Cinema: addio al regista Citto Maselli, tra i protagonisti del Novecento italiano
A dare l'annuncio il Segretario Nazionale del Prc, Maurizio Acerbo: "Il cinema e la cultura italiana perdono un maestro e un grande regista".
(Prima Pagina News)
Martedì 21 Marzo 2023
Roma - 21 mar 2023 (Prima Pagina News)
A dare l'annuncio il Segretario Nazionale del Prc, Maurizio Acerbo: "Il cinema e la cultura italiana perdono un maestro e un grande regista".
Il cinema piange la scomparsa di Francesco "Citto" Maselli, uno dei più importanti protagonisti del Novecento.

Il regista è morto all'età di 92 anni. Ad annunciare la scomparsa è il Segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Maurizio Acerbo: “Con grande dolore debbo comunicare la notizia della morte, avvenuta poco fa, del compagno Citto Maselli. L’ho appena appreso dalla moglie, Stefania Brai, che gli è sempre stata vicina e a cui va l’abbraccio solidale di tutte le compagne e i compagni del Partito. Il cinema e la cultura italiana perdono un maestro e un grande regista, la sinistra un intellettuale militante e un esempio di rigore e coerenza, noi di Rifondazione Comunista un compagno imprescindibile”.

Originario di Roma, Maselli era nato il 9 dicembre del 1930. Proveniente da un ambiente intellettuale (suo padre era un critico d'arte), ebbe modo di avvicinarsi presto all'arte e alla letteratura, potendo anche leggere in anteprima le opere di Luigi Pirandello, suo padrino di battesimo e amico di famiglia. Incontrò molti ospiti illustri, che lo invogliarono ad aderire al Partito Comunista.

A soli 14 anni, durante l'occupazione nazista, fu a capo dell'Unione degli Studenti Italiani, che sosteneva i movimenti di liberazione. Terminata la guerra, lasciò il Liceo Classico, dove conobbe Luciana Castellina, aderì al Pci e nel 1949 si diplomò al Centro Sperimentale di Cinematografia, sotto la direzione del fondatore Luigi Chiarini, che poi lo volle con sé in qualità di assistente alla regia.

Il primo incontro con un set, però, avvenne con Michelangelo Antonioni, con cui lavorò nel 1948 al documentario "L'amorosa menzogna", in qualità di aiuto regista. Tra i due si innescarono una simpatia e un'empatia che il tennero uniti per sempre, tra alti e bassi. Come sceneggiatore, Masell lavorò al primo film di Antonioni, "Cronaca di un amore" (1950) e a "La Signora delle Camelie" (1953).

Nel frattempo, lavorò a documentari rimasti negli annali del cinema, come "Bagnaia paese italiano" (1949) e "Bambini", realizzato insieme con Giorgio Bassani e presentato al Festival di Cannes nel 1951.

Nel 1953 arrivò la svolta, con la regia dell'episodio "Storia di Caterina", parte del film "Amori in città", nato da un'idea di Cesare Zavattini, e con la partecipazione al film collettivo "Siamo donne", in cui collaborò con Luchino Visconti alla regia dell'episodio con Anna Magnani come protagonista. Fu Visconti a presentargil Goliarda Sapienza, che fu sua compagna per molto tempo, e ad aiutarlo ad ottenere un contratto nel 1955, per il film "Gli Sbandati", il primo lungometraggio diretto da Maselli, che all'epoca aveva 23 anni, e presentato alla Mostra di Venezia, dove il regista riuscì a imporsi come una delle sorprese del momento.

Tuttavia, i gruppi intellettuali erano prigionieri di regole rigide, inoltre Visconti non aveva buoni rapporti con Antonioni, che ruppe il legame artistico con Maselli, non parlandogli per molti anni.

Entrando nel circolo dei "viscontiani", Maselli ebbe modo di interfacciarsi anche con il mondo della lirica, amore che lo accompagnò per tutta la vita: diresse un'importante versione del "Trovatore" di Giuseppe Verdi al Teatro La Fenice di Venezia, per poi tornare sul set a dirigere "La donna del giorno", "I delfini" (1960), ritenuta una delle sue opere più importanti, e "Gli indifferenti" (1964), tratto dal romanzo di Alberto Moravia, considerato un vero e proprio capolavoro.

I produttori scommisero sul suo talento, che consisteva in uno stile raffinato e al passo con i tempi, capace di superare il neorealismo, ormai considerato accademia, e gli offrirono lauti contratti: Maselli, quindi, accettò la proposta di Franco Cristaldi di girare "Fai in fretta ad uccidermi… ho freddo", un giallo condito di ironia con Monica Vitti e Jean Sorel come protagonisti, e la commedia "Ruba al prossimo tuo", interpretata da Claudia Cardinale e Rock Hudson.

Il clima, però, fu attraversato dalle contestazioni del '68, a cui lo stesso Maselli prese parte attivamente, essendo in prima fila nelle proteste alla Mostra di Venezia, fondando l'Anac, insieme ad altri cineasti e entrando in pieno nella militanza politica. Firmò lo statuto della "nuova" Biennale, e con "Lettera aperta a un giornale della sera" (1970) mise a nudo lo snobismo della classe intellettuale.

Durante gli anni Settanta diradò i suoi lavori cinematografici, prendendo parte molto più spesso a convegni e comizi. Nel 1975 uscì uno dei suoi film migliori, dal titolo "Il sospetto di Francesco Maselli", in cui il protagonista, interpretato da Gian Maria Volonté è un militante del Pci nell'Italia del fascismo, inseguito dall'Ovra, la polizia segreta. Tornò alla macchina da presa negli anni Ottanta, con "Storia d'amore" (1986), con cui l'allora esordiente Valeria Golino vinse la Coppa Volpi a Venezia come Migliore Attrice.

In quel periodo, Maselli si concentrò sui sentimenti e sul mondo delle donne, realizzando film come "Codice privato", "Il segreto" e "L'alba".

Negli ultimi anni tornò ad argomenti sociali, con il film televisivo "I compagni" (1999), il documentario "Civico Zero" (2007) e con "Ombre Rosse" (2009), suo ultimo lavoro.

Fotografo d'avanguardia e noto sperimentatore, attento alla memoria, come dimostrò con "Frammenti di Novecento", nel 2004 creò le "Giornate degli autori" a Venezia (insieme con Emidio Greco), cosa già sperimentata nel 1972 con le "Giornate del Cinema Italiano". Insieme con la moglie Stefania Brai riunì molti registi per realizzare film come "Un altro mondo è possibile", "Lettera dalla Palestina", "Piazza San Giovanni".

Elegante e dotato di una fortissima dialettica, Maselli incarnò il Novecento, ma riuscì a guardare oltre, come testimoniano le sue fotografie, da cui traspare un talento sempre attratto dalle novità.

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