 15. Mentre “Rai54 – Questa è la Tv”, alle 16.00 è una “radiografia” del lavoro della Rai, datata 1973.

Alle 16.45 torna “Storie della Tv” incentrato sul periodo post 1984, quando la Rai deve misurarsi, per la prima volta nella sua storia, con la concorrenza, in particolare con i network privati di Silvio Berlusconi. E proprio la tv commerciale è il bersaglio della satira di “Indietro tutta”, scritta da Renzo Arbore e Ugo Porcelli, riproposta alle 17.45, e seguita dall’ultimo capitolo delle “Storie della Tv” che si sofferma sullo scenario degli anni 2000.

In serata, poi, a “Passato e Presente” - in onda alle 20.30 – Paolo Mieli e la professoressa Silvia Cassamagnaghi analizzano in particolare la presenza delle donne all’interno della televisione, inizialmente limitato al ruolo di annunciatrice o di conduttrice, ma destinato a intensificarsi notevolmente, davanti e dietro le telecamere.

A chiudere la programmazione dedicata su Rai Storia una puntata speciale di “SettantaRai” che raccoglie tutte le “pillole” trasmesse quotidianamente dal 13 novembre per raccontare i mesi di sperimentazioni e prove che precedettero l’avvio ufficiale delle trasmissioni.

Ma già oggi, in occasione del 70° compleanno della Rai, alle 23.15 su Rai 4, "Wonderland" dedica una puntata speciale alla Storia del servizio pubblico televisivo italiano, esplorando quei temi e quei linguaggi cari all’immaginario del magazine.

Attraverso preziosi materiali d’archivio, le interviste che hanno fatto la storia del programma e le rubriche che negli anni lo hanno arricchito, "Wonderland" rievocherà alcuni momenti cardine della televisione pubblica, a cominciare dallo sbarco dell’uomo sulla luna con un’intervista al giornalista Tito Stagno, la storica voce della telecronaca dell’allunaggio, che il magazine di Rai Cultura ha incontrato nel 2019 al Trieste Science+Fiction Festival.

Lo sceneggiato è stato parte fondamentale dell’opera di alfabetizzazione svolta dalla Tv di Stato negli anni del Boom economico. Ma già dagli anni ’60, con la nascita della Seconda Rete, si sono aperti nuovi spazi alla sperimentazione linguistica e di genere, come è accaduto con l’opera di Ugo Gregoretti "Uova fatali", sceneggiato in due puntate dalle pionieristiche soluzioni tecniche, ispirato all’omonimo romanzo fantastico di Michail Bulgakov.

Appartiene, invece, alla rubrica Gotico catodico della prima puntata dell’edizione 2019/2020 di "Wonderland" lo speciale dedicato all’attore Ugo Pagliai, protagonista dello sceneggiato gotico/fantastico per antonomasia, "Il segno del comando", e del giallo storico "L’amaro caso della baronessa di Carini", dei quali è lo stesso Pagliai a parlare in un’intervista del 2019.

Infine, "Wonderland" ripercorrerà la nascita, sul finire degli anni ’80, della cosiddetta "Tv della realtà" con lo spuntare di nuovi format di rigorosa inchiesta giornalistica che si contaminano con le forme narrative dell’intrattenimento di genere. Titolo di punta di questo filone, "Telefono giallo" ha saputo innovare il linguaggio televisivo, ma ha fatto anche affiorare nuovi elementi di prova su diversi casi affrontati. Il magazine ha raccolto la preziosa testimonianza del conduttore e autore Corrado Augias in un’intervista di quest’anno.

Questo ma altro ancora per il settantesimo compleanno di Mamma Rai. 


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