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Dal nuovo registro nazionale degli autovelox alle verifiche online sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ecco come controllare se il dispositivo è regolarmente censito e quali sono i passi corretti per contestare una multa sospetta.
Dal nuovo registro nazionale degli autovelox alle verifiche online sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ecco come controllare se il dispositivo è regolarmente censito e quali sono i passi corretti per contestare una multa sospetta.
Per molti automobilisti la temuta busta verde è sinonimo di ansia: spesso contiene una sanzione per eccesso di velocità rilevato da autovelox, magari per pochi chilometri orari oltre il limite. Con l’introduzione del censimento nazionale delle apparecchiature di controllo, però, si apre uno spazio in più per la difesa: le contravvenzioni saranno pienamente legittime solo se generate da dispositivi regolarmente registrati nella piattaforma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, mentre per quelli non censiti si potranno valutare margini di annullamento.
Il primo passaggio, di fronte a una multa sospetta, è un controllo accurato del verbale. Il documento deve riportare la matricola dell’autovelox, il modello, gli estremi del decreto ministeriale che ne autorizza l’uso (numero e data), oltre all’indicazione precisa del luogo di installazione: strada, chilometro e direzione di marcia. Questi dati, spesso trascurati da chi paga in fretta per sfruttare lo sconto del 30% nei primi cinque giorni, sono essenziali per verificare se il dispositivo è stato effettivamente inserito nell’elenco nazionale e se la contestazione è formalmente corretta.
Raccolte tutte le informazioni, l’automobilista può accedere alla sezione dedicata sul sito del Ministero e verificare il censimento dell’apparecchio inserendo la matricola, la tratta stradale o altri elementi identificativi del dispositivo. Se l’autovelox non compare nel registro, oppure se i dati riportati sul verbale non coincidono con quelli presenti nella banca dati ministeriale, si crea un potenziale vizio di legittimità che consente di contestare la sanzione. In questi casi è importante conservare copia delle schermate o delle ricerche effettuate, da allegare al ricorso come prova documentale.
Le strade per tentare l’annullamento sono due. La prima è il ricorso al Prefetto, gratuito, da presentare entro 60 giorni dalla notifica tramite PEC o raccomandata A/R. Nella richiesta devono essere indicati con precisione i dati del verbale, le ragioni della contestazione e il risultato della verifica sul mancato censimento o sulle incongruenze riscontrate. Il procedimento può richiedere diversi mesi e si conclude con l’accoglimento – che comporta la cancellazione della multa – oppure con il rigetto, che porta normalmente al raddoppio dell’importo originario della sanzione.
La seconda opzione è il ricorso al Giudice di Pace, da proporre entro 30 giorni dalla notifica del verbale. In questo caso è necessario pagare un contributo (marca da bollo o contributo unificato) e depositare l’atto presso l’ufficio giudiziario competente per territorio, allegando copia del verbale e della documentazione a supporto (ricerche sul registro, foto, eventuali relazioni tecniche). La decisione del giudice potrà confermare la multa, ridurla o annullarla, e l’importo finale da pagare verrà stabilito caso per caso, anche tenendo conto dell’esito del giudizio.
Per evitare brutte sorprese è fondamentale agire con tempestività e metodo: chi riceve una sanzione deve leggere con attenzione il verbale, verificare la presenza e la correttezza dei dati sull’autovelox, controllare il dispositivo sul registro ministeriale e decidere rapidamente se pagare con lo sconto o percorrere la via del ricorso. Allo stesso tempo, gli enti locali sono chiamati a completare il censimento dei propri autovelox e ad adeguare la segnaletica, perché apparecchi non registrati o gestiti in modo irregolare rischiano di dover essere spenti, con conseguente annullamento delle multe e perdita di entrate per le casse comunali.
In un contesto in cui i dispositivi di controllo della velocità sono sempre più diffusi, conoscere le regole del gioco diventa una forma di tutela per chi guida: rispettare i limiti resta l’unica vera garanzia per evitare sanzioni, ma sapere come funziona il censimento degli autovelox e quali sono i diritti del cittadino aiuta a difendersi da eventuali errori formali o utilizzi impropri degli strumenti di accertamento.
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