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La kermesse di moda più attesa dei Castelli Romani ha avuto come palcoscenico d'eccellenza Piazza Cesarini Sforza.
La kermesse di moda più attesa dei Castelli Romani ha avuto come palcoscenico d'eccellenza Piazza Cesarini Sforza.
L’altra sera, Piazza Sforza Cesarini si è trasformata in un palcoscenico d’eccellenza per Sotto il Cielo di Genzano, la kermesse di moda più attesa dei Castelli Romani.
L’edizione di quest’anno, tra le più ispirate e spettacolari di sempre, ha saputo fondere arte, spiritualità e creatività in un’esperienza immersiva e suggestiva.
Sotto la direzione artistica e organizzativa di Filippo La Fontana, autentico motore dell’evento, magistralmente presentato da Pasquale Chiaro con la collaborazione di Maria Grazia Tetti, oltre 36 modelle e modelli, performer, fotografi, assistenti e alcuni tra i nomi più affermati dell’haute couture internazionale hanno dato vita a una sfilata unica nel suo genere. Il tema del 2025, “Arte sacra nell’immaginario della moda”, ha guidato una narrazione visiva intensa, capace di coniugare simbolismo religioso, estetica contemporanea e maestria artigianale.
Tra i protagonisti: Ivan Donev, Stoyan Radichev, Giuseppe Iaciofano, e naturalmente lo stesso Filippo La Fontana, che ha curato ogni dettaglio con la passione e l’eleganza che da sempre lo contraddistinguono.
Ma tra i grandi nomi affermati, a sorprendere e incantare il pubblico è stato Leonardo Sebastiani Votlea, giovane stilista e artista che ha saputo imporsi con tre creazioni di forte impatto visivo e concettuale: “La Creazione”, “L’Occhio di Dio” e “Giuda”. Tre abiti che raccontano una visione potente e coraggiosa della moda come mezzo di riflessione sul sacro e sul contemporaneo.
“L’Occhio di Dio”, realizzato con DVD e componenti elettronici riciclati, è un’opera che celebra il riuso e svela la bellezza nascosta nella tecnologia dimenticata.
"La Creazione”, composto da oltre 5.000 foglie d’olivo cucite a mano, narra il ciclo vitale tra uomo, natura e spirito, in un dialogo visivo di rara poesia.
“Giuda”, il più provocatorio dei tre, fonde elementi sacri e sportivi in un look tagliente che richiama al tempo stesso i gladiatori romani e l’estetica urbana contemporanea.
Con queste opere, Votlea ha dimostrato non solo una padronanza tecnica notevole, ma anche una voce stilistica personale, audace, capace di sfidare e affascinare.
Leonardo non è solo il creatore degli abiti sacri che hanno incantato il cielo di Genzano: è un artista poliedrico che porta avanti una ricerca personale profonda, fatta di simbolismi, identità e trasformazione. Al centro della sua pratica c’è una forte attenzione al riuso e alla sostenibilità: ama lavorare con materiali di scarto, componenti meccanici ed elettrici, trasformandoli in opere cariche di significato. Dai gioielli alle sculture, dai dipinti agli accessori, abiti e grafiche, ogni creazione diventa un gesto di rinascita, un ponte tra ciò che è stato e ciò che può ancora essere. Le sue opere hanno trovato spazio in mostre e installazioni in Italia e all’estero, da Roma a Milano, da Bari a Lecce, fino a Londra, portando ovunque una visione artistica che unisce materia e significato, memoria e trasformazione. Ogni esposizione è stata un’occasione per raccontare nuovi mondi attraverso ciò che viene scartato, recuperato, rielaborato.
Un linguaggio in continua evoluzione, che continua a sorprendere e a interrogare.