Accossato (Luv): "Parco Naturale del Po piemontese a rischio ridimensionamento? La Regione non risponde"
“Le richieste di riduzione delle aree tutelate sono in contrasto con gli indirizzi dettati dalla Strategia dell'Unione Europea sulla biodiversità per il 2030”.
(Prima Pagina News)
Giovedì 20 Aprile 2023
Vercelli - 20 apr 2023 (Prima Pagina News)
“Le richieste di riduzione delle aree tutelate sono in contrasto con gli indirizzi dettati dalla Strategia dell'Unione Europea sulla biodiversità per il 2030”.
Nel febbraio scorso a Casale Monferrato si è riunito il Consiglio dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese con all’ordine del giorno la discussione delle istanze presentate da comuni e associazioni, relative ad una revisione dei confini del Parco e dell’Area Contigua (cioè una zona intorno al Parco in cui la caccia è consentita ma solo a coloro che risiedono nei comuni inclusi nell’area contigua stessa).

La Provincia di Vercelli, i comuni di Ronsecco, Saluggia, Fontanetto Po, Tricerro, Crescentino, Trino e Livorno Ferraris, chiedono, per il territorio vercellese, l’abolizione delle aree contigue e la riduzione delle Aree Protette ritornando ai confini del 2020, con conseguente cancellazione del recentemente istituito Parco Naturale del Bosco della Partecipanza e delle Grange Vercellesi. Invece i comuni di Mazzè, Pecetto di Valenza e Castelnuovo Scrivia hanno chiesto l’ampiamento del Parco e il comune di Palazzolo Vercellese e le associazioni ambientaliste hanno chiesto il mantenimento dei confini attuali nel territorio vercellese.

Nel Question Time presentato dalla Presidente Silvana Accossato mercoledì scorso si chiedeva espressamente quali fossero le intenzioni della giunta Regionale in merito, “domanda a cui sostanzialmente nella sua replica il Vice Presidente Carosso non ha risposto trincerandosi dietro l’ascolto dei territori“ – sostiene la Presidente Accossato che non nasconde le proprie preoccupazioni sul fatto che l’attuale giunta voglia ridimensionare le aree protette a parco, mettendo a rischio un territorio delicato e vanificando l’importante risultato di continuità e di unitarietà raggiunto con la definizione del nuovo Parco con la legge 11 del 2019.

Un nuovo Parco più facilmente identificabile e comunicabile turisticamente attorno ai suoi punti di forza, che sono da un lato il suo fiume e dall’altro le aree di grande pregio naturalistico che lo accompagnano nel suo percorso.

Se fosse confermata la volontà della Regione di ridimensionare il nuovo Parco si metterebbe a rischio un territorio e una fauna delicatissima aprendo nuovi spazi alla caccia praticata anche da “forestieri”.

Preoccupazioni, espresse con forza nei mesi scorsi in primis dalle associazioni ambientaliste, alimentate anche dal fatto che la riunione del Consiglio del Parco di febbraio sarebbe stata preceduta da una comunicazione dello stesso Vice Presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso volta a indirizzare la scelta del Consiglio, situazione non smentita nella risposta all’interrogazione di LUV.

“Le richieste di riduzione delle aree tutelate sono in contrasto con gli indirizzi dettati dalla Strategia dell'Unione Europea sulla biodiversità per il 2030” – rincalza Accossato denunciando come “ancora una volta si è potuta constatare la miopia di una politica che gestisce il territorio per il proprio “oggi” e non per il “domani” di tutti, trascurando sia gli aspetti tecnici e scientifici sia la voce di molti cittadini ben consci dell’importanza e delle potenzialità delle Aree Protette”.

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