Rai, caso Scurati, Soldi: "Ai vertici aziendali non possono essere attribuiti intenti censori"

"Da un punto di vista di reputazione di danno all’azienda si doveva agire in maniera unitaria". Unirai: "È crollato il castello costruito per settimane su finte censure, tirannie immaginarie e rischi di tenuta democratica".

(Prima Pagina News)
Mercoledì 22 Maggio 2024
Roma - 22 mag 2024 (Prima Pagina News)

"Da un punto di vista di reputazione di danno all’azienda si doveva agire in maniera unitaria". Unirai: "È crollato il castello costruito per settimane su finte censure, tirannie immaginarie e rischi di tenuta democratica".

“Tengo a precisare che non possono essere attribuiti intenti censori ai vertici aziendali“ in merito all'annullamento del monologo di Antonio Scurati, previsto per il 25 aprile all'interno del programma di Serena Bortone "Che Sarà". Così la Presidente della Rai, Marinella Soldi, ha risposto a una domanda dell'opposizione, nel corso dell'audizione odierna in Commissione Vigilanza.

“Non ho ritrattato quanto dichiarato. Da un punto di vista di reputazione di danno all’azienda si doveva agire in maniera unitaria non posso rivelare quello che c’è scritto nell’audit perché è un documento interno all’azienda”, ha continuato.

“Una scaletta è un elemento ma i tempismi di queste azioni erano azioni anomale. Questo è quanto anche descritto in cda. Non posso entrare nello specifico merito ma c’erano delle azioni e dei comportamenti che non erano usuali e sono avvenuti da un certo momento in poi. Mi dispiace ma questo dà un contesto e una colorazione a qualsiasi altra azione viene dopo che la policy è stata violata. C’è stato un danno alla Rai non solo del post ma come è stata gestita da un punto di vista sostanziale e di comunicazione questa vicenda”, ha evidenziato Soldi.

“Per quanto riguarda i comportamenti sindacali, tengo a dire che i rapporti con i sindacati sono molto importanti e in Rai ci sono molti tipi di contratti lavorativi, giornalisti, dirigenti, impiegati, operai e anche gli orchestrali, perciò è un tema assolutamente all’attenzione, un tema che deve essere molto importante perché questi cambiamenti senza il coinvolgimento e il convincimento dei sindacati non si possono fare”, ha continuato.

“Da un punto di vista di reputazione, di danno all’azienda, si doveva agire in maniera unitaria. Non posso rivelare il contenuto emerso dall’audit, ma riguardo alla tempistica ci sono state azioni anomale, comportamenti che non erano usuali e che sono avvenuti da un certo momento in poi. Questo dà un contesto e una colorazione a qualsiasi altra azione viene dopo”, ha proseguito Soldi.

“La policy aziendale è chiara, in ogni caso c’è stato un danno alla Rai anche da come è stata gestita da un punto di vista sostanziale e di comunicazione di questa vicenda”, ha concluso.

“È crollato il castello costruito per settimane su finte censure, tirannie immaginarie e rischi di tenuta democratica. Oggi, dopo che anche la presidente della Rai, Marinella Soldi ha ribadito che non esiste alcuna censura sul caso Scurati, cade l’alibi di chi ha strumentalizzato uno sciopero dei giornalisti Rai per fini politici e organizzato sit in, conferenze stampa, manifestazioni varie, per un solo scopo: picconare la più grande azienda culturale italiana in questo preciso momento storico. In molti, a questo punto, dovrebbero chiedere scusa per aver cavalcato una gigantesca fake news”. Così, in una nota, il Sindacato Unirai.

“Speriamo - conclude la nota del Sindacato - che dopo queste settimane di polemiche strumentali ci si possa confrontare seriamente e aprire un periodo di dialogo tra tutti, per arrivare ad una riforma seria che dia alla Rai vera autonomia e la renda più forte”. 

“La presidente Soldi ha perso un’occasione per dimostrare alla commissione di vigilanza Rai di aver svolto il proprio incarico con equilibrio e garanzia; adesso non si stupisca se in tanti si stanno domandando quali pressioni ha ricevuto in queste settimane, da chi e per quali ragioni?”, fanno sapere, in una nota, i parlamentari del Pd in Commissione Vigilanza Rai.

"Dopo aver accusato pubblicamente Rossi e Sergio per la gestione del caso Scurati la presidente ha oggi ritrattato completamente la sua versione, che parlava di omissioni e ricostruzioni parziali, avallando la tesi della violazione della policy aziendale da parte della giornalista Bortone. Una drastica inversione a ‘U’ che aumenta la confusione e non fa chiarezza su quanto accaduto: a un mese dalla mancata messa in onda del monologo di Scurati, ancora oggi non sappiamo chi gli ha materialmente revocato il contratto mascherando la censura con motivi editoriali. Visti questi continui rimpalli da parte dei vertici Rai, che sviliscono il ruolo della commissione di vigilanza, presenteremo una formale interrogazione parlamentare e per sapere dall’Ad chi ha firmato materialmente la revoca del contratto a Scurati”, concludono. 

Alla nota dei dem, i parlamentari di Fratelli d'Italia in Commissione VIgilanza Rai rispondono: “La vicenda Scurati si è finalmente chiusa oggi in Commissione Vigilanza Rai. A mettere la pietra tombale sulle polemiche del Pd è stata la presidente Soldi, la cui audizione peraltro era stata chiesta a gran voce proprio dal partito di Elly Schlein". "La presidente - proseguono - ha dichiarato in più occasioni che non c’è stata censura, una doccia fredda per la sinistra che invece sperava di continuare a speculare su una polemica evidentemente montata ad arte”. “Ormai sono stati palesemente smascherati e sarebbe il caso che chiedessero scusa agli italiani, anche per l’improbabile teoria del complotto che in queste ore stanno facendo circolare. Secondo il Pd, infatti, la presidente Soldi avrebbe subito delle pressioni per smentire qualsiasi ipotesi di censura. Insomma, in una scala del ridicolo, se possibile, siamo ben al di sopra alla falsa teoria della censura di Antonio Scurati”, concludono.


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