#Covid: Idrossiclorochina, il 10 dicembre decide il Consiglio di Stato
Si riaprono le speranze per i medici, rappresentati dagli avvocati Grimaldi e Piraino, che vorrebbero somministrare ai propri pazienti a casa il farmaco antimalarico in modo da evitare loro l'aggravarsi della malattia e il ricorso all'ospedale.
di Antonio Panei
Giovedì 26 Novembre 2020
Roma - 26 nov 2020 (Prima Pagina News)
Si riaprono le speranze per i medici, rappresentati dagli avvocati Grimaldi e Piraino, che vorrebbero somministrare ai propri pazienti a casa il farmaco antimalarico in modo da evitare loro l'aggravarsi della malattia e il ricorso all'ospedale.
Forse ad una svolta il caso idrossiclorochina, il medicinale antimalarico sospeso a maggio dall'Agenzia italiana del Farmaco. Il presidente della terza sezione del Consiglio di Stato, Franco Frattini, ha fissato al 10 dicembre la camera di consiglio per la discussione collegiale dell'istanza cautelare promossa da un gruppo di medici contro l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e il Ministero della Salute.

Secondo i medici che hanno presentato il ricorso non è legittima la decisione di sospendere l'utilizzo dell'idrossiclorochina per il trattamento del coronavirus al di fuori degli studi clinici.

In sostanza i medici chiedono di poter somministrare l'idrossiclorochina ai pazienti a casa, in modo da bloccare l'evolversi della malattia ed evitare loro l'ospedalizzazione.

Il presidente Frattini, come si legge nel decreto motivato, pur rigettando il decreto cautelare monocratico, ha ritenuto che gli appellanti, rappresentati dagli avvocati Erich Grimaldi e Valentina Piraino (fondatori del comitato di scopo per la cura tempestiva domiciliare del covid-19), abbiano presentato argomenti validi su cui il collegio e il Tar Lazio dovranno “condurre un ulteriore approfondimento”.

Frattini, in particolare, fa riferimento a “sopraggiunte circostanze nuove” tra la prima determina Aifa del 26 maggio scorso e quella del 22 luglio.

“Gli appellanti - scrive il magistrato di Palazzo Spada - fanno valere dati ed elementi positivi tratti sul campo dalla loro pratica medica sui pazienti covid prima della sospensione deliberata dall’AIFA a maggio. L’uso dei soli studi randomizzati, su cui fa esclusivo riferimento l'Agenzia del Farmaco, comporta difficoltà di trasferimento dei risultati alla pratica clinica, specialmente durante una emergenza sanitaria”.

Il giudice dell'organo supremo della giustizia amministrativa, inoltre, afferma che è da valutare “la critica dei medici al carattere risolutivo degli studi scientifici randomizzati” anche alla luce dello studio sull'idrossiclorochina, a cui AIFA fa riferimento in entrambe le sue determine, pubblicato dalla rivista The Lancet e poi “smentito e ritirato dagli stessi autori”.

Il Consiglio di Stato motiva la decisione rilevando l'assenza di “uno studio randomizzato sui risultati dell'idrossiclorochina somministrata ai primi sintomi e in ambiente domiciliare”, laddove “esistono risultati positivi di studi osservazionali, retrospettivi (e anche di meta-analisi)”.

Infatti uno studio pubblicato il 21 settembre proprio dalla rivista The Lancet sostiene “l’effetto riduttivo della idrossiclorochina sul tasso di mortalità da covid e l’assenza di un aumento della tossicità cardiaca”.

L'ex ministro degli esteri sottolinea che “attualmente non esiste un farmaco per il trattamento specifico domiciliare covid, laddove attualmente la principale preoccupazione delle autorità sanitarie è quella di trasferire i pazienti in ospedale a causa dell’aggravamento della malattia non curati a domicilio”. Frattini, infine, “ricorda il valore costituzionale del diritto-dovere di ciascun medico di prescrivere il farmaco più utile a contribuire alla guarigione del malato”.

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