Elly Schlein “Se sono rose fioriranno”
Cosa farà Elly Schelein?Dove andrà? Con chi si alleerà? Quanto fastidio potrà dare alla maggioranza di Governo? C’è da fidarsi di lei?
di Gregorio Corigliano
Martedì 07 Marzo 2023
Roma - 07 mar 2023 (Prima Pagina News)
Cosa farà Elly Schelein?Dove andrà? Con chi si alleerà? Quanto fastidio potrà dare alla maggioranza di Governo? C’è da fidarsi di lei?
Non ha parlato lo zio Nessuno o come dicono a Reggio Calabria “u zi nuddu”, bensì il New York Times: la Schlein è la donna che ha scosso e scuote la politica italiana.

Da ancora più modesto lavoratore nella vigna del Signore, come diceva papa Ratzinger, non posso che concordare pienamente.

E perché? Tento di spiegarlo e di spiegarmelo. Ha vinto le primarie del suo partito pur non essendo la favorita e le ha vinte in piazza, ai gazebo come si dice, cioè in mezzo alla gente e non fra gli iscritti. Ciò che conta molto di più.

Prima cosa: la immediata visita a Steccato di Cutro per testimoniare la vicinanza del Pd alle vittime del naufragio.

A seguire la richiesta di dimissioni del ministro Piantedosi non in privato ma con intervento in Parlamento, dove c’è maggiore solennità. Poi la partecipazione alla piazza antifascista di Firenze per solidarietà con la dirigente scolastica male trattata dal ministro Valditara.

E non è finita: c’è anche un primo colloquio, vis a vis, con il leader dei Cinquestelle, Giuseppe Conte. Un colloquio che, secondo gli osservatori più attenti, non significa resa, ma possibilità di riscatto del suo elettorato ed un problema immenso per la destra e lo stesso Conte che avrà a che fare con una segretaria “tosta”!

E l’incontro col suo ex presidente della Regione Stefano Bonaccini, ma principale avversario alle primarie dove lo mettiamo?

Un indiscusso vantaggio per la Schlein che lo avrà come vice o meglio come presidente del Pd. Ad una settimana dalla elezione ha smosso dalle secche in cui si era arenato il suo partito ed in cui Letta e soci lo avevano fatto finire. Vedremo assai presto se sfaterà la tragica regola, scrive Concita De Gregorio su Repubblica, secondo la quale chi vince le primarie verrà azzoppato da chi le ha perse.

In passato occorreva il bilancino per misurare il peso delle correnti o degli uomini che le impersonificavano.  Adesso, se la regola di chitarrella è vera, e non può che esserlo, non dovrebbe essere più così. In genere il buon tempo, da che mondo è mondo, si vede dal mattino.

Il NYT docet. Non tutti sono convinti, però. Alla presentazione, a Cosenza, della rinascita, una nuova rinascita, del giornale fondato da Antonio Gramsci, l’Unità, apparso anche come un raduno di nostalgici speranzosi, non è venuta fuori piena ed espressa fiducia nelle capacità della giovane segretaria di riuscire nell’amalgama delle varie anime del Pd. L’anima comunista, quella del Partito popolare, quella della Dc.

Siamo qui a registrare fatti ed avvenimenti e prese di posizione. O come dice il catechismo: pensieri, parole, opere ed omissioni.

Perché altrimenti avrebbe vinto la Schlein? Perché Bonaccini era meno bravo? No. Bonaccini è superbravo, purtroppo per lui, rappresentava agli occhi degli elettori, il passato ed il presente, mentre la vincitrice il futuro. Altrimenti finirà come i Cinquestelle che arrivati per scardinare il sistema di potere si sono fatti essi stessi sistema.

E Conte appare in ambasce (in trouble, dicono gli inglesi) perché non è detto che sappia come fare di fronte al ciclone giunto improvviso sulla scena politica: Elly Schlein. C’è chi, avendo ingiustamente sentito parlare del Pd, come di sinistra-sinistra, prevede il ritorno dei grillini verso il centro. Solo che lì c’è già Renzi che con Calenda, parla di partito unico. Che non sembra nascere, se vedrà l luce, sotto i migliori auspici.

Non manca chi parla di perplessità del senatore fiorentino che, da quando è nata Azione, appare offuscato e non nelle solite migliori condizioni di forma, come eravamo abituati a vederlo. Intanto la vincitrice dei gazebo ha dimostrato fino ad oggi di sapersi muovere.

E se l’ex ministro Fioroni è andato via dal Pd, dal quale, come scrive un lettore di un giornale, era già andato via prima dell’avvento della giovane segretaria (a Viterbo, non sosteneva da tempo i candidati del Pd) alla Schlein tocca il compito- dovere di “andare a braccetto col cattolicesimo democratico, unire socialisti e riformisti, politica e società civile” che l’hanno pur votata.

Un scommessa questa, ribadisce Giovanna Vitale su Repubblica, sulla quale occorre puntare.

E a Francesco Merlo che parla di “segretaria che rappresenta il futuro ed è il nuovo Pd”, un lettore di Posta e risposta, Marta Dondi, scrive di “giovane donna che sa fare politica”. Siamo qui: se sono rose rosse, fioriranno rigogliose. E’ interesse, stranamente, anche della destra, ma soprattutto della democrazia e del Paese.

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